Sergio Parisse è il primo italiano nella Hall of Fame
L'anticipazione, l'annuncio, l'orgoglio e la stoccata a Crowley
Sergio Parisse è il primo italiano inserito nella Hall of Fame di World Rugby. L’indiscrezione anticipata da Rugbymeet il 5 novembre (vedi articolo) corrispondeva a realtà. È stata ufficializza oggi. È una lacuna finalmente colmata. Finora non c’era nessun italiano nel pantheon ovale istituto dal 2006, dove ogni anno sono inseriti dirigenti, giocatori, allenatori, eventi, istituzioni. C’erano personaggi di Cile, Unione Sovietica, Zimbabwe e altri Paesi meno importanti rugbisticamente, ma nessun italiano. Si pensava che il primo potesse essere Giancarlo Dondi, il presidente che ha portato l’Italia nel Sei Nazioni. È invece, meritatamente, l’ex capitano azzurro e icona mondiale di questo sport.
L’annuncio di World Rugby
«World Rugby ha annunciato cinque giocatori di rugby a 7 e XV che saranno inseriti nella World Rugby Hall of Fame alla cerimonia degli Awards del 24 novembre a Montecarlo - scrive la federazione mondiale - I contributi al gioco di Emilee Cherry (Australia), DJ Forbes (Nuova Zelanda), Donna Kennedy (Scozia), Chris Laidlaw (Nuova Zelanda) e Sergio Parisse (Italia) saranno celebrati in questo evento di gala. La Hall of Fame riconosce coloro che hanno dato un contributo d’eccezione al rugby durante la loro carriera, incarnando i valori del rugby che sono l’integrità, la passione, la solidarietà, la disciplina e il rispetto, valori che forgiano il carattere. I cinque nuovi inserimenti porteranno a 171 il numero totale di membri della Hall of Fame». Parisse diventerà il numero 169.
L’orgoglio della Fir
Orgoglio e soddisfazione sono stati espressa dalla Federazione italiana: «La Federazione internazionale ha ufficialmente introdotto l’indimenticabile capitano della Nazionale nel panel di coloro che hanno contribuito in modo eccezionale alla storia e allo sviluppo del Gioco - scrive in un comunicato - L’ex numero otto e capitano degli Azzurri ha debuttato con l’Italia nel 2002 ad Hamilton contro la Nuova Zelanda, chiudendo la carriera internazionale diciassette anni più tardi contro il Sudafrica, in occasione della Rugby World Cup giapponese del 2019, attraversando il cammino di cinque Commissari Tecnici: John Kirwan, che lo lanciò appena maggiorenne, Pierre Berbizier, Nick Mallett che gli conferì i gradi di Capitano e poi Jacques Brunel e Conor O’Shea».
E la stoccata a Crowley
In un comunicato federale totalmente enfatico e celebrativo, non passa inosservato un passaggio sulla vicenda della mancata partecipazione di Parisse al Mondiale 2023, dietro la quale si è consumata una grossa polemica. Una passaggio quantomeno inusuale: «L'unico traguardo che non ha potuto tagliare è stato quello della sesta Coppa del Mondo da giocatore, e sarebbe stato l'ennesimo record, per il “niet” dell'allora c.t. azzurro Kieran Crowley. Dal Mondiale del 2019, d'altronde, il destino gli ha sbarrato la strada. Sotto forma di tifoni, pandemie, infortuni. Ma il più grande giocatore azzurro dell'era del Sei Nazioni non s'è mai arreso, anche se aveva già fatto coriandoli dei libri dei record.
Le parole del presidente Duodo
Così il presidente Duodo ha reso omaggio alla nomina: «Conosco Sergio sin dal suo arrivo, giovanissimo, alla Benetton Rugby. Come amico, come Presidente della Federazione e come membro del Consiglio World Rugby considero un privilegio poter celebrare il suo ingresso nella Hall of Fame, il giusto riconoscimento a una carriera agonistica che non si può fare a meno che definire stellare. La Hall of Fame del rugby apre per la prima volta le proprie porte a un atleta italiano, altre e altri lo seguiranno negli anni a venire ma, ancora una volta, Parisse è stato un fantastico precursore, portando con le sue gesta il nostro movimento ai vertici del rugby globale».
E quelle di Sergio Parisse
Questo infine il commento di Parisse: «Un ringraziamento a tutto il rugby italiano per avermi sostenuto, insieme alla mia famiglia, in ogni momento della carriera. Dedico questo riconoscimento a tutto il movimento. E’ stato un viaggio indimenticabile, un’avventura che da ragazzo, arrivato in Italia dall’Argentina compiendo a ritroso il viaggio dei miei genitori, potevo solo sognare. Essere il primo italiano mi riempie di orgoglio, anche se non posso fare a meno di pensare a tanti altri giocatori che mi hanno preceduto e che hanno giocato con me. Aspetto con entusiasmo la cerimonia di Montecarlo, un nuovo ricordo che sarò felice di vivere insieme a mia moglie e ad Andrea a cui mi lega una lunga amicizia e che aspetto di incontrare di persona a Montecarlo nella veste di Presidente della nostra Federazione».
Sergio PARISSE
Nato a: La Plata (Arg)
il: 12 settembre 1983
Ruolo: Terza linea centro
Altezza: 1.95
Peso: 110 kg
Clubs: Universitario La Plata (Arg), Treviso, Stade Français (Fra), Toulon (Fra)
Caps: 142
Caps come capitano: 94
Esordio in Nazionale: Nuova Zelanda-Italia 64-10 (Hamilton, 8.6.2002)
Ultima in Nazionale: Sudafrica-Italia 49-3 (Shizuoka, 4.10.2019)
Punti segnati: 83 (16m, 1d)
Caps Sei Nazioni: 69 (record assoluto)
Caps RWC: 15
Altre selezioni: Italia U.19, Italia U.21, Barbarians
Azzurro n°: 544