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Una sconfitta da mangiarsi, le mani, il fegato e quello che c’è intorno.

Il Cus non sfata il tabù trasferta, incassa un 30 a 18 dagli Amatori Alghero, ma soprattutto un 5 a 0, in termini di punti, che allontana, la quota play out.

“Abbiamo fatto diventare forte una squadra alla nostra portata” è il primo commento dell’allenatore Stefano Bordon, che analizza il match.

“Rispetto a domenica scorsa abbiamo fatto un mezzo passo indietro, siamo tornati con i piedi per terra. Non siamo stati abbastanza aggressivi nei punti di incontro e nei placcaggi, e non abbiamo avuto la lucidità di capire i nostri punti di forza. Se poi aggiungi che ci siamo mangiati tre mete fatte e alcune decisioni arbitrali che ci hanno penalizzato su azioni di mischia, viene fuori il risultato, che è severo, ma non ci taglia le gambe. La lotta continua e io sono un ottimista di natura”.

Una partita che assomiglia a un film già visto. Il Cus, dalle potenzialità da grande, che una settimana prima domina il Vicenza, subisce dall’Alghero che gioca “la partita dell’anno”. Ancora Bordon: “Sì lo dicevano, e questo mi amareggia. Questa era una partita che potevamo vincere perché vedo i ragazzi come si. Ad Alghero non siamo riusciti a ripetere la prestazione contro il Vicenza e mostrare quanto di buono fatto in settimana”.

Domenica c’è il riposo. Il 23 marzo si torna al Carlini contro il Cus Perugia. Una partita da vincere come tutte quelle che rimangono da oggi alla fine.

22 sono anche i punti conquistati fino a oggi in classifica dal Cus Genova e dagli Amatori Alghero, che domenica si sfidano nella enclave catalana in terra sarda.

Una quota, quella dei 22 punti, da scalare con una prestazione superlativa, più matura e consistente di quella che ha permesso al “nuovo” Cus di superare il Vicenza.

Nuovo Cus, non solo per il cambio di panchina, sulla quale ha esordito Stefano Bordon, e per le nuove maglie con il main sponsor Eco Eridania. Di nuovo, i ragazzi del Cus, hanno mostrato una voglia di vincere che si era vista solo all’inizio del campionato.

Già, i giocatori.  Per 8 partite di fila sono stati i protagonisti di prove  sconcertanti a volte sul piano dell’approccio, a volte della gestione, a volte del mantenimento della concentrazione per gli 80 e oltre minuti di gara.

Domenica scorsa, la metamorfosi: inattesa, insperata, esaltante, liberatoria. Contro il Vicenza abbiamo visto i ragazzi diventare uomini.  O forse lo sono sempre stati, ma per troppo tempo lo hanno dimenticato, trasformando gli infortuni, gli episodi sfortunati in alibi e poi in un destino ineluttabile. Congetture, chiacchiere, ipotesi di un osservatore esterno.

Domenica, comunque vada, avremo risposte importanti. Ad Alghero c’è in gioco la salvezza, il portarsi oltre la linea di galleggiamento. Superare quota 22 in classifica. Entrare stabilmente nei 22 avversari e, soprattutto, marcare punti. Il resto è silenzio. Anzi, è Rugby

 

Fotografie Fotoceschina.it

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