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Zane Ansell, 41 anni, sudafricano originario di East London (ex Provincia del Capo di buona speranza) è in Italia da 14 stagioni, e dopo aver vestito (da terza linea) le maglie di Mogliano, Benetton e Petrarca, siede per il secondo anno consecutivo sulla panchina del San Donà, città dove era giunto come assistente di Jason Wright, del quale ha rilevato la posizione nel corso della passata annata di Eccellenza.

ï         Domenica, 13esimo turno di stagione regolare, al Pacifici arrivano le Fiamme Oro. All’andata…
-          All’andata riuscimmo a spuntarla di stretta misura e fu la nostra prima vittoria in trasferta. Di un avvio di stagione che…

ï         …Aveva promesso molto (4 vittorie e un pari a Rovigo nelle prime cinque giornate, ndr)
-          Aveva detto che San Donà meritava di essere inserito fra le concorrenti più accreditate per la semifinale. Una dimensione che secondo me ancora si addice a questa squadra. Lo dice la classifica.

ï         Che nello spazio di tre punti vede quattro formazioni contendersi la quarta poltrona play off…
-          A testimonianza che questo campionato di Eccellenza, dopo qualche stagione di appannamento, ha imboccato la strada della competitività a più alti livelli rispetto al passato. Sette delle dieci squadre iscritte lottano per i quattro biglietti per la post season. È un segnale importante, credo.

ï         Tornando alla Fiamme…
-          Stanno attraversando un buon momento di forma, sono forti fisicamente e, rispetto alle prime giornate, hanno metabolizzato il cambio di allenatore e messo a punto interessanti ed efficaci meccanismi organizzativi.  Hanno un piano di gioco rigoroso e gli uomini adatti per applicarlo al meglio. Sarà una partita molto combattuta. Che noi affronteremo con qualche assenza di un certo peso…

ï         In prospettiva play off, come giudica il calendario del San Donà?
-          Mi verrebbe da dire, ottimisticamente, che dal momento che dopo le Fiamme  ci attendono quattro partite in casa  fra cui quelle con Reggio e la Lazio nel turno di chiusura.  In trasferta abbiamo Piacenza. Fare conti è complicato e non porta buono ma…

ï         A proposito di conti: ma come si fa a segnare 55 punti al Rovigo, portando a casa 6 punti in due partite, e poi prenderne 40 a Viadana sette giorni dopo aver battuto i Bersaglieri?
-          Si fa, si fa, basta abbassare l’interruttore della concentrazione, disconnettere la testa dal campo e il gioco è fatto. Solo che a giocare sono gli altri e a noi non resta che guardare. Con Viadana è andata così! Loro determinati e consapevoli dell’importanza della posta in palio. Noi… no. San Donà, a vincere, fa una grande fatica, e per riuscirci molte cose devono marciare nella giusta direzione. Ma quando si tratta di perdere…perdiamo di brutto, e di tanto.

ï         Inseperienza?
-          Non solo. Anche una rosa meno ampia di quanto sarebbe necessario avere a disposizione per un campionato tanto lungo.

ï         Delle tre già qualificate, qual è la meglio attrezzata per la volta scudetto?
-          Calvisano, non ci sono dubbi. Ha trovato in Novillo all’apertura il giocatore di cui aveva bisogno. Con lui in campo, rispetto ai valori della nostra Eccellenza, non ce n’è per nessuno.

ï         Rovigo e Petrarca?
-          Due avversari di qualità, inferiori ai bresciani come picco di rendimento ma dotati di panchine molto lunghe. E perciò capaci di supplire a qualsiasi assenza. Di restare competitivi. Beati loro!

ï         Retrocessione: è duello Lazio – Lyons. Chi la spunterà?
-          Io dico Piacenza. È una squadra quadrata e forte davanti, ben organizzata in difesa e capace di controllare le partite. La Lazio è inarrivabile nel gioco rotto e nelle situazioni complesse. Attacca da qualsiasi punto del campo e su ogni pallone. Pericolosa per qualsiasi avversario, soprattutto a Roma, ma a volte poco consistente ed efficace quando c’è da difendere.

ï         Ma che rugby si gioca in Eccellenza?
-          Buono, quest’anno. Credo che il trend della qualità complessiva del gioco abbia ripreso timidamente a salire. Spero si tratti di una tendenza che si consoliderà.

ï         Arbitraggi?
-          Buoni, nel complesso, con qualche punta interessante costituita da giovani emergenti. Qualcuno veramente dotato e capace. C’è solo un problema…

ï         Che quando parla di arbitri è solito mentire e non dire ciò che pensa?
-          No (ride, ndr). È che vedo gli arbitri poco supportati dai giudici di linea. Che dovrebbero essere arbitri essi stessi e sostenere l’operato del direttore di gara anche nelle decisioni non strettamente connesse all’antigioco. Cosa che non fanno con la regolarità e la puntualità che io, invece, mi augurerei di trovare ogni sabato in campo.

ï         Passiamo al Sei Nazioni. Ma ce la faremo a vincerne una?
-          Non ne sarei così sicuro. L’Italia è attesa da due partite davvero complicate contro avversari…

ï         Troppo superiori?
-          Troppo: no. Ma forti e attrezzati di sicuro. Ma risultati possibili a parte mi piace rilevare che l’Italia di Conor O’Shea è una squadra che, profondamente rifondata, sta crescendo partita dopo partita. Ha ragione il Ct, i numeri non dicono tutto. E non è il caso di fermare l’analisi ai punteggi sul tabellone segnapunti. C’è dell’altro. E mi pare che si tratti di roba buona. Sono ottimista.

ï         E la Francia?
-          Anch’essa è molto cambiata. Nei giocatori in campo e nelle idee di chi tiene il timone. Ha tutti i numeri per cominciare un ciclo. Magari non subito.

ï         Ma chi lo vince il Torneo?
-          Punto sulla Scozia. Mi piace il rugby che pratica  e alcune delle individualità di cui dispone. Davvero una signora squadra.

ï         E del rugby sotto l’equatore, cosa ne pensa?
-          Che le squadre neozelandesi del Super Rugby sono semplicemente inarrivabili. Troppo forti. Giocano un rugby per gli altri semplicemente inarrivabile. Intensità pazzesca dal primo all’ultimo minuto, zero errori, quasi zero punti d’incontro, solo offloads e circolazione efficace. Mostruosi! Ma non è una novità.

ï         Insomma: non ce n’è per nessuno?
-          Più o meno. Però mi piace rilevare che i Cheetahs del mio amico Franco Smith  stanno andando discretamente bene, il loro rugby ha qualità e ritmo. Bravo Franco.

 

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