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Siamo tutti contenti sia stato firmato l'accordo che riporta serenità nell'ambito del rugby di club europeo. Sotto gli occhi di tutti l'accordo appena siglato che garantisce un'equa distrubuzione dei proventi, dei posti nelle varie competizioni secondo una regola che dovrebbe essere più meritocratica e dei diritti a trasmettere i match in televisione.

Entrando nel dettaglio scopriamo come le squadre inglesi e francesi abbiano mantenuto la loro quota di partecipazione, aggiungendo per il primo anno la possibilità di playoff per la settima rappresentante e le squade di Rabo vedano scendere il loro contingente da 11 ai 7 team meglio classificati fatta salva la partecipazione di almeno una squadra per nazione. Dal secondo anno il playoff si estenderà all'ottava e nona di Rabo.

Insomma una  European Rugby Champions Cup, e il nome già non ci piace, che dovrebbe essere però più equilibrata. Le altre squadre escluse andrebbero ad alzare il livello della European Rugby Challenge Cup cui parteciperanno le 18 squadre restanti di Top14, Premiership e Pro12 più due che arriverenno da una qualificazione FIRA.

Tutta la battaglia è nata dall'esigenza delle squadre inglesi di permettere al loro "broadcaster" BT di monetizzare l'ingente investimento effettuato per assicurarsi i diritti dell'Aviva Premiership, stesso ragionamento vale per le francesi di Top14 forti del mega contratto siglato dalla LNR con Sky.

Chi avrebbe potuto permettersi una scissione e una competizione europea in tono minore nell'anno del mondiale?

Nessuno, tant'è vero che le federazioni più deboli sono dovute scendere a compromessi, sopratutto quelle federazioni che non avevano come contraltare i loro club associati in lega (il Galles è un caso a parte a dir il vero).

I più soddisfatti in fin dei conti chi potrebbero essere? LNR e Premiership Rugby che mantengono le loro quote di club ammessi alla massima competizione e vedono i proventi della competizione finalmente spartiti a 1/3 per ogni singolo campionato maggiore (Top14, Premiership e PRO12) quando prima avveniva diversamente.

Il rugby in definitiva dovrà uscire rafforzato da tutto questo processo anche perchè i veri amanti di questo sport, pur riconoscendo che si è trasformato assumendo un'anima sempre più professionale e commerciale (senza la quale non sarebbe sostenibile a questo livello) vorrebbero si tornasse finalmente a parlare del rugby sul campo senza troppe pantomime dettate dagli interessi economici.

Insomma tutti ci auspichiamo che questi nuovi tornei garantiscano una nuova e migliore esposizione al nostro amato sport e che permettano una crescita del movimento!

In ogni caso un primo successo la FIR lo ha ottenuto, l'equità di trattamento tra i club celtici sia in PRO12 che nelle coppe europee ma è anche vero che d'ora in poi il secondo posto nella vecchia Heineken dovremo guadagnarcelo. Per i club italiani la strada sarà impegnativa ma non vi è altra chance se non quella di conquistarsi il "rispetto" a suon di risultati! 

 

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