Eccellenza: Andrea Cavinato su playoff, retrocessione e arbitri
Andrea Cavinato, il secondo trevigiano (il primo fu Lucio Boccaletto) a sedere sulla panchina del Petrarca. I bianconeri, nell’anno del 70esimo anniversario della fondazione del club, non fanno mistero di puntare allo scudetto. Hanno chiuso il 2016 al secondo posto dietro Calvisano e sono attesi da un gennaio decisamente complicato che prevede le sfide, in rapida successione, con San Donà, Mogliano, Calvisano e Viadana.
ï I numeri dicono di un Calvisano primo da solo quasi a punteggio pieno e gli altri a inseguire. Manifesta superiorità? Calvisano più forte di tutti senza se e senza ma?
- “Calvisano ha avuto fortuna, tanta e di natura diversa. In primo luogo il calendario, decisamente favorevole. E poi Novillo. Non sarà solo fortuna, lo ammetto, va dato atto a chi lo ha scelto di aver visto giusto. Novillo comunque è il vero valore aggiunto della squadra. Con lui apertura la macchina va, e anche molto bene.”
ï Chi si è espresso al di sotto dei propri standard e delle proprie potenzialità?
- “Rovigo e Fiamme Oro, le uniche due squadre, oltre a Calvisano, ad avere una struttura professionistica propriamente detta. Per il gioco espresso e per i risultati.”
ï E il Petrarca?
- “Ha i punti che avevamo previsto di avere dal 31.12. Ha perso la partita con Rovigo subendo mete che solo l’arbitro ha ritenuto regolari.”
ï Parlando di arbitri: come giudica il livello attuale dei fischietti italiani in Eccellenza?
- “ Dividerei la classe arbitrale in due distinte fasce: i giovani emergenti che, nel complesso, dimostrano di avere un atteggiamento corretto e costruttivo nella gestione della gara e nel rapporto con i giocatori in campo. Poi ci sono i non più giovani, quelli che emergenti lo sono stati: di loro non mi piace la supponenza e il rifiuto di ogni forma di collaborazione. E poi…”
ï E poi?
- “E poi c’è un discorso più ampio da fare. Quello dell’autoreferenzialità della categoria. Gli arbitri si valutano e si giudicano fra di loro, quasi sempre assolvendosi. Come i magistrati. Insomma… E non mi vengano a dire che, essendo dilettanti e poco pagati…”
ï In effetti lo sono
- “Bene, allora il sabato lo trascorrano all’Ikea o al centro commerciale con la famiglia, e non su un campo da rugby a mettere in crisi il lavoro di gente che si occupa di rugby per mestiere! E non accetto neanche la storiella che: siccome sbagliano i giocatori, è naturale e logico, praticamente scontato, che sbagli anche l’uomo con fischietto!”
ï Perché?
- “ Perché non è vero che le cose sono sullo stesso piano. Un giocatore che sbaglia danneggia se stesso e la propria squadra, un arbitro che sbaglia danneggia il lavoro di altri, lui non paga mai!”
ï In termini di progressione di carriera, forse sì…
- “ Non mi risulta”
ï Torniamo al campionato: Calvisano e Petrarca già ai play off (l’intervistato si tocca dalle parti del bacino, ndr), a chi gli altri due posti in semifinale?
- “ Mi piace come gioca Mogliano, ma ha una rosa non all’altezza e troppi infortuni. Dico: Rovigo, Fiamme Oro e Viadana. Due di queste.”
ï Petrarca ha giocato e vinto con Lazio, Reggio e Piacenza. Quale è parsa la candidata più accreditata alla retrocessione?
- “Reggio, senza alcun dubbio. Gioca un rugby obsoleto e poco efficace. Sotto la media della concorrenza. Non mi pare abbia le risorse tecniche per meritare l’Eccellenza.”
ï Qualche idea per rilanciare il campionato di Eccellenza?
- “Tre cose semplici e fattibili: anticipare di un mese l’inizio della stagione regolare, partite tutte di sera a settembre. Avremo più pubblico e più seguito. Creazione di un sito dedicato all’Eccellenza. Servizio statistiche a cura della Fir a disposizione delle squadre, con riportati i dati relativi ai giocatori e agli arbitri.”
Andrea Cavinato intervistato da Giorgio Sbrocco per Rugbymeet
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Foto Elena Barbini