Pronti al Cambiamento: “Noi non siamo contro la Federazione, noi siamo per una Federazione diversa”
E’ stato presentato ufficialmente ieri alla stampa ‘Pronti al Cambiamento’, il gruppo capeggiato da Marzio Innocenti che si candiderà alle prossime elezioni federali in autunno come alternativa all’attuale presidenza di Alfredo Gavazzi. L’incontro, tenutosi presso la sala Brauer a Milano, ha avuto come relatori Marzio Innocenti, candidato alla presidenza, Emanuele Lusi, consigliere del Comitato Regionale del Lazio e revisore legale di società, Federica Montanarini, presidente della Junior Rugby Brescia, Salvo Pezzano, dirigente del CUS Catania ed ex manager dell’Accademia FIR di Catania, Giovanni Poggiali, Presidente della franchigia Romagna Rugby RFC e del Comitato Elettorale di Pronti al Cambiamento, e Roberto Zanovello, presidente del CUS Padova Rugby.
Marzio Innocenti, numero uno del Comitato veneto, è appoggiato da Amerino Zatta, presidente del club numero 1 in Italia - Benetton Treviso - e rivale di Gavazzi alle ultime elezioni federali ma anche da Diego Dominguez, tecnico del club più ricco al mondo - Tolone -, che non ha mai nascosto le sue critiche alla gestione di Gavazzi.
Di seguito i temi trattati e il comunicato ufficiale di Pronti al Cambiamento:
Otto linee-guida che costituiscono l'architrave dell'intero progetto:
RIPORTARE I CLUB AL CENTRO DELLA ATTIVITA' FEDERALE
IMPIANTISTICA
FORMAZIONE TECNICI E DIRIGENTI
ACCADEMIE E CENTRI DI FORMAZIONE
ALTO LIVELLO MASCHILE, FEMMINILE, NAZIONALI, SEVEN
CAMPIONATI REGIONALI, NAZIONALI, PRO12
PROGETTO PER LA TUTELA ED IL BENESSERE DEL GIOCATORE FIR
GESTIONE TRASPARENTE E CONDIVISA DEI FONDI DI BILANCIO FIR
"Tutto non può che partire dalla ricollocazione al centro dell'intero sistema federale dei Club e delle persone che li fanno vivere giorno per giorno, e con essi della loro espressione territoriale più diretta, i Comitati Regionali" uno dei passaggi salienti dell'intervento di Marzio Innocenti. "Senza questa base solida e motivata, non esiste alcun cosiddetto Alto Livello che possa stare in piedi, e ciò passa anche attraverso una profonda revisione del sistema di formazione fin qui adottato impiegando risorse importantissime tra Centri di Formazione e Accademie Federali, a fronte dei fallimentari risultati sportivi e organizzativi che sono sotto gli occhi di tutti".
"Noi non siamo CONTRO la Federazione, noi siamo PER una Federazione diversa, che torni ad essere l'espressione del nostro movimento e non solo di alcuni interessi elitari o di parte, restituendo al rugby italiano quell senso di appartenenza e di orgoglio che gli ultimi anni di gestione per molti versi scellerata hanno pericolosamente disperso".
"A fine 2011 la FIR disponeva di liquidità disponibile per 11 milioni di Euro, con una esposizione debitoria inesistente. A fine 2014 i dati sono di 3 milioni di liquidità disponibile ed una esposizione debitoria per 4,5 milioni", ha raccontato Emanuele Lusi. "Credo che questo fotografi molto chiaramente quanto fallimentare sia stata la gestione del nostro patrimonio rugbystico, con nomi e cognomi per quanto riguarda delle responsabilità precise. Pronti al Cambiamento vuole fortissimamente dire no a tutto questo, proponendo meccanismi e criteri improntati alla massima trasparenza, così come chiesto a gran voce dalla nostra base".
