L'Aquila scenderà in campo? Lo sfogo dei giocatori
Una situazione sempre più difficile quella che sta investendo L'Aquila Rugby nelle ultime ore, e che sembra non migliorare, dopo che gli otto giocatori concessi in prestito dalla Polisportiva L'Aquila, per circa 25 mila euro, non hanno ottenuto il nulla osta.
Antonio di Giandomenico, amministratore delegato de L'Aquila Rugby ha giustificato il tutto sostenendo che in cassa non ci sono soldi per mantenere le garanzie date alla Polisportiva. Pertanto L'Aquila si ritrova con una rosa di numero non sufficiente ad iniziare la stagione. Significa che L'Aquila, molto probabilmente, non scenderà in campo nella prima sfida di campionato (contro il Prato Sesto). E se non lo farà per tre partite di seguito, sarà esclusa dal campionato.
Una crisi che ha colpito profondamente i giocatori, esplosi in lacrime di rabbia nei confronti dei responsabili di questa situazione. Tutto ciò è stato raccolto in questa lettera letta ai giornalisti, in cui i rugbysti esprimono il proprio rammarico, la loro frustazione per una società che preferisce far fallire una squadra piuttosto che permetterne la crescita:
"L'emozione è troppo forte e speriamo di riuscire a leggere queste righe che altro non sono che il pensiero della squadra, una squadra che hanno provato a dividere ma senza riuscirci, una squadra unita da qualcosa di più di una semplice amicizia sul campo, una squadra che ha voluto raccontarvi ciò che abbiamo passato per farvi capire il periodo difficile che stiamo vivendo, un momento che speravamo non arrivasse mai."
"Mancano pochi metri, ci separa solo una porta, ma non possiamo aprire questo lucchetto, non ci fanno aprire questo lucchetto. Ci stanno impedendo di entrare nella nostra Casa, il nostro stadio. Dopo tante chiacchiere lette e sentite in queste settimane, ora è il momento che date la voce alle uniche persone degne di parlare di maglia, di colori e di appartenenza. Siamo noi le uniche vittime dei loro sporchi giochi, siamo ragazzi di 20 anni che hanno dimostrato i propri valori morali, la voglia di credere ad un sogno già dallo scorso anno, quando nelle massime difficoltà abbiamo deciso nonostante tutto di scendere in campo ogni domenica, impegnarsi, combattere, sacrificarsi per il rugby aquilano, arrivare a giocare una finale, pensando di poter rappresentare l’orgoglio di questa città.
"Mentre ci raccontavano la favoletta, lavoravano per affossare il nostro futuro, le facce nuove che dovevano portare maggiore credibilità alla società ci hanno riempito di bugie, siamo grati alla sola persona che in più occasioni ci ha guardato in faccia e ha cercato di spiegarci quello che stava succedendo." Chi non ci permette domani di giocare sono sia i nemici storici sia quelli che si erano dichiarati amici, persone che fanno finta di litigare solo quando le luci delle telecamere sono accese. [...] A nessuno di loro interessa far rinascere il rugby aquilano, farlo crescere e essere un riferimento per tutti, interessano solo i lori piccoli affari. Vogliamo sapere da voi come si può pensare che la città dell’Aquila “tornerà a volare” quando noi giovani veniamo cacciati dalla nostra casa, quando ci si impedisce di lottare per il nostro futuro e il nostro sogno. Dite che i giovani sono il futuro, sappiate allora che oggi, 20 tasselli del vostro futuro non ci sono più."