I grandi del passato commentano l’amara fine de L’Aquila Rugby Club
Troiani “a L’Aquila il rugby non finisce”
Caione “gli aiuti non sono bastati”
Festuccia “mi auguro che non si ripetano gli errori fatti in passato”
L’Aquila Rugby Club non esiste più, con la rinuncia alla partecipazione al campionato di Serie A si chiude un capitolo di storia del rugby italiano. L’Aquila Rugby, vincitrice di 5 scudetti (1967, 1969, 1981, 1982, 1994), a causa dei numerosi passivi economici delle ultime stagioni ha deciso di chiudere ogni attività sportiva. Dopo solo 4 stagioni L’Aquila Rugby Club (società che ha rilevato L’Aquila Rugby 1936) ha cessato di esistere, alla città rimane il passaggio di consegne con la nuova Unione L’Aquila Rugby, sodalizio nato questa estate dall’unione di quattro società del territorio: Gran Sasso, Polisportiva L’Aquila Rugby (quella storica ndr), Vecchie Fiamme, L’Aquila Nero Verde.
A commentare l’amaro epilogo del club neroverde i grandi del passato:
Il Capitano dell’ultima stagione Carlo Cerasoli: “una rinuncia che fa male. Sono orgoglioso di aver guidato uno splendido gruppo di ragazzi, che ha sempre lottato nonostante le difficoltà, con impegno e serietà.”
Cerasoli Cresciuto è nel vivaio aquilano, nel 2009 è passato alle Fiamme Oro per poi tornare nella sua città nel 2016 “ho trovato nei compagni lo stesso spirito e lo stesso senso di appartenenza della tragica stagione 2008/09, dove sono state affrontate le tante problematiche del sisma e il dolore per la scomparsa di Lorenzo Sebastiani” racconta da il Centro.
“Il mio futuro sarà lontano dai campi da gioco, ma faccio gli auguri alla nuova società Unione L’Aquila Rugby e all’allenatore “Gigi” Milani, ho giocato con lui so che ha le capacità per fare bene anche da tecnico”.
Carlo Caione, ex terza linea capitano e gloria del rugby aquilano forte di 150 partite con la maglia nero verde (36 mete) e 25 caps con l’Italia (4 mete). “Il dispiacere è grande, eravamo a conoscenza delle difficoltà della società, abbiamo dato aiuti concreti che però non sono bastati ad evitare il triste epilogo.”
Gino Troiani, attuale manager della Nazionale e protagonista (estremo ndr) dell’ultimo scudetto vinto nel ’94 al Plebiscito di Padova contro il Milan. “A L’Aquila il rugby non finisce” dichiara Troiani “la città sarà rappresentata dall’Unione. Rimane una brutta pagina di storia e l’analogo caso del calcio impone una riflessione sullo sport cittadino, che ottiene buoni risultati a livello giovanile ma che poi soffre a livello senior.”
Carlo Festuccia, tallonatore aquilano giramondo (Gran Parma, Racing Paris, Crociati, Zebre, Wasps) con 54 caps in Nazionale Maggiore e attuale allenatore degli avanti a Reggio Emilia: “Sono profondamente amareggiato da questa rinuncia. Mi auguro che non si ripetano gli errori del passato in modo da riportare L’Aquila nel posto che merita, ovvero al vertice del panorama italiano”.
“Faccio il mio in bocca al lupo all’Unione e ai tecnici Milani e D’Antonio che conosco bene”.
Luigi Milani, ex giocatore de L'Aquila oggi allenatore dell'Unione