Italia sulla buona strada nonostante il periodo nero
Il 6 Nazioni dell’Italia è durato solo 3 partite, ora si dovranno aspettare diversi mesi, probabilmente la stagione prossima, per fare un bilancio definitivo sul torneo giocato dagli Azzurri del nuovo allenatore Franco Smith e del neo capitano Luca Bigi. Torneo 2020 che sino ad ora ha visto l’Italia subire tre sconfitte in tre partite contro Galles, Francia e Scozia.
Dopo la preventivata eliminazione ai gironi della Rugby World Cup e l’addio anticipato di Conor O’Shea, dall’Italia ci si aspettava l’inizio di una nuova era dopo i 5 ultimi posti degli ultimi 5 anni al Sei Nazioni. Va ricordato che l’ultima vittoria dell’Italia al Sei Nazioni risale al febbraio 2015 (Scozia - Italia 19-22) e l’ultima in casa a marzo 2013 (Italia - Irlanda 22-15). Sono ben 25 le sconfitte consecutive nel torneo dei tornei.
In Italia la Nazionale di Smith è stata criticata, ma all’estero cosa pensano di noi? Andiamo a esaminare l’analisi fatta da Planet Rugby, sito di riferimento per il rugby mondiale.
Il periodo nero dell’Italrugby è continuato nel 2020 con tre sconfitte - in Galles, in Francia e con la Scozia - creando più frustrazione per una squadra che ancora una volta è in fondo alla classifica. Gli azzurri sono stati sopraffatti sia dal Galles (fuori casa) che dalla Scozia (casa), solo una crescita tardiva a partita iniziata contro i francesi a Parigi ha evitato un’altra sconfitta imbarazzante.
Ma c'è motivo di ottimismo. Il miglioramento delle performance di Benetton Rugby in PRO14 e la gioventù che arriva dal livello degli U20 avrà un impatto positivo sul fronte senior negli anni futuri? Le basi ci sono, ma la mancanza di vittorie porta critiche.
Sul fronte giocatori continua il lungo addio di Sergio Parisse che potrebbe concludersi tra 12 mesi, in terza linea però oggi le alternative in maglia azzurra sono valide e si chiamano Jake Polledri, Sebastian Negri e Abraham Steyn, inoltre si stanno facendo largo giovani di qualità come Giovanni Licata e Renato Giammarioli mentre hanno impressionato all’esordio il pilone Giosue Zilocchi e la seconda linea Niccolò Cannone. I due giovani hanno rispettivamente 23 e 21 anni, un futuro di brillanti prospettive. Infine c’è il ritorno di Matteo Minozzi dall’infortunio, sicuramente una spinta positiva.
Sul piano tecnico il discorso è molto più complicato, la prime uscite con alla guida il sudafricano Franco Smith non sono state sicuramente soddisfacenti. È chiaro a livello giovanile e di club che i buoni risultati stanno arrivando, ma ora il passo successivo è quello di avere un Head Coach affermato in cima alla piramide capace di spezzare questa siccità e portare l'Italia in un'epoca in cui non dovrà più combattere per il cucchiaio di legno.
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