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La voce girava da tempo (leggi la nostra anticipazione) ma non era ancora arrivata l'ufficialità dell'ingaggio dell'apertura titolare di Italrugby da parte del Benetton. Tommaso Allan, 1,88 m x 87 kg, 20 caps e 87 punti segnati (2 mete, 19 calci piazzati e 10 trasformazioni), è la nuova apertura del Benetton Treviso.

Tommaso è cresciuto nelle giovanili del Petrarca per poi passare all'Academy degli Wasps e nell'Under 19 di Western Province in Sud Africa dove ha vinto la Currie Cup di categoria nel 2012. Nel 2013 è passato al Perpignan, allora in Top14 e retrocesso al termine di quella stagione in ProD2. Allan ha rappresentato la Scozia a livello di nazionali Under 18 e Under 20 ma ha risposto alla chiamata di Jacques Brunel che lo fece esordire contro l'Australia nei test match autunnali del 2013.

Le prime dichiarazioni di Tommaso Allan da giocatore del Benetton Rugby: 

“Ho pensato tante volte di tornare in Italia per giocare a rugby, l'anno scorso c'erano stati dei contatti, sempre con Treviso, ma avevo un altro anno di contratto con Perpignan. Quando quest’anno si è ripresentata la possibilità, ho pensato che era arrivato il momento giusto. Inoltre i nuovi allenatori dall’esperienza internazionale, sia per il club che per la nazionale, saranno da stimolo per tutti. Qualche mese fa ho visto dal vivo una partita del Benetton ed ho avuto la sensazione che in questa squadra ci sia tanto potenziale. Vengo a Treviso con tanta voglia di imparare, di conquistare il posto in squadra, ho voglia di vincere con in miei compagni, ho voglia di dare una mano a questa società ed a questa città dalla ricca tradizione rugbistica. In cambio mi aspetto professionalità e serietà da parte del club e sostegno da parte dei tifosi.

Son contento di tornare a giocare per una squadra italiana, non solo perché l’ultima volta risale a quando vinsi il Trofeo Topolino proprio a Treviso in Under 7 con il Petrarca – dice sorridendo – ma soprattutto perché credo che i giocatori della nazionale dovrebbero giocare nelle franchigie dei rispettivi territori di provenienza. In teoria, dovrebbe esserci una struttura tale da poter mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili per poter "performare" sia a livello di club che a livello internazionale. Giocare ed allenarsi con i compagni che ritrovi in nazionale, crea un legame ed un senso di appartenenza che in partita può fare la differenza”.

 

 

Foto Elena Barbini

 

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