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Mancano ancora due giornate alla conclusione del campionato, ma per il Parabiago di Massimo Mamo il tempo di festeggiare è già arrivato. Battendo 38-16 il Valpolicella capolista, il XV rossoblu ha scalato la vetta della classifica generale (Pool 4) sorpassando i veronesi e adesso si gode i primi tepori di aprile sapendo di aver fatto fino in fondo, e tutto, il proprio dovere. Raggiante, e in parte debilitato dal protrarsi dei festeggiamenti, il ds Cristiano Bienati al telefono. “Ero in palestra, non ho potuto rispondere prima, chiedo scusa”. Fingiamo di credergli.

ï         Contento?
-          Come lo sarebbe chiunque al termine di un percorso ricco di ostacoli e di difficoltà, una volta che intravede la linea del traguardo e si appresta a tagliarla braccia levate al cielo.

ï         La stagione, come qualsiasi corsa ciclistica che si rispetti è stata…?
-          Dura, durissima. Ma ce l’aspettavamo. Abbiamo affrontato la serie A con una rosa in cui la maggior parte – e dico maggior parte intendendo: quasi tutti – la seria A l’aveva solo vista dalle tribune o ne aveva sentito parlare. Quei pochi, penso a Sanchez, che della categoria avevano un’esperienza diretta hanno fatto fino in fondo il loro dovere. Sono stati esempio e traino. Ma tutti hanno risposto: presente. E quando sono arrivate le sconfitte abbiamo solo pensato alla partita successiva.

ï         Tutti debuttanti, a Parabiago…
-          Giocatori e società. Scorrendo la lista gara di chi ha giocato ieri con il Valpolicella si scopre che i giocatori sono gli stessi che hanno cominciato la preparazione in agosto. Non abbiamo partecipato al mercato di riparazione di febbraio alla ricerca di qualche fenomeno cui affidare le sorti della squadra. Siamo andati in battaglia con i nostro soldati, e con quelli abbiamo vinto.

ï         Percorso vincente, non percorso netto…
-          Abbiamo avuto qualche passaggio a vuoto, i dati statistici lo dimostrano. Ma quello che i numeri non possono raccontare è il clima in cui questo gruppo ha saputo reagire alle difficoltà. Abbiamo perso le partite che non siamo riusciti a vincere, è vero, ma di ogni risultato negativo abbiamo fatto tesoro, e usato la rabbia maturata per l’insuccesso patito per costruire le vittorie del turno successivo. Quantomeno ci abbiamo provato con convinzione, sempre.

ï         Bella partita con il Valpolicella.
-          Squadre con il XV titolare in campo, noi penalizzati da due gialli in sequenza, loro bravi a giocare le superiorità numeriche. Ma una volta tornati in parità abbiamo reagito alla grande e sono arrivate le mete e il bonus. Giornata da incorniciare, per tutti.

ï         Annata storica?
-          La storia è una roba complessa… Certo che se tutti quelli che in estate erano pronti a scommettere sulla nostra retrocessione avessero, allora, messo sul tavolo qualche palanca vera…

ï         C’è stata un’arma segreta?
-          L’umiltà, sapere di avere molti limiti ma dare il massimo per ridurli e, se possibile, superarli. Come dice il nostro allenatore: umili fuori ma lupi dentro!

ï         Che vuol dire?
-          Esattamente non lo so. E non mi interessa. L’importante è che ha funzionato.

Che la festa continui!

 

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