Italia - Irlanda 16-26: le pagelle
Che peccato. L’abbiano pensato in tanti al fischio finale, per molte ragioni. La vittoria mancata innanzitutto, in un match che incredibilmente, visto l’aria che tirava alla vigilia, ci ha visto duellare ad armi pari per quasi tutto il tempo. Il punteggio conclusivo, che ci lascia a bocca asciutta, appena oltre il break, nonostante impegno e occasioni. I punti mancati nei calci piazzati, ben dieci, contro una sola trasformazione mancata dall’Irlanda. E anche un paio di mete concesse in modo troppo semplice, tra cui quella regalata a Stockdale nel primo tempo – e subito dopo aver piazzato – che a lungo andare hanno fatto la differenza permettendo a un Irlanda insolitamente imprecisa di tornare a casa con cinque punti.
Ha fatto discutere e arrabbiare anche la scelta del ct Azzurro di andare per i pali alla fine. Una scelta conservativa, comprensibile a livello pratico, ma che fatalmente non ci ha portato quanto sperato lasciando McKinley con la scimmia sulla schiena e gli altri giocatori con la frustrazione di non aver potuto dare tutto il possibile come avevano meritato sul campo. Ripeto, peccato. Sperando che serva di lezione. Detto ciò, questo è l’atteggiamento che vorremmo sempre vedere da parte della nostra Nazionale, che ha perso a testa alta contro la squadra al secondo posto del ranking mondiale e che negli ultimi incontri ci aveva sempre bastonato con scarti tra i 40 e i 50 punti.
Le pagelle:
Hayward. Partita di assoluto spessore, ai limiti della perfezione. In difesa copre alla grande, esibendo grande prontezza di riflessi e salvando la meta sulla fuga di Earls con un recupero prodigioso, in collaborazione con Padovani. In attacco guadagna sempre la linea del vantaggio e scava ferite profonde al largo in occasione delle mete. Il migliore. Voto 8
Padovani. Sempre più convincente in un ruolo in cui le sue doti tecniche e il senso della posizione gli permettono di brillare nonostante non sia il nostro miglior velocista. Sale troppo in fretta sulla meta di Stockdale ma per il resto interpreta la gara con splendida attitudine agonistica e soprattutto si fa trovare pronto quando serve, portando a casa la terza meta in tre partite. Satisfaction. Voto 7
Campagnaro. Tra i pochi che rischiano la sufficienza. L’impegno e la classe non sono in discussione. Resta il centro Azzurro con le maggiori potenzialità in fase di penetrazione ma sbaglia troppo: l’avanti sul calcio di ripresa, anche se era coperto, regala la meta a Stockdale, poi perde un paio di palloni a contatto. Si riscatta parzialmente nella ripresa, guadagnando metri e distribuendo bei passaggi in avanzamento. Voto 6 -
Morisi. Una meta del genere, segnata in faccia a un terza linea irlandese e che ci porta in vantaggio prima del riposo, mette in secondo piano errori, incertezze e palloni passati male. Buona anche la sua prova difensiva, dove sgarra solo su quel buco del folletto Earls. 7 +
Esposito. Partita poco appariscente ma di sostanza per la nostra ala sinistra. Trova meno spazio rispetto a Padovani ma quando gli arriva la palla abbassa l’elmetto e carica la difesa, riuscendo sempre a restare in campo per dare continuità all’azione. Voto 6 +
Allan. Il nostro mediano d’apertura paga dazio nei calci piazzati, regalando sette punti alla controparte, di cui almeno il primo calcio da posizione centrale. Troppi e troppo importanti contro un simile avversario. Da qui il voto basso. C’è da dire però che si è fatto vedere sia nei recuperi palla sia trovando belle soluzioni, di passaggio e di sostegno in velocità, in occasione delle mete, a conferma della maturazione come regista. Voto 5/6
Tebaldi. Con Hayward il migliore in campo. Tito ha fatto una partita mostruosa, recuperando due palloni in ruck in difesa per poi ripartire in maniera superba, ispirando entrambe le nostre mete. E’ riuscito ad alzare il ritmo nei momenti propizi e ad usare il piede tatticamente e in profondità con acume. Peccato per un paio di calcetti inutili ad inizio gara, per l’interno concesso a Earls e per quel passaggio a Zanni, con gli Azzurri a caccia della terza meta, che grida vendetta. Non a caso si scusa con i compagni. Voto 7.5
Steyn. Match giocato con la consueta fisicità, in cui la sua attitudine alla battaglia è stata utile soprattutto in fase di contenimento. Non brilla in attacco come altre volte, facendosi anche rubare dalle mani un pallone da Aki nei minuti di partita, ma tiene il campo egregiamente per tutti gli ottanta minuti. Voto 6 +
Tuivaiti. Parte un po’ titubante, perdendo palla a contatto e facendosi fischiare un fallo evitabile in ruck per un rotolamento dalla parte sbagliata, finendo così per intralciare quel volpone di Murray. Poi però ci mette tanto cuore e tutta la sua potenza, sia nei placcaggi sia come ariete. Nel complesso una prestazione sufficiente. Voto 6
