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Abbiamo fatto 4 chiacchiere con Alberto Bronzini, dai tempi degli Aironi Direttore Sportivo e responsabile dei settori giovanili, ora da 2 anni DS di Viadana nonché responsabile dello Stadio Zaffanella. Ha avuto esperienze rugbystiche nel club con il quale ha giocato qualche partita nel primo campionato di serie B, come dice Alberto "un mezzo giocatore" ma con grande passione. Passato, poi, ad allenare i settori giovanili è arrivato alla Under 19 nazionale, da allenatore annovera una finale nazionale Under 17 persa con il Petrarca Padova.

 

Come è andato il mercato giocatori? Sei soddisfatto o sei in cerca di qualche aggiustamento?

“Ad oggi abbiamo concluso la nostra campagna, poi vedremo a Novembre e a Dicembre se ci sarà la possibilità o se dovremo tornare sul mercato per ritoccare la rosa. In base al budget che ci siamo posti pensiamo di aver fatto un discreto lavoro poi sarà il campo a darci ragione o meno”.

Quanti cambiamenti hai fatto quindi?

“Avremo cambiato giocatori in 6/7 determinati ruoli, il nostro obiettivo era quello di rafforzarci maggiormente in mischia. Abbiamo completato la nostra rosa con più di una decina di volti nuovi, forse tale non si può considerare Krumov che è cresciuto nelle nostre giovanili e rientra dall’Accademia Ivan Francescato”.

 

Quali sono le aspettative per la prossima stagione?

“Saremmo molto contenti se dovessimo raggiungere i Playoff ma non solo, vorremmo far crescere i nostri giovani. Puntiamo fortemente ad un consolidamento e alla crescita di quelli che hanno giocato nella passata stagione ma anche all’innesto di nuovi giovani. Ad esempio Edoardo Melegari, nato e cresciuto nel nostro settore giovanile e, Pietro Gregorio, il nuovo mediano di mischia che ha giocato la scorsa stagione a Genova, è un prodotto della nostra Under 19 dove ha giocato per 2 anni e ora vogliamo far crescere da noi".

 

Pensi che 10 squadre in Eccellenza siano troppe al giorno d’oggi?

“Se guardiamo dal punto di vista tecnico forse SI ma se lo guardiamo dal punto di vista della diffusione del rugby sicuramente NO. Il nostro sport ha bisogno di visibilità, chiaramente se il nostro campionato avesse un tasso tecnico più elevato 8 squadre sarebbero poche, però la ricetta giusta non c’è. Il problema che dare un sostentamento economico alle squadre diventa sempre più difficile”.

 

Pensi che il “Progetto Viadana” basato sull’azionariato diffuso sia estendibile anche ad altri club per rendere più sostenibile il rugby italiano?

“E’ un progetto che può essere sicuramente diffuso. Noi siamo abbastanza soddisfatti ma non pienamente, ci aspettavamo qualcosa in più ad esser sinceri, ma sappiamo anche che la strada è lunga e la gente va coinvolta. Cerchiamo di portare avanti il nostro tipo di attività e cerchiamo di allargare la base dei partecipanti. Abbiamo anche bisogno di idee e di consigli da condividere per far crescere ulteriormente il progetto. La risposta vale sia per Viadana che per il nostro rugby in generale dal momento che in Italia non esiste più il mecenate che finanzia tutta la squadra…tranne forse in poche piazze”.

 

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