Il Colosseo scenario iconico per la presentazione 6 Nazioni
Prima volta a Roma. In tutto 185 milioni di fans. Il 23 febbraio saluto a Parisse
Per la prima volta in 25 anni il 6 Nazioni di rugby ha vissuto la sua presentazione generale a Roma. Il luogo dove lanciare il torneo non poteva che essere quello più iconico per dei moderni gladiatori come sono i rugbisti oggi. Le fotografie di rito dei capitani, del trofeo e degli allenatori sono state così fatte fra le suggestive mura del Colosseo.
L'arena iconica
«La più grande arena del mondo è il luogo perfetto per un momento iconico con i capitani e gli allenatori del 6 Nazioni - scrivono gli organizzatori in un comunicato - Ricco di storia, ma sempre nuovo, il 6 Nazioni mette i migliori giocatori e le migliori nazionali europee sul palcoscenico. Nel 2024, 185 milioni di appassionati in 64 Paesi lo hanno visto, mentre sono 4 milioni i follower sui social.
Un campionato sempre più competitivo
Il Guinness Six Nations Maschile non è mai stato così equilibrato, come dimostrano le statistiche dell'edizione 2024. Con una media di 45,9 punti per partita, 5,3 mete segnate a partita e margini di vittoria ridotti (8,9 punti in media), il torneo è diventato sempre più avvincente. Inoltre, il numero record di rimonte (5) e di vittorie da parte delle squadre meno quotate (4) evidenzia quanto il torneo sia diventato imprevedibile.
LE DICHIARAZIONI
Tom Harrison, CEO del Six Nations Rugby
«Il Sei Nazioni è un evento unico nel panorama sportivo, l'occasione annuale più amata del rugby. Le quindici partite, distribuite su cinque turni, rendono ogni momento cruciale, non solo per i giocatori, ma anche per i milioni di tifosi che contribuiscono a rendere speciale l'esperienza del torneo. È significativo essere a Roma per celebrare l'inizio di questa edizione e i 25 anni dall'ingresso dell'Italia nel torneo».
Andrea Duodo, Presidente della Federazione Italiana Rugby
«Il 5 febbraio del 2000 è una data indimenticabile per ogni rugbista italiano, un giorno che ha cambiato per sempre il nostro sport in Italia. Abbiamo vissuto venticinque anni entusiasmanti, anche se non sempre facili, tra pomeriggi da dimenticare e altri che ricorderemo per tutta la vita. Abbiamo dato al Torneo giocatori straordinari, e non posso non ricordare che Sergio Parisse, con le sue sessantanove apparizioni, è l'atleta più presente negli oltre centoquarant'anni di storia del Sei Nazioni. Non voglio rovinare la sorpresa ai nostri tifosi, ma lo ritroveremo il prossimo 23 febbraio a Roma contro la Francia per il saluto che merita dalla sua gente. Oggi, per questa prima volta del lancio mondiale nel nostro Paese, possiamo guardare indietro con orgoglio a questo quarto di secolo di partecipazione italiana, ma soprattutto guardare avanti, al futuro che aspetta noi e tutto il Torneo. Il Sei Nazioni è il più grande torneo di rugby al mondo, e siamo orgogliosi che quest'anno possa partire da Roma».