Carlo Festuccia e l’addio alle Zebre - l’intervista
La sua ripartenza da Parma e dalle Zebre per tornare agli Wasps ha fatto discutere. Un giocatore dell’esperienza di Carlo Festuccia (54 caps) che fino a qualche mese prima giocava da titolare la semifinale di Champions Cup e di Aviva Premiership non veniva utilizzato nelle Zebre. La franchigia bianconera stava e sta attraversando un periodo buio per quanto riguarda i risultati (e non solo…) ma l’ex coach Gianluca Guidi non ha voluto far giocare un tallonatore dell’esperienza di Carlo Festuccia preferendogli prima Fabiani e poi D’Apice.
Festuccia a 36 anni è tornato agli Wasps che se lo sono ripreso a braccia aperte, il tallonatore ha giocato titolare contro i Worcester Warriors (21 placcaggi in 65 minuti, forse un record) in Anglo-Welsh Cup e Exeter Chiefs nel big match di Aviva Premiership giocato ieri. Exeter Chiefs e Wasps hanno pareggiato 35-35, 3 punti a testa in classifica, il miglior risultato Wasps a Exeter negli ultimi 4 anni. Le Vespe di Coventry sono prime in classifica del massimo campionato inglese.
In questa intervista al sito Abruzzo Live Carlo Festuccia parla senza peli sulla lingua della sua decisione di tornare in Inghilterra e critica l’ex allenatore Gianluca Guidi:
“Fui contattato dalle Zebre per tornare a giocare e per dare una mano a far crescere i giovani. Mi venne chiesto di portare la mia esperienza ma, all’atto pratico, non è andata come avrebbe dovuto, quindi sono andato via perché mi son reso conto di non essere utile alla squadra. Questa cosa mi ha colpito molto. Stando ai racconti dei ragazzi della squadra, lo stesso trattamento fu riservato anche a Muliaina, cosa ben più grave. Non si può avere a disposizione un ex All Blacks con quasi 100 presenze e poi non chiedergli neanche un consiglio. A un giocatore di quel livello, di quel mondo, con quell’esperienza, dovresti dargli carta bianca perché può solo migliorare la situazione, il gruppo, la società, i singoli dettagli.”
“Per quanto mi riguarda, un contatto con i Wasps c’era già stato a ottobre ma vista la squalifica di Fabiani, non me la sono sentita di abbandonare la nave e quindi ho tenuto fede al mio impegno. Mi hanno richiamato a Natale e ho detto loro che dalla metà di gennaio sarei stato disponibile al trasferimento.”
Questo sarà uno degli ultimi anni da giocatore professionista.
“A giugno compio 37 anni e, anche se sono in forma, si iniziano a far sentire. E’ giunto il momento di iniziare a pensare a altro. Sono tornato in Italia per una scelta familiare ma volevo investire il mio tempo e la mia esperienza anche per un futuro da allenatore. Da questo punto di vista, Gianluca Guidi non mi è stato d’aiuto nonostante avessi parlato di ciò con lui. Ho visto che da parte sua non c’era una grande apertura per cui ho deciso di concentrarmi solo sul campo.”
Parlando dei problemi delle Zebre e dell’esonero di Guidi:
“Quando vai su un campo da rugby, prima di tutto devi divertirti. Se ciò non avviene, neanche in allenamento, allora ci sono problemi seri. Il professionismo è importante ma il divertimento è tutto. Chi gioca a rugby, specialmente in Italia, non lo fa per soldi e, quindi, perdere l’entusiasmo in ciò che si fa risulta fatale. Ecco perché si è creata una ferita insanabile tra Guidi e la squadra che, a un certo punto, l’ha delegittimato. Già dopo il suo esonero, l’aria che si respirava agli allenamenti era cambiata, testimonianza palese che uno dei problemi principali era lui. È chiaro che l’ambiente fosse ormai deteriorato.”
In Italia manca il professionismo anche in franchigie di Pro12 come le Zebre?
“Da quando è stata privatizzata ha diversi problemi da risolvere. Le cose sono cambiate dal momento che non è più gestita direttamente dalla federazione. Rispetto a società francesi o inglesi è, sicuramente, una realtà dilettantistica, semi professionistica al massimo, e il fatto che vi siano degli stipendi da pagare, non vuol dire che possiamo usare il termine professionismo, che è tutt’altro. E’ una società gestita come, forse, era gestito il mio Gran Parma 10 anni fa.”
Carlo dice la sua anche sul Rugby italiano e in particolare sull’Eccellenza:
“Il livello del campionato italiano si è notevolmente abbassato mentre in precedenza molti stranieri di valore venivano a giocare in Italia. Qualcosa va cambiato, è innegabile. I giocatori della mia generazione, che hanno vissuto realtà diverse e, quindi, possono vantare una certa esperienza, devono essere necessariamente coinvolti nelle franchigie, nella federazione e nei club. Se mancano idee, fisicità, tecnica, e butti tutto nel calderone, allora la frittata è fatta. E direi che ne sono state fatte tante. E continuano a farsi.”
Tonando alle Zebre e al caso Andrea Manici:
“Ci sono stati anche problemi relativi alle cure mediche. Il caso di Manici è stato clamoroso. La società che, è bene sottolinearlo, ha scelto la struttura dove farlo operare e il medico che doveva operarlo, quando ha capito che il giocatore avrebbe avuto una prognosi più lunga del previsto, a causa di problemi post-operatori, ha provato a rescindergli il contratto. Adesso Andrea si sta pagando da solo le cure mediche da solo perché la società ha smesso di pagargliele. Questa cosa è vergognosa, inaccettabile e crea un precedente pericoloso che, ovviamente, non fa stare sereni i giocatori.”
Riguardo al tuo futuro…
“Sicuramente tornerò a Parma perché la mia famiglia è lì. Sarà difficile star lontano da questo mondo. Forse farò il rugby dopo lavoro – ride – Scherzi a parte, ho avuto qualche contatto con le squadre del territorio e la cosa potrebbe interessarmi. Però, mi guardo intorno perché, almeno al momento, non posso escludere nulla.”
Infine cosa ne pensi del nuovo staff tecnico dell’Italia? In particolare di Conor O’Shea.
“In Inghilterra ho visto il loro modo di lavorare e, se hanno carta bianca, i mezzi e le strutture, possono far benissimo. Ha portato una ventata di freschezza e nuovi metodi di allenamento e approccio al gioco di cui i ragazzi avevano, francamente, bisogno. Inoltre, a differenza di Brunel, è un ottimo comunicatore a cui piace avere un rapporto con i giocatori.”
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Foto Wasps