OVALIA: Quando i Falchi provano a volare
Appena conclusa la telefonata che ho avuto oggi pomeriggio con Michele Campanella, presidente del Torremaggiore Rugby, tra me e me ho pensato: non c’è bisogno di aver mai giocato a rugby per possederne a pieno lo spirito. Si, perchè Michele a Rugby non ha mai giocato, ma avrebbe tanto da insegnare a gente che calca i campi da una vita e ancora non ci ha capito molto!
Ma andiamo per ordine, così capirete perchè ho fatto questo piccolo preludio.
Torremaggiore è un paese di circa 20.000 abitanti in provincia di Foggia. A Gennaio quattro appassionati di palla ovale lanciano un appello su Facebook per reclutare ragazzi, così da poter formare una squadra. Nel giro di un mese sono già una trentina e, sotto la supervisione tecnica di Giuseppe Lavacca ( ex giocatore del CUS Foggia), iniziano gli allenamenti al campo sportivo del paese dauno. A Giugno nasce ufficialmente la società, che può contare su più di 50 giocatori. Fino a qui, tutto liscio come l’olio.
L’inizio dei problemi per i Falchi è a Luglio, quando la squadra effettua la sua prima iscrizione al campionato di serie C. Da qui in avanti i ragazzi di Campanella iniziano a subire continui atti di “sabotaggio”: il buon terreno in erba viene riempito da ben 5 tir di sabbione ( “per ridurre le spese di manutenzione” ); gli spogliatoi vengono fatti trovare sempre chiusi o, quando si ha la fortuna di trovarli aperti, la caldaia è staccata; inoltre, nonostante già questi ragazzi debbano allenarsi su un campetto di ridotte dimensioni, sono costretti a levare i pezzi di vetro che “magicamente” appaiono sul terreno.
I falchi stringono i denti, con la promessa da parte del sindaco di poter disputare il campionato nel proprio stadio. Ma, arrivato Ottobre, la situazione invece di migliorare si esaspera ulteriormente, perché inizia il lungo pellegrinaggio della squadra di Torremaggiore. Si invertono i campi delle partite contro il Tigri Bari e il Potenza Rugby e si gioca a Foggia contro il Rugby Granata. Tutto questo perché il campo è sempre risultato occupato per tutta la giornata. “Siamo sempre stati disponibili ad adeguarci ai turni del calcio” afferma Campanella – “ma ricevere comunicazione della indisponibilità del campo il venerdì pomeriggio, ad un giorno e mezzo dalla partita, è troppo. Nella partita che avremmo dovuto giocare in casa contro il Bari il campo era libero, non c’era nessuno. Ma ci hanno detto il contrario”.
La scorsa giornata, dopo aver sentito nuove fantasiose scuse ( un ipotetico evento Telethon o una fantomatica ispezione della caldaia la domenica alle 11), la tenacia di Michele finalmente ha dato i suoi frutti, permettendo ai Falchi di poter giocare il derby in casa contro il Foggia davanti a tanti spettatori entusiasti da questo “strano” spettacolo. Bisogna però ringraziare anche le Forze dell’Ordine se questo è potuto avvenire. Senza l’intervento del locale Comando dei CC, le squadre non sarebbero potute entrare nell’impianto sportivo a causa del blocco messo al cancello da parte di un personaggio non meglio identificato, nominato da non si sa da chi “custode” ed in possesso non si sa come delle chiavi del campo.
“Noi andremo avanti, senza lasciarci intimorire da questi atti intimidatori. Chiedo solo una cosa al mondo del rugby: SOSTEGNO! Non chiedo finanziamenti ma aiuto e consigli, anche di tipo legale, affinché questa situazione possa finire!” conclude il presidente.
Alla fine di questo “racconto” si può giungere solo ad una conclusione: in questa storia, di sport, non ce n’è manco l”ombra. Qui c’è la ben precisa volontà da parte di qualcuno di ostacolare in tutti i modi i ragazzi del Torremaggiore. Ma per quale motivo? Per puro campanilismo o semplicemente perché offrire una visione diversa delle cose può mettere qualcuno in cattiva luce?
Si sa solo una cosa: Michele Campanella, aiutato da Lorenzo De Santis, Ludovico Tardio e Antonio Bongo ( gli altri dirigenti della squadra), non cederanno di un passo davanti a questi soprusi e continueranno verso la meta finale, ovvero GIOCARE A RUGBY A TORREMAGGIORE!