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Non è passato inosservato il riferimento operato da Filippo Frati, nella sua recente intervista a Rugbymeet, ai rapporti del medesimo con Stefano Bettarello, attuale Ds del club di via Alfieri e per anni bandiera della compagine rossoblu polesana. “È una persona che non stimo”, il virgolettato del tecnico del Viadana a una precisa domanda riguardante l’ex apertura Azzurra. La domanda prendeva spunto dal burrascoso “uno contro uno” andato in scena a Roma al termine di Fiamme Oro – Rovigo fra lo stesso Bettarello e Umberto Casellato, head coach del XV della Polizia di Stato.

“Sull’episodio” tiene a precisare Bettarello “ritengo sia rimasto ben poco da dire. Una telefonata di scuse fatta in settimana da Umberto Casellato al vice presidente del nostro club, con annessa totale assunzione di responsabilità, ha di fatto chiuso la questione”

  • Mentre per quanto riguarda la stima di Frati…
    Vorrei fosse chiaro in premessa: godere della stima di Filippo Frati non è nelle prime pagine della mia agenda.
  • Quindi, al di là del contenuto, che cosa l’ha offesa?
    Disturbato credo sia il termine più adatto. Amareggiato. La mancanza di stile. Assoluta, evidente. Ognuno di noi può stimare o non stimare chi crede. Trattasi dell’esercizio di quel libero arbitrio di cui è dotato ogni essere umano. Da questo, a rendere pubbliche le proprie classifiche di merito… Trovo l’uscita assolutamente grossolana, oltre che inopportuna.
  • Che fra voi non corresse, almeno professionalmente, buon sangue, è però cosa nota, dato oggettivo. Almeno nell’ambiente del rugby di casa nostra…
    Può essere. Ma non da parte mia. So che la questione del suo esonero nella passata stagione non è stata vissuta da Frati con il dovuto equilibrio.
  • In che senso?
    Nel senso che, da professionista, avrebbe dovuto accettare che un altro professionista, io nell’occasione, prendesse decisioni all’interno di ambiti di competenza che gli sono riconosciuti e assegnati.
  • Traduciamo: è nelle prerogative di un Ds esonerare o suggerire di esonerare un tecnico.
    Esatto. E se nel prendere una decisione incassa l’avallo della propria dirigenza, potremo dire che si tratta di una normale decisione operativa. Niente di personale e nulla su cui si possa recriminare. Al massimo dissentire, ma senza dichiarazioni di guerra, senza alzare i toni.
  • Volendo ulteriormente approfondire: l’esonero di Filippo Frati ha avuto solo motivazioni tecniche.
    E gestionali interne al club. I fatti ci hanno dato ragione. Rovigo, allontanato Frati, ha raggiunto la finale e ha vinto lo scudetto. Al contempo riducendo sensibilmente i costi di esercizio e il monte ingaggi della rosa.
  • Insomma: nel cambio Frati – McDonnel, Rovigo ci ha guadagnato. Corretto?
    Evidentemente: sì. Senza contare che l’arrivo di Jason Wright come assistente ha ulteriormente alzato il livello della nostra guida tecnica. Ora puntiamo a un altro scudetto, consapevoli di avere le risorse adeguate a un tale importante traguardo.
  • A proposito di volata-scudetto: un fatto privato fra voi e Calvisano? 
    Con il Petrarca pronto a inserirsi e la quarta semifinalista che ha, fin d’ora tutto il nostro rispetto.
  • Ancora su Frati: al di là della stima, che reciproca non è, il vostro è un rapporto guasto da tempo…
    Frati ha avuto altre uscite infelici e in passato non ha mancato di commentare in modo poco urbano situazioni che ci vedevano a vario titolo coinvolti. Vedo che non ha cambiato rotta. E me ne dispiaccio. Farebbe molto meglio a concentrarsi sul suo lavoro e a dedicare a Viadana l’attenzione che merita. Rincorrere rivincite personali non produce nulla di buono. E invece…
  • E invece…?
    E invece vedo che ha ritenuto di dare ancor più risonanza alle sue improvvide dichiarazioni, pubblicando sul proprio profilo FB l’integrale dell’intervista, probabilmente alla ricerca di facili consensi.
  • Che ha ottenuto?
    Sì. Il mondo, anche quello del rugby, è pieno di gente totalmente sprovveduta e incompetente, ma che si ritiene autorizzata a pontificare e a dare opinioni su tutto.  Anche su persone che non conosce e su fatti di cui ha, al massimo, orecchiato qualcosa.

 

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Foto Elena Barbini