RUGBY TEST MATCH: ITALRUGBY dopo l'Irlanda solo sofferenza!!!
Possiamo ben dire che la nostra nazionale non abbia brillato nelle tre uscite di novembre e forse il match migliore è stato quello tanto criticato contro l'Australia. Le partite successive contro le Fiji e l'Argentina sono state migliori nel punteggio, alcune fasi di gioco sono migliorate ma nel complesso le prestazioni sono state deficitarie.
A mente fredda possiamo dire di essere rimasti un pò perplessi da quanto visto dal momento che le aspettative erano alte, soprattutto per l'atteso riscatto dopo il deludente tour estivo.
Se nella partita di Torino non avevano funzionato i movimenti corali di difesa e la mischia chiusa aveva sofferto, anche a causa di una scarsa attenzione da parte dell'arbitro, abbiamo dimostrato la stessa incapacità nel difendere coralmente anche contro le Fiji, apparsa evidente con le splendide mete individuali che i velocisti fijiani ci hanno rifilato.
I punti di debolezza nascono da una mancata coesione nella linea e probabilmente da una mancanza di fiducia nelle capacità del compagno, aspetto allenabile e migliorabile con l'affiatamento che si creerà man mano nel corso delle partite. In effetti la linea dei trequarti, a esempio, ha subito un notevole ringiovanimento e l'innesto dei nuovi comporta degli assestamenti. Rimaniamo fiduciosi, in ogni caso, perchè fino ad ora è girato tutto storto, a cominciare dalle prestazioni individuali che sono state al di sotto degli standard abituali. Parliamo a esempio di quella di Tommy Benvenuti che nella partita contro l’Australia ha commesso un paio di ingenuità da meta, quella più evidente è il raddoppio sul funambolo Quade Cooper, già praticamente neutralizzato da Parisse, che con un irridente sottomano ha servito la palla da meta a “Honey Badger” Cummings. Sotto tono pure Alberto Sgarbi che non è riuscito ad essere incisivo come suo solito sia in difesa che in attacco.
Interessantissimi gli innesti dei giovani a partire da Tommy Allan che avrà bisogno solo di un periodo di rodaggio e di fiducia attorno a lui. Tralasciamo la palla ospedale che è costata un ribaltone da 20 metri a Parisse nel primo tempo di Italia Argentina. Il resto della batteria dei ragazzotti si deve far le ossa giocando e acquisendo quell’accuratezza nei movimenti e l’attitudine vincente che può venire solo calcando il campo. Riponiamo grandi aspettative su Leonardo Sarto, attualmente uno dei pochi in Italia che ha la capacità di battere l’avversario diretto sul passo, accantonato inaspettatamente dopo l’Australia, è, a nostro avviso, un bel cavallino su cui puntare.
In ogni caso il vero termometro dell’Italia sono i mediani di mischia che giocano ultimamente con troppa frenesia e poca precisione, magari poco supportati dalle aperture ma in ogni caso l’azione dell’Italia si sviluppa in maniera poco ortodossa e con scelte di gioco spesso errate, evidentissime nella partita contro le Fiji quando non siamo riusciti a tramutare una superiorità numerica di 3 giocatori in almeno un paio di mete al largo, era evidente che non si dovesse allargare il gioco in prima fase fino all’ala ma almeno fissare in un paio di punti d’incontro.
Non è così grave come può sembrare, perché la nazionale deve ritrovare quella tranquillità e confidenza per giocare in “ritmo” con le qualità fino ad ora inespresse. I grandi team attualmente stanno facendo la differenza giocando per creare spazi e canali di gioco, non facendo a sportellate, dal momento che questa tattica ci ha sempre visti deficitari. Tant’è vero che le nostre migliori azioni sono venute da palloni di recupero e una repentina ricerca del mis-match e dello spazio…possiamo ricordare la splendida meta alla Francia lo scorso 6 Nazioni ma anche la stupenda segnatura di Luke McLean contro i Wallabies, una meta degna delle migliori formazioni al mondo.
Capitolo a parte la mischia che sta vivendo una preoccupante fase di involuzione, forse a caso delle nuove regole di ingaggio, che “sottoperforma” con una singolare continuità. Il particolare tecnico sino ad ora più preoccupante è la “chiusa” dove abbiamo sofferto a corrente alternata contro l’Australia e dove, sostanzialmente l’Argentina ci ha messo sotto. La touche al contrario ci ha dato belle conferme, a parte piccole incomprensioni sotto l’acqua torrenziale di Roma, ma il rendimento globale del pacchetto è stato inferiore alle aspettative anche a causa di personalismi fuori luogo. Anche e soprattutto in mischia se le cose non girano a dovere non si deve assolutamente pensare che si possa risolvere la situazione con iniziative personali, questo va a discapito del gran cuore messo in mostra da Castro e Parisse ma a volte con poca lucidità. Siamo fiduciosi dal momento che arriverà, a breve, Ciccio De Carli a muovere le acque ed apportare quelle metodologie che stanno andando così bene a Perpignan.
In ogni caso siamo fiduciosi per il prossimo 6 Nazioni e nonostante il calendario con 3 partite esterne ci aspettiamo comunque almeno un paio di vittorie…scommettiamo?
Foto Elena Barbini