Le Fiamme Oro Rugby chiedono più attenzione a FIR
Sul progetto "Ready to grow", i giovani e l'alto livello
«Ci aspettiamo maggiore attenzione e considerazione da parte della struttura tecnica federale e regionale, per il lavoro che stiamo facendo insieme alle società del progetto "Ready to grow" e per quelle che vorranno unirsi». Firmato Fiamme Oro rugby. In un comunicato stampa ufficiale.
Che a chiedere maggiore attenzione alla Fir, perché quella fin qui fornita è insufficiente, siano le Fiamme Oro è una notizia. Il club della Polizia di Stato non è fra i firmatari del documento dei "ribelli" del campionato di serie A Elite (Petrarca, Rovigo, Valorugby, Viadana e Lyons). La sua presa di posizione nei riguardi della federazione è relativa a un progetto di sviluppo giovanile, che a Roma svezza i talenti che si lasciano scappare centri di formazione e accademie federali. Un progetto premiato dalla convocazione di tre giocatori (Luca Bellucci, Ferdinando Fusari, Alessio Pensieri) al raduno dell'Italia Under 20 il 17-19 novembre a Parma.
SVEN VALSECCHI - «Come società non possiamo che essere soddisfatti per queste convocazioni – dichiara il direttore tecnico cremisi, Sven Valsecchi – sono il risultato di un progetto iniziato anni fa e che sta dando i suoi frutti, anche grazie alla sintonia a livello tecnico che c'è tra chi si occupa della prima squadra e chi è deputato alla gestione dei nostri settori giovanili».
LE PAROLE DI NIGLIO - «Le convocazioni sono il frutto di una progettualità e di una strategia in cui crede il club – dice il vice presidente, Tommaso Niglio – In quest'ottica s'inserisce la volontà delle Fiamme Oro di voler continuare a collaborare fattivamente nella formazione di atleti per l'alto livello, fornendo, così come già avviene, tecnici e preparatori atletici qualificati per il rilancio del settore tecnico federale. Il progetto "Ready to grow", promosso in collaborazione con altri club dell'area di Roma sud (Rugby Roma Olimpic, Rugby Ostia) sta portando alla ribalta una serie di giovani atleti con qualità interessanti, che non sono stati mai considerati da alcuna struttura tecnica regionale o federale. Un modello che auspichiamo in un prossimo futuro si allarghi, sia coinvolgendo anche società di altre zone della Capitale, sia diventando una progettualità che possa andare oltre confini regionali allargandosi ad altre realtà del Centro e Sud Italia. Tra il rugby professionistico e quello strettamente amatoriale esiste uno spazio intermedio, che può offrire possibilità di crescita individuale e sportiva a giovani atleti. L'obiettivo è costruire un'opportunità proprio per tutti quei giovani atleti che, inspiegabilmente, sfuggano, o sono già sfuggiti, al sistema di selezione vigente».