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Non bastano i titoli per capire quanto sta accadendo alla Rovigo ovale, intesa come società e città in mischia, all’indomani delle dimissioni del presidente Francesco Zambelli. Decisione del tutto inattesa giunta, par di capire, sugli sviluppi molto negativi generati dalla decisione dello stesso Zambelli di “assorbire” nella sua Rovigo Delta la formazione under 18 nominalmente in quota Monti. Per i non rodigini: la Rugby Rovigo Delta è quel settore del rugby rossoblu che esprime la squadra che disputa il campionato di Eccellenza e, l’anno scorso, anche quello di serie C. In altre parole: il settore senior. A occuparsi dell’attività dall’under 18 all’under 6 è invece una Asd denominata Monti Rugby Rovigo Junior, che dalla Rugby Rovigo “dei grandi” riceve annualmente un contributo in denaro a copertura delle spese sostenute per l’attività. Niente di particolare, a ben vedere. Gran parte dei club della massima divisione ha da tempo scelto questo tipo di organizzazione interna. Da un lato la prima squadra, composta da professionisti o da semiprofessionisti, dall’altro il vivaio. Ragioni organizzative, logistiche e anche fiscali sono alla base di una modalità operativa divenuta, e non da ieri, una consuetudine. Per dovere di cronaca è giusto riferire che l’unica realtà in controtendenza è il San Donà, anch’egli dotato per anni di una Junior (Rugby Educativo San Donà) che recentemente ha optato per un accorpamento di tutte le categorie alla casa madre Rugby San Donà.

Stupisce (almeno i non rodigini) che un’operazione che pare possedere, e per intero, tutti i crismi della linearità e della congruità rispetto all’obiettivo che si pone, abbia alimentato un clima di così aperta ostilità nei confronti del presidente Zambelli. Messo talmente in difficoltà e sotto pressione da decidere di farsi da parte a un mese scarso dall’inizio del campionato. Dopo aver incassato, fra le altre cose, il rifiuto dello staff tecnico dell’under 18 della Monti a trasferirsi sotto le bandiere della Rugby Rovigo Delta.

Ad alimentare la situazione già confusa e complessa di suo si è poi aggiunto il caso Antonio Romeo, coordinatore tecnico del Frassinelle (società dell’hinterland, fra l’altro fondata da quel Lello Salvan attuale responsabile del progetto di riforma presso la Rugby Rovigo Delta) chiamato da Francesco Zambelli per allenare l’under 18 rossoblu con una sorta di chiamata diretta che poco è piaciuta al presidente del Frassinelle Raffaele Mora che ha esternato in un ampio e circostanziato comunicato il suo conclamato disagio di fronte alla cooptazione, avvenuta, sottolinea Mora: “A pochi giorni dalla ripresa dell’attività e dopo aver comunicato il nuovo organigramma tecnico concordato con lo stesso Romeo per la stagione 2017-2018”. Durissime le parole usate per descrivere la situazione venutasi a creare dopo la visita dello stesso Zambelli presso il club, avvenuta qualche settimana prima delle dimissioni: “Frassinelle si è resa conto - nota Mora - che i nostri illustri e graditi ospiti, dopo aver dialogato molto amichevolmente e progettato un possibile futuro di collaborazione, se ne sono andati con parte dell’argenteria di casa. Tutto già visto, niente di nuovo”. Amara e perentoria la conclusione: “La società Rugby Frassinelle solitamente non conta nulla, a parte quando si vengono a raccogliere voti o a scegliere l’argenteria di casa quindi, da questo momento, le porte che tanto amichevolmente abbiamo aperto resteranno altrettanto amichevolmente chiuse”.

In città i commenti alla vicenda si sprecano. C’è chi ritiene che le dimissioni di Zambelli siano da intendersi come un segnale, se non proprio una provocazione. Della serie: “O la smettete di intralciare l’opera di chi si da da fare per il bene del rugby rossoblu, o andateci da soli, in guerra!”. Altri, che riconoscendo a Francesco Zambelli capacità da consumato attore politico, ritengono che le dimissioni siano “una finta”. In attesa che qualcuno del consiglio direttivo si faccia avanti a mani giunte e col capo cosparso di cenere a implorarne il ritorno sul trono. Invito, assicurano in molti, cui Zambelli non vede l’ora di aderire. Dal momento che fare il presidente della Rugby Rovigo, dicono, nonostante tutto gli piace.

 

Foto Alfio Guarise