Gli stemmi della RWC 2019: storia dello scudetto tricolore dell’Italia
La nazionale di rugby italiana fece il suo esordio ufficiale in campo internazionale in un test match con la Spagna il 20 maggio del 1929, vale a dire nel pieno del Governo Mussolini.
Foto della prima maglia dell'Italia Rugby custodita al Museo del Rugby
In tale periodo storico tutte le rappresentative sportive del Regno d’Italia vestivano una divisa bianca, e il simbolo era il fascio littorio affiancato dallo stemma di Casa Savoia. Con il passare del tempo la divisa acquistò il colore azzurro (blu Savoia) che caratterizzerà tutte le divise delle rappresentative sportive italiane.
Lo stemma di Casa Savoia e il fascio littorio vennero adottati anche dalla Nazionale di rugby, e fu usato fino al 1945. Caduto il governo fascista, il simbolo della Nazionale fu lo stemma di Casa Savoia, che resistette appena un anno. Dopo il referendum del 1946 e la successiva proclamazione della Repubblica Italiana, le rappresentative sportive nazionali inserirono uno scudo con il tricolore come simbolo, dal momento che, a differenza di altre Nazioni, in Italia il legame simbolico più stretto tra il popolo era visto nella bandiera.
Fino al 1998 il simbolo era uno scudetto con il tricolore, sormontato dalla scritta F.I.R. Tra il 1998 e il 2001 venne introdotto temporaneamente un ovale formato da delle linee diagonali, di cui tre rappresentavano il tricolore, affiancato dalla scritta “ITALIA RUGBY”. Dal 2001 lo stemma è tornato ad essere uno scudo con il tricolore, sormontato dalla scritta “ITALIA”, due file di foglie d’orate e la scritta “FIR”. Nel 2012 lo stemma dell’Italia ha subito un nuovo restyling: la scritta F.I.R è tornata a sormontare il tricolore, le due file di foglie d’orate sono più chiare, e la scritta “ITALIA” è stata posta sul fondo dello scudetto.
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