"Se i problemi del rugby italiano sono molti, quelli del rugby nel Sud d'Italia lo sono moltiplicati per cento", la testimonianza del catanese Salvo Pezzano. "Da noi la Federazione è di fatto assente, a fronte di una difficoltà nel tenere in piedi le attività che giorno per giorno si fa più grande non ci sono più dei reali referenti istituzionali, e questo sta accelerando la sparizione di realtà importantissime. L'Accademia di Catania, da questo punto di vista, è un fondamentale presidio, un punto di riferimento per tutto il nostro territorio, ma quando è stato chiaro che I ragazzi che la frequentano non sono considerati come il fine ultimo ma semplicemente come il mezzo per giustificare certi investimenti e certe posizioni in ambiente federale, né io né molti altri come me hanno voluto tacere e adattarsi, trovando in Pronti al Cambiamento un'alternativa credibile su cui investire energie ed aspettative".
Appassionati anche gli interventi di Giovanni Poggiali e di Federica Montanarini, presidenti di società con storie diverse ma accomunati dalla medesima esperienza di dirigenti alle prese con una passione sincera da una parte e con i problemi della quotidiana gestione dall'altra. "Mentre in Emilia il rugby è riuscito a mettere radici importanti, da noi in Romagna questo non è mai realmente accaduto, e così ho deciso di mettere a servizio del mio amato rugby la mia esperienza di imprenditore internazionale, cercando di replicare quelle realtà di rete e di collaborazione che altrove funzionano", la storia di Poggiali, impegnato da anni in un difficile ma riuscito esperimento di franchigia territoriale come il Romagna RFC. "I nostri tesserati sono più che raddoppiati, ma i problemi rimangono molti e la Federazione non è mai stata per noi quel sostegno e quell'interlocutore che ci saremmo aspettati. Lavorare insieme per costruire qualcosa che da soli sarebbe impossibile stata la molla per il nostro progetto, ed è la stessa molla che Pronti al Cambiamento intende attivare su scala nazionale, convincendoci della bontà di un progetto che più passa il tempo, più sta trovando riscontri nelle altre società con cui ci stiamo confrontando".
"A Brescia la situazione è particolarmente delicata, per noi che rappresentiamo con orgoglio un Club che ha costruito la storia di questo sport in Italia ma che non facendo parte di certe cerchie trova quotidianamente ostacoli enormi", si è collegata la Montanarini. "Alcuni anni fa abbiamo deciso di salvare questo patrimonio rugbystico che nessuno a livello né federale né locale sembrava intenzionato a sostenere. L'incontro con Pronti al Cambiamento ci ha permesso di trovare quella sponda di competenze e di sensibilità che a livello istituzionale non avevamo più, un'adesione al nostro modo di vedere il rugby e le sue priorità che abbiamo subito sentito profonda e sincera".
Ha poi chiuso gli interventi Marzio Innocenti: "Parlare dei risultati sportivi del rugby italiano in questo momento è come sparare sulla croce rossa, con la Nazionale maggiore che vince circa il 9% dei suoi incontri contro quelle che la precedono nel ranking mondiale, con l'Under 20 che non tocca il 4% di vittorie nel suo Sei Nazioni di categoria, con le rappresentative italiane di Pro12 che tra loro si giocano l'ultimo o il penultimo posto. Tutti noi però amiamo l'azzurro e il nostro sport, e ogni energia sarà spesa per fare in modo che la tendenza sia invertita, ben consapevoli che le risorse più importanti arrivano tramite la Nazionale ma che questo non è prescindibile da una competitività che attualmente è di fatto inesistente".
"Se è vero che il rugby può essere gestito come un'azienda, io dico che questa azienda deve essere un'azienda etica, dove al fatturato venga anteposto l'interesse primario dei nostri giocatori, delle nostre società e dello sviluppo della nostra base, che sono e devono essere il vero business della Federazione, in discontinuità con quanto avvenuto negli ultimi anni. Pronti al Cambiamento è pronto alla sfida, e di fronte ad una scelta mai così determinante siamo certi che il rugby italiano saprà dare fiducia ad un progetto ambizioso ma basato sui principi di trasparenza, competenza, sostenibilità e passione vera per il nostro sport".