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Commentare una sconfitta così netta e lampante risulta alquanto semplice. Avversari al di fuori della portata dei padroni di casa, troppo forti, troppo grande la differenza del contenuto tecnico, troppo evidente la maggiore fisicità, troppo schiacciante la padronanza dei fondamentali, troppo determinante l’esperienza e il “mestiere” che i veneziani hanno messo in campo. E tutto in maniera ancor più evidente di quanto fecero vedere nella partita d’andata. Ne esce un pesantissimo risultato che si commenta da solo. Detto della superiorità della compagine veneziana, è doveroso ricordare che Pogietta, Gnata e Padovese, i tecnici del Rugby Alto Vicentino, hanno dovuto compiere i miracoli per mandare in campo una formazione che, almeno sulla carta, potesse essere competitiva. Pesanti oltre modo, per il giovane sodalizio vicentino, le ben sette assenze di titolari, che hanno costretto i tecnici ad un rivoluzionamento tattico oltre che strategico. Poco hanno potuto fare i due nuovi arrivati, Marconato e Bassanese, che pur mostrando alcuni pezzi di bravura individuale non hanno avuto l’occasione per esprime a pieno tutto il loro potenziale. Buono anche il debutto assoluto nel rugby seniores del giovanissimo Giulio Piva che nel delicatissimo ruolo di mediano di apertura ha fatto intendere che con una maggiore esperienza può diventare una pedina di grande valore per l’economia del gioco dei nero-arancio. La batosta subita però non ha scalfito in alcuna maniera il morale dei vicentini che pur trovandosi a giocare nel più difficoltoso dei gironi di questa serie C, non ha mai palesato timori reverenziali. Di certo il campionato, così come verrà modificato per la prossima stagione sportiva, darà loro modo di emergere anche alla luce di quello che stanno disputando tuttora con immenso coraggio. Mettere a capitale questa avventura, avara di soddisfazioni dando un occhio alla classifica, ma foriera di esperienze di qualità per aver di domenica in domenica aver affrontato compagini di notevole valore. In fin dei conti giocano assieme da soli 8 mesi e questo fattore conta molto, moltissimo. Dopo la pausa per il torneo delle Sei Nazioni, attendono, ancora sul terreno amico del Nelson Mandela di Schio, i primi della classe del Pordenone Rugby. Si annuncia un’altra giornata difficile, ma giocatori, tecnici e tifoseria, non è disposta a fasciarsi la testa prima di rompersela come la filosofia di questa disciplina impone.

 

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