Italia - Scozia: Le pagelle di Sbrocco
Come di consueto, dopo le partite dell’Italia Giorgo Sbrocco fa la sua analisi con le pagelle di Italia - Scozia, il match dell’Olimpico terminato 20-36 in favore degli scozzesi.
Le pagelle di Italia-Scozia:
Parisse: voto 9. Partita da incorniciare, impreziosita da un paio di numeri di alta (altissima) scuola, su ricezione al volo e in avanzamento. Comanda come solo i grandi condottieri sanno fare. È esempio e traino per tutti. Meriterebbe compagni di viaggio di rango un po’ più elevato. Detto questo e molto altro ancora che si potrebbe desumere dal taccuino, un calcio di punizione davanti ai pali, con la squadra sotto di 9 e una vita ancora da giocare: si butta dentro! Sempre. Anche se ti chiami Sergio Parisse e sei un grande. Punto.
Garcia: voto 8. Con la scusa che fa parte (oggettivamente, per ragioni anagrafiche) dell’Italia che è stata e non di quella che sarà... raramente ci si dedica a un’attenta analisi delle sue prestazioni. Contro la Scozia gioca palla in mano (la meta di Ghiraldini è anche sua), sale intelligentemente quando c’è da difendere e la sua presenza nelle zone d’impatto non è mai impiegatizia. Non timbra il cartellino, ci mette tanto del suo e non si risparmia. Complimenti!
Ghiraldini: voto 9. Ci era mancato. La Premiership ce lo restituisce stanco il giusto ma non usurato. Le gambe e le mani sono quelle di quando giocava flanker e centro, la voglia di “fare a biotte” quella che aveva a 16 anni. Esempio!
Campagnaro: voto 8. Non una partita stratosferica. Ma il suo lo fa e lo fa sempre bene. Sa attaccare la linea e si vede. È l’unico con la maglia sopra il 9, a dare qualche grattacapo alla linea del vantaggio sul fronte. E quando serve mettere le mani dove altri preferirebbero non mettere neanche i piedi... lui c’è. Sicurezza.
Minto: voto 7. Lotta e si fa sentire sui punti d’incontro. Ha mani forti e cattive, che guadagnano il turnover della prima meta. Concede qualcosa nella ripresa ma chiude molto sopra la sufficienza.
Haimona: voto 5. Un’apertura che non crea problemi, che non impone scelte efficaci e che, richiesto di risolvere situazioni non chiarissime, risponde con comportamenti assolutamente banali e scontati. Di più non sa fare, conviene insistere?. Arridatece Canna, quando sarà guarito!
Hogg: voto 9. Ovvero: come dovrebbe giocare e comportarsi sul campo un estremo di livello internazionale. Senza sbavature, senza atteggiamenti da Superman, ma con il corredo atletico e tattico-esecutivo che solo quelli veri possiedono e maneggiano con tanta naturale maestria. Sbaglia niente per 79’, poi sull’ultima palla “scherza” baby Bellini fissandolo all’esterno a passo di camminata nel parco per il passaggio a Seymour della meta del 36esimo punto.
Gray & Gray: voto 9. Due come loro, dalle nostre parti, sarebbero in qualche squadretta di serie C di pallacanestro (sia detto senza offesa) a randellare sotto canestro per due palanche in nero. Ma sono nati in Scozia, dove è naturale per un lungagnone che a 17 anni misura metri 2.02, sperare di diventare una seconda linea. Quando si ciancia e si pontifica sulle variabili antropologiche che impediscono al rugby italiano di trasformarsi in qualcosa di veramente popolare e culturalmente rilevante, basterebbe citare la coppia di biondini di Rutherglend.
Russell: voto 8 (9 senza il giallo). Un mediano di apertura nella fascia bassa dell’alto livello internazionale. Distante da Carter e dai grandi del passato ma solidamente ancorato a un modello di gioco che interpreta ed esegue con una certa raffinatezza, nonostante non possieda il talento innato dei Super eroi ovali. Avercene!
Pubblico dell’Olimpico: voto 10. Bravi, composti, colorati, collaborativi e ovviamente corretti. È il popolo del rugby che, anche in Italia, ai confini dell’impero, si riconosce e si schiera. Compatto e sicuro delle proprie scelte. Avessero, il 70 e passa mila oggi sugli spalti, anche una squadra vincente da applaudire il quadro sarebbe completo. E la festa imperdibile.
Previsione di Rugbymeet: voto 9. Avevamo previsto una sconfitta con meno di 10 punti di distacco. Erano 9 fino al 79’. Il sistema del titolo 100 funziona. Quasi alla perfezione.
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