Caso Beatrice Benvenuti: Giusta la radiazione, ma la procedura?
Andres Doglioli è stato radiato dai ruoli della Federazione italiana rugby. Il gesto commesso nel corso di Valsugana – Vicenza altro non meritava. Giustizia è fatta.
Sentenza ineccepibile, quella della Corte Sportiva di Appello, che ha giustamente quantificato nel massimo della pena il provvedimento a carico del tesserato in questione.
Dico e scrivo questo nella speranza che il prosieguo della presente nota non ingeneri pericolosi fraintendimenti. E dichiaro, ancora più convinto, che la sentenza di primo grado che aveva inflitto Doglioli una sospensione di 36 mesi è da considerarsi una porcheria. Perché emessa sulla base di un referto a firma Beatrice Benvenuti indubbiamente taroccato, non credibile e non rispondente a quanto la firmataria sostiene di aver visto accadere in campo. Perché è di tutta evidenza che la stessa nulla ha percepito né inteso di quanto avvenuto, se non ad ore di distanza dalla gara, e grazie a immagini o suggerimenti di terzi che, la legge lo impone, non possono concorrere alla definizione di quella che le norme di giustizia federale considerano prova privilegiata. Il referto, appunto!
Ho parlato con il giudice Cordelli, il quale mi ha confermato di aver emesso sentenza sulla base di quanto riportato nel referto. Ho tentato di parlare con l'arbitro Benvenuti che, come era e come è suo diritto, ha rifiutato qualsiasi contatto con la stampa.
Resto convinto, l'evidenza dei fatti questo dice, che Beatrice Benvenuti abbia dichiarato di aver visto cose che visto e percepito non aveva. E condannare una persona sulla base di prove costruite o riportate sotto dettatura ha un nome: giustizia sommaria. Che proprio noi italiani, nati in quella che il mondo considera la culla del diritto, dovremmo aborrire come la peggiore delle iatture.
O no?
Ad avallare quanto Rugbymeet aveva pubblicato un mese fa (questo il link) La Gazzetta dello Sport oggi scrive:
La Corte d'Appello della Fir ha radiato Bruno Doglioli, il 33enne estremo del Vicenza che I'11dicembre aveva placcato l'arbitro, la 23enne internazionale Maria Beatrice Benvenuti, nei minuti finali della partita giocata dai biancorossi a Padova contro il Valsugana (serie A). In campo l'atleta non aveva ricevuto sanzioni (il gioco era ripreso con una mischia, ndr), ma il giudice sportivo federale Marco Cordelli l'aveva squalificato per tre anni sulla base del referto arbitrale. Il video nel frattempo aveva già fatto il giro del mondo, portando la solidarietà del mondo ovale alla ragazza.
Prova TV:
La decisione del giudice sportivo era stata impugnata dalla procura federale perché conteneva una sanzione «non congrua rispetto alle modalità e alle caratteristiche con le quali è stata perpetrata l'aggressione», ragione per cui meritava «di essere totalmente riformata». Il procuratore federale sottolineava poi che i 36 mesi erano stati dati «in base al solo referto arbitrale». La Corte d'Appello ha invece stabilito di poter utilizzare la prova tv.
La versione della Benvenuti:
La Benvenuti si era accorta di quanto avvenuto. La sentenza rende noti numerosi stralci del suo referto. «Il suo atteggiamento (di Doglioli, ndr) per tutta la gara è stato aggressivo e irriguardoso — scrive la Benvenuti, impegnata nel Seven ai Giochi di Rio e commentatrice di DMax —. Nel secondo tempo sotto i propri pali ii capitano del Vicenza (lo stesso Doglioli, ndr) incitava i giocatori urlando "è inutile che ci lamentiamo, tanto questa ci fischia tutto contro, a questo punto arrangiamoci noi, facciamoci giustizia"». La Benvenuti scrive di aver più volte richiamato Doglioli, di aver avuto l'impressione in un altro momento che volesse caricarla («Ha desistito perché ho incrociato il suo sguardo») e di averlo riconosciuto dopo l'impatto con il giocatore che «si rialzava come se nulla fosse successo, senza scusarsi», di essere stata «conscia dell'accaduto» ma di aver preferito continuare la gara senza provvedimenti «perché timorosa che l'espulsione avesse potuto scatenare nuova violenza».
Solo in treno la Benvenuti si è sentita male, fino a recarsi in pronto soccorso a Roma. Le lesioni sono state giudicate guaribili in più di 40 giorni. Secondo la sentenza «vi era chiara intenzione di ledere alla signora Benvenuti in maniera importante», con una condotta «totalmente ingiustificata, pericolosa, volontaria, premeditata, efferata, vigliacca e proditoria, in totale spregio del rugby», tutte ragioni che portano alla radiazione.
Domanda:
Giustizia è fatta, quindi (Vicenza non farà reclamo). Ma una domanda resta. Perché la sentenza non rende merito all'arbitro: se davvero era «conscio dell'accaduto», il fatto che non abbia preso provvedimenti — e che i guardalinee non l'abbiano aiutato — sembra assurdo, anche di fronte a un «timore di violenze» che non trova corrispondenze nelle cronache. A meno che non abbia ragione Giovanni Morandin, che quel giorno doveva valutare l'arbitro. Nel rapporto citato dalla sentenza scrive: «La spallata violenta da tergo (...) non ha avuto conseguenze disciplinari perché non rilevata da nessuno della terna arbitrale». Possibile. Ma allora come è stato redatto il referto?
Simone Battaggia - Gazzetta dello Sport