Sergio Parisse: “se la Nuova Zelanda avesse avuto bisogno di punti la partita non sarebbe stata cancellata”
Il comitato organizzativo della Rugby World Cup ha preso la drastica e importante decisione di annullare per motivi di sicurezza sia Nuova Zelanda - Italia che Inghilterra - Francia. In Giappone si sta per abbattere il tifone Hagibis, calamità naturale che metterebbe in pericolo migliaia di persone.
Se per “le Crunch” ci si sarebbe aspettato un match combattutissimo, come da tradizione per queste due nazionali (nonostante la matematica qualificazione ai quarti di entrambe), la sfida tra i Campioni del Mondo All Blacks e l’Italia avrebbe avuto un finale più che scontato. Scontato per gli addetti ai lavori, per i tifosi da casa, per gli esperti book makers: l’Italia avrebbe perso con uno scarto di almeno 40 punti (probabilmente più ampio se i tutti neri avessero schierato la migliore formazione).
Classifica alla mano però l’Italia avrebbe avuto la possibilità matematica di passare il turno guadagnando due o tre punti in classifica, quindi senza necessariamente vincere ma segnando 4 mete e/o perdendo con meno di 8 punti di scarto. Fantasie.
La notizia ha avuto dure reazioni da parte dei diretti interessati. Gli azzurri hanno saputo durante un allenamento della cancellazione dell’ultima partita del mondiale per allerta meteo.
“Se la Nuova Zelanda avesse avuto bisogno di quattro o cinque punti contro di noi, la partita non sarebbe stata cancellata - dichiara il capitano dell’Italia Sergio Parisse -.
“È difficile sapere che non avremo la possibilità di giocare questa partita contro una delle più grandi squadre” ribadisce Parisse ai giornalisti. “È ridicolo che sia stata presa una decisione di questo tipo oggi, come se i tifosi fossero arrivati ieri. È ridicolo che non esistesse un piano B, perché non è una novità che i tifoni colpiscano il Giappone.”
“Quando organizzi una Coppa del Mondo dovresti essere pronto a un piano B in casi di questo genere” conclude il recordman di presenze in maglia azzurra.
Anche il CT Conor O’Shea è scosso da questa imprevista notizia: “Ho visto la reazione dei giocatori dopo l'allenamento ed è stato orribile. Questi ragazzi hanno dato la vita al rugby italiano e la loro Coppa del Mondo finisce su un campo di allenamento invece che su un campo da gioco”.
O’Shea esprime rammarico soprattutto per Leonardo Ghiraldini, il veterano tallonatore dell’Italia avrebbe chiuso la sua carriera in maglia azzurra dopo questa partita: “Leo ha perso la sua ultima possibilità di giocare in Nazionale. E’ dura sentirsi dire che la tua carriera internazionale è finita dopo l'allenamento. Mi sento male per Sergio e per l'intera squadra.”
Il Presidente Federale Alfredo Gavazzi è molto più diplomatico: “La sicurezza di giocatori, personale e pubblico è la principale priorità da considerare in questi frangenti. Comprendiamo e accettiamo la scelta dell’organizzazione di assumere la determinazione più idonea alla tutela di tutte le parti in causa. Da Presidente federale e da uomo di sport comprendo il rammarico degli atleti e dello staff tecnico per non aver potuto sfidare i Campioni del Mondo in carica dopo aver lavorato in queste settimane con professionalità ed entusiasmo, rappresentando con fierezza il Paese ed il nostro movimento sul più prestigioso dei palcoscenici che il rugby possa offrire”.
Intanto Giappone - Scozia si dovrebbe giocare nonostante il tifone in arrivo, World Rugby nel caso di pericolo potrebbe spostare la partita in una altra località e la cosa non fa che rendere le parole di Parisse ancora più pesanti. La Scozia ha già annunciato che non accetterà un pareggio a tavolino per il match che di fatto varrà il passaggio del turno, per il Giappone sarebbe un risultato storico, risultato che probabilmente dovrà guadagnarsi sul campo.
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Foto Francesca Pone
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