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Il presidente del Benetton Amerino Zatta prima della partenza dell'Italia per il tour nel Sud Pacifico: «Una cosa è certa: la Benetton non può e non deve essere la sola società che dà tanti giocatori alla Nazionale. Vi deve essere un movimento più allargato che consenta di distribuire queste qualità anche ad altri partner» (Gazzettino del 10 giungo, articolo a firma Andrea Martucci consultabile qui). 

Sempre il presidente Zatta, dopo l'inattesa sconfitta 33-25 a Samoa nel debutto del tour: «I giocatori sono partiti dopo un anno di continua attività al termine del campionato 2022-23: hanno preparato i Mondiali, il Sei Nazioni, l'Urc e la Challenge. I ragazzi insomma non hanno avuto quasi la possibilità di riposare e recuperare. E ora mi sembra stiano pagando questi sforzi. Ed è un peccato perché il loro livello non è questo. In definitiva si poteva fare qualcosa di meglio, magari convocare altri giocatori (La Tribuna, 8 luglio, articolo a firma di Silvano Focarelli).

Troppi giocatori del Benetton

Zatta non parla mai a caso. Quale sarà la prossima la sua prossima esternazione? Magari dopo i match con Tonga (nella notte tra giovedì e venerdì), Giappone (21 luglio) o al termine del tour? È chiaro che il presidente del principale club italiano, anzi l'unico di alto livello vista la situazione delle Zebre e il fatto che gli altri sono al livello inferiore della Serie A Elite, ha deciso di porre all'opinione pubblica un tema grosso e serio per il Benetton stesso e tutto il movimento. Ovvero: la Fir e la nazionale non possono appoggiarsi solo sul blocco del Treviso per la loro attività. Che poi è l'attività che paga con i suoi introiti nei match internazionali la maggior parte del bilancio federale e buona parte del budget del Benetton (circa 5 milioni di contributo a stagione su 13 milioni).

Meno convocati o più soldi dalla Fir?

È una bella "grana". Zatta la pone con tatto, diplomazia, equilibrio e competenza. Qualità che gli sono consone. E che gli hanno permesso in questi trent'anni di far crescere il Benetton da club che vinceva uno scudetto ogni tanto in Italia, a squadra dominatrice del campionato italiano, fino ad essere il vertice del rugby italiano (unico club in Urc), con il prossimo passo che sarà diventare uno dei top club dello United Rugby Championship. Ma pone la questione in modo. Netto. Costante. Ripetuto. Quasi insistente. È una chiara strategia per incassare qualcosa dalla Federazione. Il minor utilizzo dei giocatori del Benetton: ma in Italia ci sono altri giocatori di pari livello o quasi che possono sostituirli? O l'aumento dei contributi federali: ma questa Fir che avrebbe un passivo di 9 milioni di euro, e non è in grado di raddoppiare le spese per il Tmo in Serie A Elite, è in grado di darglieli. O qualcos'altro che non sappiamo, magari legato alle prossime elezioni federali.

Io avrei fatto diversamente

Qualunque cosa sia Zatta ha lanciato il confronto, o il guanto di sfida, nei rapporti fra Fir, Benetton e il resto del movimento italiano. Significativo che sempre alla Tribuna nella stessa intervista affermi, sulle convocazioni di giocatori stanchi dopo una stagione interminabile: «Secondo me tutto ciò avrebbe dovuto essere programmato in maniera più opportuna». Un dissenso, e quindi una critica indiretta, al lavoro del ct Gonzalo Quesada, dei vertici tecnici federali e di chi ha programmato in modo diverso le convocazioni di questo tour. Vedremo dove porteranno questo tipo di interventi.