Storie di 6 Nazioni - L’anno d’oro e gli addii
Il 2007 è stato l’anno delle gioie e delle delusioni, uno degli anni più importanti dell’Era del 6 Nazioni. La nazionale guidata da Pierre Berbizier ottenne una serie di risultati storici: la vittoria di due partite nella stessa edizione e la possibilità matematica, fino all’ultima giornata, di poter vincere il titolo.
Tutto molto importante ed estremamente incoraggiante nell’anno della Coppa del Mondo, eppure, come accadeva da diversi anni, anche l’inizio di quell’anno non fu dei più felici.
L’Italia impattò all’esordio contro la Francia, nella partita che vide il debutto del Trofeo Garibaldi: allo Stadio Flaminio, il 3 febbraio, finì 3 a 39 per i Transalpini. Partita senza storia.
La seconda giornata lasciò ancora la classifica senza risultati, ma contribuì al morale e diede alla squadra la consapevolezza di poter fare qualcosa di importante.
Il 10 febbraio, nel tempio di Twickenham, contro l’Inghilterra, l’Italia riuscì a portare a casa un’onorevole sconfitta per 20 a 7: nonostante un primo tempo disastroso, con tre calci di punizione di Jonny Wilkinson, la meta al trentottesimo minuto di Jason Robinson (con la mancata trasformazione) ed il risultato parziale di 14 a 0, nel secondo tempo, venne fuori bene ed accorciò le distanze.
Andrea Scanavacca, con una bellissima azione di squadra, dopo l’ennesima punizione di Wilkinson, andò a meta sotto ai pali e riuscì a trasformare facilmente: quello fu l’unico squillo, ma con un gioco di squadra molto bello e convincente, che servì a far capire quanto l’Italia avesse voglia di dire la sua.
Lo fece alla terza giornata, il 24 febbraio, nel match contro la Scozia (sconfitta all’esordio dall’Inghilterra e vittoriosa contro il Galles). Quella partita sarà ricordata come una delle più arrembanti della nostra storia.
Nella trasferta scozzese di Murrayfield, l’Italia segnò tre mete in appena sei minuti, Mauro Bergamasco dopo pochi secondi, Andrea Scanavacca al quarto minuto e Kaine Robertson al sesto (entrambi con un intercetto seguito a due clamorosi errori avversari). La mediana scozzese sembrò composta da principianti all’esordio, azioni confuse e impossibilità di ragionare con la pressione azzurra, la meta di Rob Dewey al quattordicesimo e quella di Chris Paterson al sessantesimo, non scalfirono l’animo azzurro.
Scanavacca risultò decisivo dalla piazzola, sia per le conversioni che per i calci di punizione, e quasi allo scadere, al settantacinquesimo, arrivò anche la meta di Alessandro Troncon.
La quarta della partita. 17 a 37 il risultato finale e ritorno alla vittoria dopo quasi tre anni, sempre contro la Scozia, dopo quella in casa nel 2004.
Poteva essere sufficiente, ma vincere aiuta a vincere, soprattutto se lo fai convincendo. 10 marzo, quarta giornata.
Il Galles arrivò a Roma e, fino a quel momento, aveva inanellato una serie di tre sconfitte con punteggio contenuto; era alla ricerca disperata dei primi punti nel torneo. L’Italia passo in vantaggio già nella prima frazione, dopo le prime due punizioni di Ramiro Pez, arrivò nuovamente una meta di Kaine Robertson.
Il Galles accorciò con la marcatura di Shane Williams e il calcio di Stephen Jones, ma i padroni di casa non persero fiducia e, nel secondo tempo, segnarono ancora: meta di Mauro Bergamasco e conversione di Pez.
Matthew Pes e James Hook provarono a ridurre le distanze, ma non riuscirono a recuperare la partita. Finì 23-20 per gli azzurri.
Non era mai accaduto che l’Italia vincesse due incontri all’interno della stessa edizione, per di più consecutivamente.
All’ultima giornata gli azzurri erano ancora matematicamente in lotta per il titolo, ma cedettero per 24 a 51 contro l’Irlanda.
Il Galles trovò la vittoria contro l’Inghilterra, 27 a 18, e la Francia festeggiò il titolo con la vittoria contro la Scozia per 46 a 19.
La classifica finale vide il seguente scenario: Francia 8 (vincitrice per la differenza punti), Irlanda 8, Inghilterra 6, Italia 4, Galles 2 e Scozia 2 (ultima per la differenza punti.
L’Irlanda vinse il Triple Crown, il Centenary Quaich ed il Millenium Trophy, l’Inghilterra si aggiudicò la Calcutta Cup e la Francia il Trofeo Garibaldi.
Alla Scozia andò il Cucchiaio di Legno.
Quello fu l’ultimo Sei Nazioni di Alessandro Troncon e del CT Pierre Berbizier. Anche la Coppa del Mondo di quell’anno, infatti, come le precedenti e le successive, non riuscì a portare la qualificazione ai quarti di finale.
L’Italia perse contro la Nuova Zelanda per 76 a 14, vinse contro la Romania per 24 a 18 e contro il Portogallo per 31 a 5.
Nell’ultima partita del girone, il 29 settembre a Saint-Etienne, in Francia, l’Italia uscì sconfitta di misura per 18 a 16 contro la Scozia.
Mancò davvero un soffio per raggiungere lo storico risultato, ma non accadde. Alessandro Troncon disputò quel giorno il suo incontro internazionale numero 101 e, il giorno successivo, insieme a Pierre Berbizier, salutò la nazionale dopo aver scritto la storia nel Sei Nazioni e dopo essere quasi riuscito a fare quello che nessuno aveva mai fatto in Coppa del Mondo.
di Simone Ciancotti Petrucci
foto Federugby