L’Aquila Rugby: parla l’allenatore Vincenzo Troiani
Era nell’aria, si temeva che… è accaduto. L’Aquila rugby, la squadra che a maggio si è giocata con Firenze l’accesso alla massima divisione nazionale, ha disertato la prima di campionato in serie A per impossibilità oggettiva. Ma questo è il passato, recente finché si vuole ma ormai andato. Provando a guardare al futuro, ammesso che un futuro neroverde di forma ovale ancora ci sia, abbiano interpellato Vicenzo Troiani. Dalle sue parole filtra uno spaccato di verità, la cui valutazione lasciamo ovviamente ai lettori.
ïCosa è successo, cosa sta accadendo in quella che per anni è stata considerata un’isola felice del nostro rugby?
- Abbiamo un problema grosso, che si chiama inefficienza, che genera l’impossibilità di far fronte agli impegni presi. Problemi di tale portata sono, o dovrebbero, rientrare nelle competenze del gruppo dirigenziale. I fatti ci stanno dicendo che gli attuali dirigenti de L’Aquila non sono in grado di far fronte all’emergenza.
ïMa c’è in vista una qualche via di uscita dalla crisi?
- Ripeto: quella attuale è una dirigenza che non ha armi e non possiede strumenti per risolvere alcunché. La istituzioni e l’imprenditoria locale hanno detto chiaramente che poco sono interessati alla cosa e si comportano di conseguenza. Ignorandoci.
ïCome mai è saltato l’accordo con la Polisportiva che, come da comunicato stampa, aveva accettato di cedervi alcuni giocatori?
- Semplicemente perché, quando è giunto il momento di formalizzare l’accordo, i rappresentanti della Polisportiva non hanno accettato assegni a vuoto in pagamento di quanto pattuito. Altrettanto semplicemente pretendendo assegni personali, non di una società con le casse drammaticamente vuote. Come dar loro torto?
ïFra poche ore vi troverete in riunione con tutta la rosa. Vincenzo Troiani è ottimista? Ci sarà una via d’uscita?
- Non so cosa dire. So che la squadra è pronta, che in queste settimane si è sempre allenata con il massimo dell’impegno. Per quanto ci riguarda domani potremmo scendere in campo contro chiunque. Ma a tutto dovrebbe esserci un limite. Venerdì scorso eravamo in campo per la seduta di rifinitura. Solo al termine dell’allenamento abbiamo saputo che la gran parte dei giocatori non era ancora stata tesserata.
ïIl coraggio non vi manca, e neanche l’abitudine alle situazioni difficili…
- E su questo ci giochiamo quel poco che resta di una tradizione che pare interessi solo ai giocatori e ai loro tecnici…
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Foto Alfio Guarise