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Il Sei Nazioni è sospeso ma il rugby continua a giocare la sua partita contro un nemico invisibile, una pandemia che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo. La WRU, federazione gallese, proprietaria del Principality Stadium (ex Millennium e Arms Park ndr), si è subito messa a disposizione del servizio sanitario nazionale gallese contro il coronavirus.

Dopo quattro settimane di lavoro il Principality Stadium di Cardiff è diventato il più grande ospedale per malati di Covid-19 del Regno Unito: la casa del rugby gallese potrà ospitare fino a 2000 posti letto così da fronteggiare i picchi di infezione da coronavirus previsti a breve in UK.

Spogliatoi, palestre, sale e corridoi sono stati trasformati in ambienti attrezzati per l’emergenza sanitaria, il prato del Principality è ora coperto da strutture e gli altissimi pali da rugby sono stati rimossi. A inaugurare il momentaneo impianto è stato proprio il Principe Carlo, patrono della federazione gallese, in una video conferenza trasmessa dalla Scozia nei maxi schermi dello stadio.

Il Principe Carlo è tra i guariti dal covid-19, oggi i morti nel Regno Unito sono ufficialmente 18mila ma il Financial Times ne indica ben 41mila. 

“In Galles non puoi battere i gallesi: al massimo può capitare di segnare qualche punto più di loro” diceva Sid Going, leggendario mediano di mischia del XV neozelandese degli anni Settanta che continua ancora a vestire in “tutto nero”: dalla maglia All Blacks alla tonaca della chiesa metodista. Con questo spirito il rugby gallese si è mosso nella battaglia al virus.

 

Foto @principalitysta