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Vittorio Munari - Foto Alfio Guarise
Vittorio Munari - Foto Alfio Guarise

Munari, il Vittorio nazionale, il Napoleone del rugby italiano, a 72 anni chiude con il campionato italiano. Per sempre, o forse per ora. Chissà. Con un personaggio come lui mai dire mai. Il 3 giugno il Petrarca ha annunciato il suo addio all'incarico di direttore generale, insieme a quello di Alessandro Banzato da presidente. Qualche  giorno fa, in una bella intervista rilasciata ad Alberto Zuccato del Gazzettino, è emerso per lui un record invidiabile e forse difficilmente battibile: in 15 stagioni nell'era play-off da allenatore o dirigente le squadre di Vittorio Munari sono arrivate in finale 14 volte, una sola macchia quindi, vincendo 8 scudetti: 6 al Benetton e 2 al Petrarca.

Qualcosa ne capisco

Alla domanda, il bilancio di questi 5 anni al Petrarca? Munari ha risposto così: «Il Petrarca è sempre arrivato in finale, a parte naturalmente la stagione in cui il campionato si è fermato per il Covid. Lo stesso era capitato quando nel 1997 ero tornato ad allenare: due anni e due finali. E anche nel 2002 quando sono andato a Treviso con la Benetton come direttore generale, è andata nella stessa maniera, ossia minimo la finale per lo scudetto fino a quando la Benetton non è stata ammessa alla Celtic League. Non lo dico per vanteria, sono dati di fatto e significa che qualcosa di rugby ne capisco».

Vittorio Munari
Vittorio Munari - Fotovale

L'unica macchia

E chi l'ha mai messo in dubbio, che Munari di rugby ne capisca più di tanti (forse più di tutti) in Italia? Ma i conti fatti dal buon Vittorio nella risposta non tornato. Otto finali in otto stagioni da dg al Benetton (dal 2003 al 2010), quattro finali in quattro stagioni al Petrarca da dg (dal 2021 al 2024, escludendo quella del Covid) e due finali in due stagioni da allenatore al Petrarca (1998 e 1999) fanno 14 stagioni complessive. E la numero 15? È l'unica in cui una squadra di Munari non è arrivata in finale. La prima stagione dell'era play-off, il 1988. Il Petrarca, come si legge nell'annuario "Rugby 2024", veniva da 4 scudetti consecutivi nell'era del campionato italiano a girone unico. Il primo con Lucio Boccaletto in panchina (1984), gli altri 3 con Munari allenatore di quella squadra che macinava gli avversari con la forza della mischia e il talento di David Campese (e non solo).

Colpa di Rovigo

Il quinto successo consecutivo è stato impedito dalla sconfitta in una palpitante serie di semifinale nel 1988. Ampio successo all'andata in trasferta. Sconfitta per un calcio da metà campo all'ultimo minuto nel ritorno in casa. Netta sconfitta nella bella (allora si giocava anche quella per completare la serie) in trasferta. Dove? Allo stadio "Battaglini", contro il Rovigo di Naas Botha poi campione. Nel derby d'Italia. Che Munari se la sia dimenticata per quello la quindicesima stagione? L'unica dove una squadra non è giunta in finale? Forse sì, ma è "perdonato". Perchè un derby perso è un ricordo che ogni petrarchino o rodigino vorrebbe cancellare dalla memoria. Tanto più se si tratta di una semifinale, com'è capitato quest'anno in casa della FemiCz Rovigo, dove Munari a distanza di 36 anni si è preso la rivincita.

Complimenti Vittorio, anche se non immacolato per colpa di Rovigo, il tuo record è sempre qualcosa di grande. E dimostra che, in fondo, qualcosa di rugby capisci davvero...