I numeri di Italia-Inghilterra
La sfida di domenica ci ha mostrato una nazionale sicuramente più propositiva, vogliosa di giocare il rugby degli inglesi. Sta di fatto che il divario resta evidente, e i problemi sui punti di incontro sono enormi (i raddoppi degli inglesi trascinavano indietro i nostri).
A conti fatti il possesso palla e il territorio sono in equilibrio (49% - 51%), così come il numero di palloni portati e i passaggi fatti, in cui gli uomini di Jones ci superano di poco (rispettivamente 52-57 e 171-181). Gli inglesi addirittura ci superano nei placcaggi (ben 153, di cui 17 sbagliati, mentre i nostri si fermano a 131 placcaggi, di cui 26 sbagliati) e guadagnano più metri (443 contro i 357 degli Azzurri). Insomma I numeri non sono male, se consideriamo un gioco molto propositivo della nostra linea di tre-quarti: Minozzi e Boni hanno percorso 70-65 metri, al pari di Jonny May; Tommaso Benvenuti ha eseguito 11 placcaggi, quattro in più del suo collega Anthony Watson (che ha percorso la bellezza di 78 metri). Probabilmente il vero man of the match della giornata doveva essere il terza linea centro Sam Simmonds (2 mete, 75 metri percorsi, 22 placcaggi fatti, 5 palloni portati).
Qualche problema in più in mischia c'è stato: gli Azzurri hanno vinto 4 delle 6 mischie giocate. Ottimo il gioco in touche, con 9 rimesse vinte (gli inglesi si stagliano su 13 touche portate a casa, meno quella che i nostri hanno saputo intercettare in maniera sublime).
Cosa è andato storto? Sicuramente i troppi falli dei nostri (12 contro i 9 dell'Inghilterra) che hanno lasciato tanto spazio agli inglesi, oltre agli errori commessi, ben 51; la scarsa capacità di concretizzare dovuta al pressapochismo con cui vengono gestiti i palloni nelle situazioni migliori (si veda la meta annullata Boni per un evidente in avanti)... si sa, ciò che conta è l'economia della partita; il gioco lento e macchinoso è dovuto ad una fisicità che fa fatica ad emergere; troppa fragilità nei punti di incontro; infine, il serbatoio, con una squadra evidentemente scarica nell'ultimo quarto d'ora, che ha permesso agli avversari di marcare tre mete. Alla fine, in base ai numeri i nostri hanno giocato "al pari degli inglesi", ma le innumerevoli problematiche trapelano da quelle sette mete subite... Ecco la differenza.
Review e tabellino di Italia-Inghilterra 15-46
Foto Alfio Guarise
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