USA, la nuova frontiera del rugby
Da sempre gli americani sono considerati un popolo di grandissimi sportivi, NFL, NBA, NHL, sono solo alcune delle sigle dei più prestigiosi campionati al mondo a cui possiamo tranquillamente aggiungere il tennis, il baseball e oramai da oltre un decennio anche l'innominabile pallone tondo con stelle nazionali e internazionali pagati fior di milioni per calcare i campi da gioco statunitensi.
Negli ultimi due anni grazie al colosso americano delle assicurazioni AIG, sponsor di maglia All Blacks, i New Zealand hanno fatto visita a tutti gli appassionati a stelle e strisce riuscendo a fare il tutto esaurito giocando contro la nazionale USA e costruendoci attorno una festa/evento che solo gli americani possono e riescono ad organizzare.
Recentemente le notizie di mercato vedono partire verso gli States e più precisamente a Sacramento Mirco Bergamasco a cui potrebbe unirsi anche il giovane flanker Filippo Ferrari (solo voci di corridoio) che ha da poco rescisso il contratto con la franchigia delle Zebre.
In uno Stato dove lo sport business è ai massimi livelli e sopratutto i numeri di nuovi potenziali giocatori non sono certo un problema, potrebbe in pochissimo tempo diventare la Nazione del futuro rugbystico e gli inglesi che sono sicuramente scaltri se ne sono accorti prima di tutti. La NBC ha appena chiuso l'accordo per trasmettere le partite di Premiership per i prossimi 3 anni e proprio sabato 12 marzo presso la Red Bull Arena nella città di Harrison nel New Jersey andrà in scena la prima partita di Premiership nel continente americano tra i London Irish e la capolista Saracens provando a riempire i 25.000 posti a sedere.
Dominic Hayes il direttore commerciale della Premiership commenta in modo scherzoso il traguardo ottenuto: " E' difficile fare breccia nelgi States ma i Beatles ce l'hanno fatta, i One Direction pure, ora è il turno della Premiership". Il concetto espresso dal direttore commerciale è molto chiaro, espandere il rugby inglese verso nuovi mercati e di conseguenza aumentare introiti e aprire nuove frontiere per scovare giovani talenti.
Tornando al match, sicuramente gli Irish non giocheranno tra le mura amiche del Madejski ma potranno contare su un buon numero di emigranti irlandesi oramai di fatto americani a tutti gli effetti. I 40 punti di gap con i Saracens saranno difficili da colmare ma probabilmente più che rugby sarà sopratutto uno show match.