Lisandro Villagra e la sua nuova sfida a Capoterra
Lisandro Villagra detto “Lichi” o anche più semplicemente “Nano”, 41 anni, mediano di mischia argentino di Cordoba (stesso club di Diego Dominguez). Un passato da giocatore a Viadana, Parma (sponda Gran), Prato e da 6 stagioni sulla panchina della Pro Recco in Serie A. Lichi decide di cambiare squadra e campionato, il prossimo anno andrà in Sardegna ad allenare il Capoterra in Serie B.
-
Che ruolo andrai a ricoprire nel Capoterra?
A Capoterra sarò allenatore e giocatore. Sono anni che lo faccio, so che è un ruolo molto difficile ma lo faccio con tanto piacere, e poi sarà l’ultimo perché a 42 anni per forza di cose bisogna smettere di giocare. Per il momento mi sento più bravo a giocare che ad allenare, come allenatore sono all'inizio, devo ancora imparare tantissimo. Questi anni a recco ho imparato tanto ma la strada é ancora lunga. -
Lasci Recco dopo 6 anni, sei stato una vera e propria bandiera del club ligure
Lascio Recco dopo 6 fantastici anni, a Recco ho iniziato solo come giocatore, dopo qualche anno sono passato a fare il doppio ruolo, come ti dicevo prima è ruolo difficilissimo, anche se a volte ti rendi conto di tante cose in più dentro al campo, cose che da fuori magari non vedi. Però è difficile, devi cercare un certo equilibrio tra giocatori, amici e allievi. Ma penso di aver fatto abbastanza bene.
Non so se sono stato una bandiera di Recco, non sta a me dirlo. Io sinceramente sono uno con tanto carattere, visto che con il fisico non ci arrivo cerco di nascondermi dietro al carattere. Ci metto l'anima in ogni partita e questo penso sia stato il mio forte. -
Perché Capoterra, cosa ti ha convinto a fare questa scelta?
Ho scelto Capoterra perché mi sono sentito un paio di volte con il loro presidente Carlo Baire, ci siamo visti di persona quando andai a giocare con gli Italian Classic contro il il Sudafrica, è un pò di tempo che ci pensavo. L'ho fatto ora perché posso ancora giocare l'ultima stagione e quindi mi piaceva la idea di farmi conoscere in un nuovo posto anche come giocatore, non solo come allenatore. Quindi mi sono detto "ora o mai più”. Anche se sono sincero, pensavo di finire la mia carriera a Recco. Dopo sei anni finire la mia carriera li sarebbe stata una bella cosa. Ma va bene così. -
Il rugby in Sardegna potrebbe essere ancor più difficoltoso che in Liguria (strutture, giocatori, poche squadre), cosa pensi a tal proposito?
Lo so, sono consapevole di tutto ciò. Però ti dico una cosa. Mi piacciono le sfide. Bisogna lavorare molto e mi piace farlo. Spero di riuscire a fare qualcosa di bello. Spero di divertirmi ancora. Credo sia fondamentale il divertimento per continuare a giocare a 41 anni. Parte una nuova sfida e la accetto molto volentieri.
Foto Sara Bonfiglioli