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In questo momento di crisi e incertezza globale c’è qualcuno che ha le idee molto chiare, almeno per quanto riguarda il massimo campionato domestico. Dopo aver visto la Rugby Rovigo a capo dell’opposizione, oltre che della classifica momentanea di Top12, per valutare la possibilità di tornare a giocare le restanti partite di campionato, abbiamo chiesto il parere sulla situazione al capo allenatore rodigino Umberto Casellato. La Fir ha annullato di fatto la stagione 2019/20 annunciando inoltre la somma (1,6 milioni di Euro) destinata alle squadre in aiuto alla crisi. Casellato propone una Unità di crisi per risolvere le problematiche e un prossimo campionato a 6 squadre. Ecco l’intervista all’ex mediano di mischia di Benetton e Italia.

 

Sono sorte polemiche riguardo all’atteggiamento di Rovigo e altre squadre in merito alla sospensione del campionato, qual’è la tua valutazione?

Qualsiasi posizione avessero preso Rovigo e Reggio, sicuramente avrebbero creato polemiche e malumori. Per vari motivi nell’immaginario collettivo siamo i due club rivoluzionari”.

 

Perché rivoluzionari?

“Perché abbiamo due presidenti che mettono di tasca propria una fetta del loro  patrimonio. Zambelli e Grassi dirigono aziende e a volte hanno una visione diversa da quella della gestione federale; ho detto diversa, non giusta o sbagliata. E visto che le loro aziende sembra vadano bene, a volte coinvolgerli non sarebbe un’idea sbagliata a mio avviso.”

 

Quindi si sarebbe dovuta posticipare la chiusura dei campionati?

Ripeto quello che ho detto qualche settimana fa: avremmo dovuto confrontarci prima con il CONI, è a capo di tutte le federazioni sportive, e in quanto tale, coordina e prende decisioni per il bene dello sport. Stiamo parlando di un problema collettivo, non solo di rugby o calcio o basket, il coronavirus è come sappiamo un problema di tutti noi.”

 

Eravate primi con un discreto vantaggio di punti in classifica, i playoff erano quasi matematici, sarebbe potuto essere un anno vincente. Vi sentite privati dello scudetto?

Di certo a Rovigo nessuno avrebbe voluto questo “scudetto virus”, penso però che gli investimenti dei vari club vadano riconosciuti. In base alla classifica, bisognerebbe riflettere per quanto riguarda i contributi erogati da Fir per la stagione 2020-21. Penso che tra la prima e l’ultima ci siano delle differenze e queste vanno riconosciute, soprattutto a livello di investimenti. A questo proposito dovrebbe decidere un’unità esterna.”

 

Unità esterna?

Stiamo parlando di una crisi e di una situazione che non ha precedenti nella nostra storia recente, a mio avviso la Federazione dovrebbe istituire una commissione esterna indipendente, forse che non sappia nemmeno cosa sia il rugby e analizzi solo numeri, budget, impiantistica e per quanto possibile vada a conoscere club per club dal Top 12 alla serie A/B per capire le problematiche. Qualcuno che aiuti i club a compilare moduli e ad espletare la burocrazia che in Italia, purtroppo, a volte ti fa ricevere contributi che altrimenti non avresti portato a casa. Chiamiamola UNITÀ DI CRISI, ripeto e sottolineo ESTERNA e INDIPENDENTE, è fondamentale.”

“Dovrà essere composta da professionisti pagati per portare a termine questo lavoro. Parlo di commercialisti, avvocati e qualche professionista della sanità.”

 

Parliamo della prossima stagione. Come si muoverà Rovigo ?

Rovigo è in difficoltà come molti altri club, l’allestimento del mercato dipenderà ovviamente dal budget che ora, in questo momento di incertezza, ancora non conosciamo”.

 

Spostiamoci sul piano tecnico, come potrà crescere il rugby in Italia già dalla prossima stagione? Ma prima, come si potrà riprendere dopo l’epidemia?

“Questa lunga e inaspettata crisi deve far riflettere, riflettere su chi può sostenere il campionato come si deve, a livello di personale e strutture.”

“Il calcio a breve ripartirà con tutte le precauzioni per poter far allenare e giocare tutte le squadre di professionisti. Quante squadre del massimo campionato di rugby hanno le strutture per fare questo? Quante sono organizzate per poter reggere maggiori controlli e precauzioni?”

“Le squadre organizzate per affrontare tutto ciò sono Rovigo, Reggio, Fiamme Oro e poche altre.”

 

Quindi cosa consigli?

“Mettiamo che siano sei le squadre in grado di rispettare certi requisiti? Ok, facciamo un campionato a 6 squadre. In questo modo si alzerà il livello, vedremo più gente allo stadio, i giocatori di queste sei squadre avranno più possibilità di essere realmente utili alle franchigie di PRO14 come permit, in modo da potersi guadagnare un eventuale contratto con Benetton o Zebre.”

 

Ma così si giocherebbero metà delle partite. Come funzionerebbe la formula retrocessione o scudetto?

“Meno partite? Meglio così. I playoff si potrebbero giocare come in Francia con tutte le prime sei squadre coinvolte, nessuna retrocessione.”

 

Nessuna retrocessione? Come in PRO14 o in Super Rugby?

“Esatto, retrocessioni bloccate per 5 anni, in questo modo le sei squadre avrebbero la possibilità di crescere tecnicamente e strutturalmente. In questo modo si può programmare e investire. Questa è la strada per crescere”.

 

 

Foto Elena Barbini