RWC 2023: Perché un Mondiale in Irlanda converrebbe a World Rugby
Fra meno di un anno World Rugby annuncerà la nazione che ospiterà al 10a edizione dei Mondiali di rugby. Edizione storica per varie ragioni: sarà, appunto, la 10a nella storia e con ogni probabilità il numero di squadre partecipanti salirà a 24 con un allargamento da 4 a 6 gironi. Più spettatori, più sponsor, più ascolti tv... più soldi!
In lizza sono rimaste Irlanda, Francia e Sud Africa, con le ultime due candidate già organizzatori delle RWC 1995 e 2007. Con i francesi che vorrebbero portare a casa la combo Olimpiadi+RWC, anche se fino ad ora l'attenzione del governo e del comitato organizzatore è per i giochi olimpici.
L'Irlanda invece non ha mai organizzato l'evento (o meglio non esclusivamente, visto che Landsowne Road è stata sede di diversi incontri delle World Cup passate) e sente vicina la possibilità di ottenere la grande chance. Diversi i fattori che potrebbero aiutare la "Terra Verde" a diventare la sede della prossima Coppa del Mondo. Non soltanto il sostegno di World Rugby, che avrebbe garantito già 27 voti all'Irlanda, circa il 40% dei voti necessari all'assegnazione, ma anche il sodalizio con la GAA (Gaelich Athletic Associaction) l'associazione irlandese che gestisce gli sport gaelici, proprietaria degli stadi irlandesi più grandi del paese (Croke Park in primis) e che negli anni si è sempre opposta all'organizzazione di sport britannici nei propri impianti. Nel 2007 l'accordo con IRFU e FAI permise una deroga allo statuto GAA, facendo sì che le nazionali di rugby e di calcio potessero giocare le partite casalinghe al Croke Park. L'accordo, scaduto nel 2011, è stato fatto nuovamente nel 2014 e stavolta consentirà all'IRFU di sfruttare tutti gli impianti GAA per la Coppa del Mondo, che saranno ristrutturati per tale evento con il grosso delle spese sostenute dal governo e dall'IRFU.
Ma oltre questo quali sono i vantaggi per il World Rugby di una Coppa del Mondo in Irlanda
DISTANZE: il mondiale in Giappone ridurrà l'approdo di tifosi provenienti dalle zone in cui il rugby è in fase di crescita; in linea generale saranno di meno i tifosi che sosterranno le spese per raggiungere la terra del sol levante per seguire la propria nazionale. Questo ovviamente varrebbe anche per un mondiale in Sud Africa. L'Irlanda invece è sicuramente più vicina per le nazioni europee e sarà un modo per World Rugby per rifarsi sulla vendita dei biglietti.
IMPIANTI: Sotto questo aspetto l'Irlanda è meno preparata delle altre due candidate. Però le possibilità di ristrutturazione ci sono e gli impianti non sono per niente piccoli (il Croke Park raggiunge gli 82.000 posti, l'Aviva Stadium ne ha 51.700, il Pairc Ui Chaoimh ne ha 45.000, altri tre impianti raggiungeranno i 40.000 posti). Il Sud Africa ha stadi più grandi e all'avanguardia (quelli del Mondiale FIFA 2010) ma la manutenzione costa di più. La Francia ha a disposizione i nuovi impianti di Euro 2012, ma la FFR e World Rugby dovranno scendere a patti con la Federcalcio francese, perchè il mondiale si gioca durante l'inizio di stagione della Ligue 1.
PREPARAZIONE MENTALE: Se la Francia è consapevole che tutto passerà per la scelta del CIO (che deciderà a maggio 2017) l'Irlanda è psicologicamente pronta ad organizzare l'evento rugbystico. Ha già un buon sostegno economico, soprattutto da parte delle banche. La Brexit non rovinerà l'approdo di tifosi britannici grazie ad accordi bilaterali con il Regno Unito. In Irlanda c'è la consapevolezza che l'evento rilancerà l'economia interna dopo gli anni di crisi economica.
MARKETING: Come annunciato sarà la 10a edizione. La Coppa del Mondo raggiungerà per la prima volta la doppia cifra. Quale occasione migliore per festeggiare l'evento nella città della "Rugby House", a Dublino, li dove ha sede il governo mondiale del rugby.
Foto Elena Barbini