Marco “Spenna” Gennari: il cecchino del Top12
Qualche anno fa calcava i campi del massimo campionato italiano (prima chiamato Super 10 ndr) un certo Rima Wakarua, neozelandese di North Harbour che in nazionale maggiore ha giocato 11 volte mettendo a segno 99 punti. Wakarua giocava estremo o mediano di apertura, era dotato di un ottimo passaggio e, i più esperti lo ricorderanno, aveva un piede fenomenale. Era il cecchino del campionato, ogni calcio di punizione oltre la meta campo (a volte anche prima della linea dei 50 metri) erano da considerarsi 3 punti sul tabellone. Wakarua, ora 42enne, dopo aver giocato a Rovato, Parma e Prato è tornato nella sua Auckland, oggi rivediamo le sue straordinarie doti di piazzatore in Marco Antonio Gennari, ala del Valorugby Emilia.
Marco Antonio Gennari ma per gli amici Spenna “era già il soprannome di mio padre - racconta Spenna dal Resto del Carlino - che ha giocato a lungo a Noceto e poi un anno a Parma. Insieme alla passione per il rugby ho ereditato anche quello.” Lo scorso anno è stato il leader dei marcatori dell’Eccellenza, anche sabato 28 dei 43 punti messi a segno dal Valorugby sulle Fiamme Oro portano la firma di Gennari. Un 13 centri su14 tentativi che alzano la sua ottima percentuale al piede (da due anni ha percentuali superiori all'80%, ndr).
Il 26enne nocetano è il leader della classifica marcatori del Top12 con 38 punti in due partite, dietro di lui Brian Ormson (Viadana) e Pescetto (Calvisano).
Qual’è il tuo segreto?
“Non ce ne sono, o almeno io non ne ho. Sabato è stata una giornata particolare, un pomeriggio nel quale è filato tutto bene, ma non va sempre così. Sui calci piazzati non mi alleno molto; una o due volte la settimana, non di più. E anche le singole sedute non durano a lungo. Ho la fortuna di possedere una buona predisposizione di natura” ammette Gennari dal Resto del Carlino.
Quando sei solo davanti a pali, i "buu" dei tifosi avversari ti distraggono?
“Io riesco a estraniarmi; è un fatto di abitudine mentale, più giochi e più sviluppi la capacità di non farti influenzare emotivamente. Naturalmente è anche questione di sensibilità personale; alcuni riescono a non pensare al pubblico, altri meno”.
Siete secondi in classifica a pari merito con il Petrarca Padova: dove può arrivare il Valorugby quest'anno? “Non mi piace molto rimuginare su quali risultati potremmo ottenere; credo sia meglio pensare semplicemente alla partita più vicina. Sabato giochiamo a Padova sul campo del Valsugana e nonostante sia un match sulla carta più facile dei due che abbiamo appena vinto non va sottovalutato.”
Sei stato un Nazionale U20, sogni ancora la maglia azzurra o le Zebre?
“Lavoro a Noceto in una azienda, mi piace giocare a rugby e sto bene a Reggio; perciò no, posso dire di non pensare mai alle Zebre o ad altro”.
Foto Valorugby Emilia
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