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Niente da fare per il Cus Genova Rugby, che oggi sul proprio campo ha lasciato via libera al Cus Torino. Una partita combattuta, equilibrata, in cui gli uomini di Stefano Bordon non hanno giocato male, anzi, ma hanno avuto il difetto di non concretizzare le occasioni che hanno saputo crearsi, di fronte a un avversario agguerrito, mai domo, capace di superare i padroni di casa nel finale e così di violare il Carlini.

È stato nei dieci minuti finali, infatti, che i torinesi hanno preso il sopravvento, a causa anche della superiorità numerica per l'espulsione temporanea di Imperiale, con il calcio piazzato di Reeves a firmare il sorpasso decisivo sul 23-21, coronato, poi, dalla meta tecnica al 75' accordata dall'arbitro a sancire il punteggio finale di 20-31. I cussini, ma genovesi, hanno siglato tre mete, con Avignone, Castle e Dell'Anno, tutte trasformate da Cipriani, e lo stesso hanno fatto i cussini, ma torinesi, con Ursache, Montaldo, e, appunto, la meta di punizione, tutte trasformate dal giovane Reeves, che ha messo nel carniere anche tre calci piazzati, ed è tutta qui la differenza tra Cus Genova e Cus Torino.

Anche se Stefano Bordon non è per niente soddisfatto della partita dei suoi: «Il Torino è stato molto più aggressivo di noi, ha giocato praticamente sempre con gli avanti, e poco o niente coi trequarti, ma ha saputo dare ritmo alla partita. Dispiace, perché in settimana ci eravamo allenati bene, ma non riusciamo a ripetere in partita quello che facciamo in allenamento, ci sono stati troppi errori individuali e di squadra. A questo punto dobbiamo porci delle domande, e cercare le risposte. Si lotta per conquistare una maglia, bisognerebbe lottare anche per vincere le partite: non è importante essere titolari, ma riuscire a dare quello che si può dare. Il carattere visto in settimana non si è visto alla domenica, tutto il resto sono alibi e io non ne voglio. Merito del Torino, che ha giocato bene, noi invece solo a sprazzi, poco aggressivi sui punti di incontro, e non abbiamo seguito il piano di gioco. Abbiamo fatto tre mete come loro? Possiamo anche farne sette, ma se ne pigliamo troppe non serve comunque a niente. Se un avversario riesce a rompere tre o quattro placcaggi, e noi non entriamo determinati sui punti di incontro, se cerchiamo la touche ai cinque metri, e poi dimentichiamo la giocata, invece di piazzare, il risultato va così per forza di cose».

Domenica prossima ritorna il campionato, con la seconda giornata di ritorno, e il derby cussino si ripeterà, ma a Torino. Sperando che i giocatori biancorossi sappiano, questa volta, fare meglio degli avversari.

 

Foto Matteo Ceschina

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