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Dopo mille battaglie nel cuore della mischia, migliaia di palloni giocati e recuperati in touche, sempre con il solito entusiasmo e la stessa determinazione, Roberto Mandelli il capitano dei Crociati, non vede l’ora di scendere in campo per giocare la sfida con L’Aquila che vale una stagione per la formazione emiliana.

Lui che può vantare nel suo palmares un tricolore con il Calvisano, il primo storico del 2004, anche quest’anno con la sua grinta incredibile e il grande spirito di abnegazione ha preso per mano i ragazzi ducali guidandoli nelle insidie e nei meandri dell’Eccellenza, con la speranza di esultare sabato per una meritata salvezza.

“Secondo il mio punto di vista – spiega Mandelli – sabato la spunterà chi riuscirà ad avere più disciplina in campo, sfruttando anche meglio il gioco al piede. Io sono sempre stato convinto delle nostre possibilità di salvezza, soprattutto per la mole di gioco che abbiamo prodotto ad ogni gara, ma non pensavo di arrivare allo spareggio. In qualche match c’è mancata la cattiveria e la giusta malizia, noi abbiamo ottenuto 3 vittorie e loro 2 ma sono stati più bravi a racimolare punti nelle partite casalinghe. Alla fine è giusto che sia lo spareggio in campo neutro a determinare chi dovrà retrocedere”.

Difficile capire quale delle due contendenti si presenti all’appuntamento con il vantaggio psicologico dopo la gara equilibrata di Noceto e il capitano ducale, fra i più presenti quest’anno, prova a tastare il polso alle due compagini:
“Direi che psicologicamente siamo sulla stessa linea, loro sapevano che era dura espugnare Noceto, noi forse siamo stati troppo fiduciosi di chiudere la pratica già sabato scorso. Ora si ricomincia da zero, sarà una gara incerta e si giocherà senza fare i conti con mete e bonus, chi vince è salvo e basta”.

Qualche punto perso per strada dagli emiliani a questo punto sarebbe stato utile, ma il Mande non è abituato a piangersi addosso:
”Certo, le sconfitte interne con Reggio e Lazio sfumate all’ultimo secondo me le ricordo ancora, ma nell’arco di una stagione non è un calcio all’ultimo secondo che cambia i destini di una squadra”.

Quella di Prato per lui sarà comunque una partita speciale:
“Si, vero. Tre anni fa ho giocato i play-off contro Rovigo, quest’anno abbiamo avuto molte vicissitudini, compresa quella del cambio allenatore e nonostante tutto a 34 anni ho grandi stimoli, perché sono il capitano di una squadra di grandi giovani di belle speranze e mi piacerebbe contribuire alla salvezza anche per il loro futuro. Siamo cresciuti tutti insieme, uniti partita dopo partita, ora abbiamo una grande occasione per raggiungere una gioia che ci ripaghi di tutto il lavoro fatto da inizio stagione. Prima di entrare in campo chiederò disciplina, intelligenza tattica e tecnica alla mediana e agli altri la giusta aggressività senza falli stupidi e senza farsi prendere dalla foga, per il resto penso che tutti avranno gli stimoli giusti. Conterà solo vincere anche di un solo punto e non mi importa essere quello della meta decisiva. L’importante è vincere e basta. Sono fiero di questi ragazzi e se dovessi usare un aggettivo per la mia squadra direi coraggiosa, perché butta tutto quella che ha sul campo, nel bene e nel male e questo è un gruppo che negli anni può dare grandi soddisfazioni”.

Sabato si ritroverà ancora di fronte il suo amico Maurizio Zaffiri, uomo simbolo dall’altra parte della barricata, con il quale ha vinto lo scudetto a Calvisano: 
“Anche lui ha fatto tante battaglie come me, ci siamo sentiti spesso in queste settimane e ci siamo detti che per forza di cose uno sarà felice e l’altro deluso, promettendoci che chi sarà contento alla fine dovrà consolare l’altro. Spero solo che non ci sia un campo pesante per la pioggia, perché sarebbe penalizzante per le nostre azioni performanti e soprattutto toglierebbe intensità al gioco di entrambe”.

Una stagione lunga e difficile quella che si concluderà sabato e che comunque avrà insegnato qualcosa a Capitan Mandelli: “Come uomo sono cresciuto molto, ho imparato a gestire situazioni anche difficili, ad affrontare le difficoltà della vita e ho capito che molte decisioni da prendere non sono per nulla scontate”.

 

 

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