Italia e Scozia: due modi di pensare e di progettare il futuro diametralmente opposti
Ivan Malfatto, dalle colonne di Ogni Sport del lunedì de Il Gazzettino, riferisce e commenta l’iniziativa annunciata dalla federazione scozzese (Scottish Rugby Union) relative alla riforma del campionato domestico, la competizione posta un gradino sotto al Guinness Pro 14, l’equivalente della nostra Eccellenza. In Scozia, riferisce Malfatto, la federazione ha deciso che a partire dalla stagione 2019-2020 il massimo campionato nazionale che porta il nome di BT Premiership sarà ridotto a 6 squadre dalle attuali 10. Un anno prima, come noto, l’Eccellenza italiana passerà da 10 a 12. In pratica, spiega il collega: “gli scozzesi prevedono, accanto agli 80 impiegati dalle due franchigie di Pro 14, di concentrare 210 giocatori in 6 squadre (rose da 35) in lotta per il titolo nazionale. Restringere la selezione per alzare il livello”. Mentre da noi “l’Italia diluirà in 12 squadre 420 giocatori dietro agli 80 di Zebre e Benetton”. Abbiamo il materiale umano adeguato per numero e qualità a una tale operazione, si domanda Malfatto. Che conclude: “Gli scozzesi con umiltà pensando di no e restringono, gli italiani con presunzione pensano di sì e allargano”. In pratica: due modi di pensare e di progettare il futuro diametralmente opposti, da parte di realtà che occupano rispettivamente il quinto (Scozia) e quindicesimo (Italia) posto nella classifica mondiale. I punti salienti del nuovo assetto del rugby semi-professionistico scozzese di club sono:
1 – Distribuzione geografica predefinita: una formazione per ognuna delle 4 regioni (Caledonia, Borders, Edimburgo, Glasgow) più 2 “volanti” provenienti dalle serie inferiori
2 – Ogni squadra legata a una franchigia del Pro 14 con libertà di impiego dei giocatori a salire (il Pro 14) e a scendere (verso la divisione nazionale)
3 – Stagione con 20 giornate di gara
4 – Seconda divisione di 12 squadre
5 – Contributo federale di 4 milioni euro all’anno per cinque anni
6 - Allenatori formati e forniti dalla federazione
Per la cronaca e per i numeri “i successi dell’Italia negli scontri diretti sono crollati dal 36.84% all’attuale 11.11%, con una striscia recordi di 5 ko consecutivi”.
Qualcuno dirà che per una Nazione di poco più di 5 milioni di abitanti e una territorio corrispondente alla Padania (Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli e Liguria) 6 squadre sono il numero giusto, mentre per un Paese di 60 milioni di cristiani (cristiani si fa per dire)…
È Ferragosto ma l’invito sorge spontaneo: meditate, gente, meditate. E diteci cosa ne pensate.
Foto Alfio Guarise