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Abbiamo fatto 4 chiacchiere con Nicolò Pagotto, al suo secondo anno da Direttore Sportivo di Mogliano. Nicolò nasce a Treviso il 17 novembre 1987, si laurea in Comunicazione Marketing e Relazioni Pubbliche, in seguito consegue un Master in Sport Management all’università Bicocca di Milano, con un project work relativo alla Figura del Manager Sportivo nel Rugby di Alto livello. Rugbysticamente nasce in Tarvisium, cresce nella Benetton Treviso e nell’Overmach Parma per poi militare nella squadra Seniores del Mogliano Rugby dal 2007 al 2010.

 

Nick come è andato il mercato giocatori? Sei soddisfatto o sei in cerca di qualche aggiustamento?

“L’obiettivo primario è stato quello di mantenere il solido gruppo costruito l’anno scorso dando allo Staff la possibilità di poter lavorare sulla continuità senza particolari stravolgimenti. Successivamente si è cercato di sostituire le partenze con profili che potessero dare un apporto qualitativo e significativo alla rosa e individuare giovani che potessero dare continuità al progetto Mogliano (l’anno scorso ci sono stati 4 classe 1996 e quest’anno 1 altro 1996 e 3 classe 1997)”.

Quanti cambiamenti hai fatto quindi?

“Ci saranno circa 10 nuovi arrivi in totale, siamo ancora in fase di aggiustamento per due posizioni, staimo definendo per un centro e per un pilone”.

 

Quali sono le aspettative per la prossima stagione?

“L' obiettivo è quello di confermarsi tra le prime 4 classificate e raggiungere la qualificazione alla Challenge Cup mancata l’anno scorso. Ma gli obiettivi del Club non passano solo per i risultati sportivi della prima squadra. Come Club vogliamo lavorare per essere una società sportiva moderna e orientata al futuro, dando garanzia di formazione ai nostri giocatori e ai nostri giovani dentro e fuori dal campo, ci vogliamo porre come una società sportiva aggregante che vuole operare nel territorio ottimizzando le collaborazioni con gli altri Club”.

 

Pensi che 10 squadre in Eccellenza siano troppe?

“Sono dell’idea che 10 Squadre in Eccellenza, oggi,  siano troppe. Ricordo il vecchio Top 10, prima dell’ingresso dell’ Italia in Celtic, composto da società organizzate e team competitivi, oggi il meglio di quelle 10 squadre è indirizzato alle due franchigie, impoverendo quello che dovrebbe rappresentare il massimo campionato italiano a livello tecnico, il Campionato di Eccellenza. Sicuramente la soluzione di un campionato a otto squadre, o anche meno, permetterebbe di avere più competitività e un differenziale meno marcato tra le prime e le ultime”.

 

Sei il più giovane DS dell'Eccellenza, come sei stato accolto dall'ambiente? Hai notato ritrosie/qualcuno ti ha trattato con supponenza all'inizio?

“Rivesto questo ruolo da un anno e sono orgoglioso di poterlo fare in un ambiente stimolante e professionale come Mogliano. Un’opportunità unica vista la mia giovane età e il grande valore del Club. Seppur io abbia solo 27 anni, la società fin dal mio arrivo mi ha permesso di operare con totale libertà e soprattutto serenità, dandomi la massima fiducia e sostenendomi sempre in quelle che erano le mie idee e i miei progetti. Le ritrosie e la supponenza di altri nei confronti della mia giovane età, seppur non siano all’ordine del giorno, ma capibili, cerco di smorzarle attraverso lo studio e l’aggiornamento continuo”. 

 

Progetto Dogi, come sei entrato a farne parte?

“Ringrazio il Presidente Facchini per l’opportunità e la fiducia concessami nel rappresentare oggi la parte di Direzione Sportiva dei Dogi, per me questa nomina è motivo di grande orgoglio. Sono fiero di esser entrato a far parte di un progetto importante come questo, lavoro con la massima dedizione e professionalità al fine di ricambiare la fiducia concessami”. 

 

In bocca al lupo. "Crepi!"

 

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