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Messaggio ai naviganti: il Campionato di Eccellenza di rugby, presentato ieri a Milano, è vivo e vegeto e in buona salute, nonostante i suoi ottantacinque anni di età e le critiche anche feroci, cui regolarmente è sottoposto da tutti. Certo la situazione economica è quello che è, qualche squadra, durante l’estate,  ha perso pezzi e giocatori (“sono preoccupato per la situazione generale, non per questo o per quel club” ha detto il presidente federale Alfredo Gavazzi a margine della presentazione), ma i numeri del torneo che parte il prossimo week end sono molto interessanti: dei circa 300 giocatori che compongo i “roster” (una volta si diceva “rose”) delle dieci squadre iscritte al campionato  almeno 130 (più del 40%), sono nati dopo il 1 gennaio 1992, pertanto U23 a tutti gli effetti, mentre gli stranieri sono ridotti a una ventina, una dozzina di anni fa erano la maggioranza. Un torneo giovane, quindi, e votato alla valorizzazione dei talenti locali. Se poi questi talenti diventeranno tali anche a livello internazionale, quella è un’altra storia, ma intanto il campionato forma e seleziona il meglio che c’è. Quest’estate una ventina di ragazzi sono passati, da Calvisano, la squadra campione in carica, da Mogliano, da Rovigo, dalla Lazio, da San Donà, dal Petrarca, alle due franchigie professionistiche, il Treviso e le Zebre, anticamera della Nazionale e gradino ulteriore del percorso di crescita verso più ambiti livelli. Segno che la “piramide” comincia a prendere forma, più larga e giovane verso la base, più stretta al vertice, se son rose fioriranno. E se la Nazionale non vince, forse un giorno vincerà. “Dipende un po’ anche dal “lato B” – ha detto Gavazzi– perché è vero che l’Italia ha perso tredici delle ultime quattordici partite, ma tre o quattro per meno di cinque punti, un paio addirittura di uno. Anche la fortuna gioca la sua parte”.

Gli allenatori stranieri sono tre, di cui uno è una vecchia conoscenza del rugby bresciano, Jean Luc Sans, predicatore francese del verbo ovale, accorso quest’estate al capezzale del Prato, in difficoltà economiche, per cercare di riportare entusiasmo e volontà. Se non ci riuscirà lui, difficile possa riuscirci qualcun altro. Gli altri due “foresti” vengono dalla Nuova Zelanda e sono Errol Regan Sue a Viadana (altro club che durante l’estate ha subito una piccola rivoluzione) e Jason Wright a San Donà. 

E’ la stagione che segna anche il ritorno de L’Aquila nel rugby che conta, una città che spesso ha trovato nel pallone ovale il simbolo intorno al quale stringersi nei momenti (tanti, troppi di difficoltà). L’Aquila sabato festeggerà il ritorno nel Campionato di Eccellenza affrontando in casa proprio i campioni d’Italia del Calvisano. 

Televisione (Rai?) forse dalla terza giornata, coppa europea di terza fascia, per Calvisano, Mogliano e Viadana (con una georgiana, una russa, una tedesca e una olandese) a partire da gennaio. Nel frattempo Trofeo di Eccellenza (ex coppa Italia) per tutte. Fuorché per il Rovigo, of course,  che si è qualificato per la Challenge Cup battendo una squadra della Georgia della quale ieri il presidente Zambelli sfoggiava la cravatta, a mo’ di scalpo. Rivincita personale per lo scudetto tricolore finito sulla maglia del Calvisano. Il duello continua.  

 

Articolo del Giornale di Brescia 

Foto Massimiliano Sandri - FourPhotoRugby

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