Mbanda. Deve assolutamente controllare la sua esuberanza agonistica perché nei primi tredici minuti viene beccato due volte in fallo su punti d’incontro. Una terza linea delle sue qualità non può fare certi regali. Viene anche preso di sorpresa sulla meta di Stockdale, mancando il placcaggio. Cresce di consistenza e intensità con il passare dei minuti ma è costretto a cedere ad inizio ripresa per i colpi subiti. Voto 5.5
Budd. In rimessa laterale si fa rispettare, tamponando con gran mestiere i tentativi di avanzamento in drive. Non altrettanto bene sui calci d’avvio, dove più volte valuta male il punto di caduta della palla permettendo agli irlandesi di rubarcela. Placca come un fabbro ma scala all’esterno troppo presto con Tebaldi sulla terza meta dei verdi d’Irlanda. Continua a macinare in spinta e a contatto fino al fischio finale. Voto 6
Ruzza. Mette in mostra più volte le doti di ball carrier difficile da marcare, per l’abilità nel mettere dubbi alla difesa con finte e off-loads. Adorabile quando si trova a poter accelerare sul lato chiuso. Nel breakdown è meno accurato rispetto alle precedenti uscite, in particolare a tre minuti dalla fine sotto i pali quando va troppo lungo rendendo ostica la pulizia ai compagni, pescati ad entrare lateralmente. Voto 6.5
Ferrari. Prestazione lineare per il nostro pilone destro. Si presenta male, finendo in croce nella prima mischia. Per fortuna sistema subito le cose in spinta, permettendo alla squadra di sfruttare una piattaforma stabile per le partenze di numero otto e mediano. Non era scontato contro un pack del genere. Voto 6
Ghiraldini. Leading by example, amano sintetizzare gli inglesi quando un capitano conduce la squadra spianandogli la via coi fatti. Dalle mischie, dov’è chiaro subito che ci sarà stabilità, alle touche lanciate con poche imprecisioni, dai placcaggi senza sconti agli avanzamenti palla in mano, spesso con piroette, veroniche e uscite dal frontale, Leo Ghira è un faro dal primo all’ultimo minuto. Voto 7.5
Lovotti. Torna mostrandosi sul pezzo, offrendo una prestazione più che sufficiente sia in mischia ordinata sia nel lavoro in giro per il campo. Nel complesso un’ora senza grosse sbavature e con la solita voglia di farsi sentire sugli impatti. Voto 6.5
Zanni. Entra forse prima del previsto, per l’acciaccato Mbandà, portando peso ed esperienza. Tanto lavoro oscuro, pulizie precise e capacità di giostrarsi con diversi compagni in seconda linea. Peccato per la palla non controllata nel finale, sui cinque metri avversari, ma la responsabilità in questo caso non è solo sua. Voto 6 +
Sisi. Il seconda-terza linea delle Zebre continua a convincere. Si presenta con un paio di placcaggi micidiali, fa anche perdere palla a Murray. La voglia di dar battaglia purtroppo lo tradisce in rimessa laterale: è suo il fallo sciocco su O’Mahoney, agganciato quando era ancora in salto, che riporta l’Irlanda in attacco per la quarta meta. Voto 6.5
Pasquali. Mezzora senza particolari sussulti ma tutto sommato discreti. In spinta questa volta non fa rimpiangere Ferrari, segnale che pian piano sta prendendo fiducia. Voto 6
Traorè. Ingresso positivo il suo. In un paio di occasioni bussa che è un piacere, va oltre il vantaggio, crea problemi ai placcatori avversari. Nel finale conquista anche un fallo a favore in mischia chiusa. Voto 6 +
Castello. Gioca poco ma riesce ugualmente a dare velocità e dinamismo alle offensive degli Azzurri a caccia della terza meta. Un atteggiamento e una precisione che gli valgono comunque un giudizio positivo. Voto 6
McKinley. Dispiace molto dovergli dare l’insufficienza ma tant’è. Sbaglia il calcio per andare in rimessa laterale e il piazzato del possibile punto bonus. Forse non era il caso di mettergli tutta la pressione sulle sue spalle, vista la precedente esecuzione, anche se a questi livelli quando si è chiamati in causa bisogna rispondere a tono. Voto 5
N.E. Bigi
N.E. Palazzani
Conor O’Shea. Per la tattica adottata e per come ha preparato la squadra ad un match in cui tutti ci davano perdenti con almeno trenta punti di scarto, merita un applauso. Peccato per l’imposizione di piazzare allo scadere, che ha scontentato capitano, giocatori e pubblico. Sarebbe arrivato un bonus sia inquadrando l’acca sia in caso di meta, questo è fuori discussione. Avevamo perso una touché in attacco poco prima vero. Ma in quel momento era giusto premiare lo spirito indomabile degli Azzurri con un ultimo assalto all’arma bianca. Voto 6
Arbitro Glen Jackson. Non so a voi ma a me non è piaciuta la sua direzione di gara. Non è la prima volta. In mischia ci ha tutelato poco, prendendo un paio di volte con troppa leggerezza le parti degli irlandesi, punendoli una sola volta a tre minuti dal termine. Ha sorvolato sull’ostruzione palese a Tebaldi. Ha visto tutte le nostre entrate laterali, quasi nessuna – compresa una clamorosa sulla penetrazione sotto i pali di Ruzza - sull’altra sponda. Voto 5
Foto Pino Fama
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