Matteo Scialpi: vi presentiamo l’uomo di The Rugby Channel
La prima pagina del quotidiano Times con la foto a quattro colonne del generale Dozier appena liberato dal covo padovano delle BR appesa alla parete, sobriamente incorniciata e discretamente ingiallita, accoglie il visitatore. Dietro la scrivania c’è Matteo Scialpi, l’uomo di The Rugby Channel. Che quella e molte altre istantanee storiche ha scattato (e venduto) nella sua prima vita, quella di fotografo free lance. Nel suo passato anche qualche discreta stagione con la maglia del Cus Padova nel ruolo di tallonatore. Fare fatica, viene spontaneo ritenere, fa parte delle sue abitudini e delle sue frequentazioni, se non proprio del suo dna. A lui e alla società che ha fondato e dirige da quasi 17 anni, che si chiama MS Network, la Fir, secondo la vulgata corrente Alfredo Gavazzi presidente in persona, ha affidato il compito di rendere visibile il campionato di Eccellenza, veicolandone le immagini in rete attraverso il canale dedicato che già nella passata stagione ha trasmesso in diretta tutte (salvo un paio di malaugurati inciampi) le partite del massimo campionato.
- Per la cronaca: ma è vera la storia della stretta di mano con il presidente lo stesso giorno della presentazione del campionato a Milano?
- La tempistica non è stata quella. Ma una quota di verità, in quanto sta attualmente circolando social, in effetti c’è.
- Nello specifico?
- Con il presidente Gavazzi mi sono accordato per replicare l’esperienza della stagione passata qualche giorno prima della presentazione del campionato a Milano. Però è vero che si è trattato di un accordo sulla fiducia, fra uomini che di parola ne hanno una sola. C’è stata anche la stretta di mano…
- Ma non un accordo scritto, conferma?
- Non un accordo scritto, è vero. Che però ci sarà, con condizioni economiche che mi auguro siamo il più vicino possibile alle nostre esigenze di produzione.
- E che sarebbero?
- Di pareggiare e spese. Non un centesimo in più. Almeno per ora. Amo questo gioco e trovo giusto dare una possibilità al rugby italiano di uscire dal cono d’ombra dove molti vorrebbero relegarlo. Non io, e non quanti questo sport amano veramente, per averlo praticato o per averne goduto la spettacolarità e la capacità di coinvolgere.
- Se non è un segreto, la distanza fra quanto verbalmente offerto da Fir e il pareggio stimato da MS Netwotk, quanta roba è?
- Preferisco non dare cifre. Però l’ordine di grandezza non è eccessivo e la distanza non incolmabile. Questo è almeno quanto spero si verifichi. Meglio se in tempi brevi.
- Veniamo all’esperienza Rugby Channel della stagione 2016-17, qualche numero ce lo può dare?
- Tenendo conto che abbiamo cominciato a scartamento ridotto e che solo dalla quinta giornata, grazie all’accordo formalizzato con Fir, siamo stati in grado di offrire tutte le 5 partite in cartellone, direi che i numeri sono buoni. 13 milioni di contatti su Facebook, più di 7 milioni e mezzo di minuti di contatto e 500 mila visualizzazioni da YouTube.
- Detti così dicono poco. Si tratta di volumi interessanti in assoluto?
- Mancano i termini di paragone, è vero. Nessuno in Europa offre un servizio simile a quello del nostro canale. Però, rilevamenti ufficiali alla mano, in alcune circostanze abbiamo superato il calcio di Sky, la finale Calvisano – Rovigo è stata seguita da 25 mila soggetti su YT e per alcuni incontri del Sei Nazioni under 20 come Italia – Irlanda abbiamo superato le 90 mila visualizzazioni sommando quelle di FB e di YT.
- Un’indiscrezione: ma è vero che qualche club si è lamentato accusandovi di sottrarre pubblico negli stadi?
- È vero. È accaduto in due casi, due e mezzo, diciamo così. Uno lo posso citare, dal momento che la società non esiste più, parlo delle vecchie Zebre che ci impedirono la diretta di una loro partita per tutelare l’incasso al botteghino, le altre preferisco non nominarle. Oltretutto ci siamo chiariti e credo di aver convinto entrambe della validità del nostro servizio.
- Ammettiamo che la differenza fra offerta Fir e le vostre esigenze contabili venga in qualche maniera annullata…
- Beh, non in qualche maniera, nella sola possibile e ragionevole. Alzando il contributo, mi pare ovvio.
- Bene, una volta riavvicinate le parti, quale futuro si prospetta all’Eccelelnza in Tv?
- Noi un progetto di sviluppo ce l’abbiamo e siamo pronti a illustrarlo e a proporlo a tutti i soggetti interessati. Ci fosse una Lega delle società con cui rapportarsi tutto sarebbe più semplice, anche per la ricerca e individuazione di sponsor interessati. Il nostro è un piano chiavi in mano: pre partita, partita, intervallo e post gara. Con il corollario di aggiornamenti infrasettimanali dedicati. Disponiamo di adeguate tecnologie e della giusta dose di professionalità. Aggiungo che in ambito Fir il nostro lavoro viene apprezzato…
- Un piano a lungo termine, quindi.
- Medio, per cominciare. Abbiamo pensato a un ambito operativo triennale. Ovviamente con il dovuto corredo di organizzazione e di contatti sul territorio. Cedere gratuitamente le immagini alle emittenti locali potrebbe essere il primo passo di una fruttuosa collaborazione. Per adesso in questo senso ha risposto Firenze, la città della matricola Medicei, che trasmetterà le immagini di Rugby Channel in differita attraverso un'emittente cittadina. È un inizio, staremo a vedere. Poi c’è il capitolo delle piattaforme, degli operatori leader del settore…
- In concreto?
- Un dato: Repubblica.it che ha trasmesso in diretta la finale di Calvisano ha avuto 250 mila contatti. Di durata variabile dai pochi secondi ai muniti, ma si tratta di numeri importanti e significativi. La durata media delle visualizzazioni su YT è intorno ai 25.
- Per capire: quanto sarebbe l’impegno economico a sostegno di un tale progetto?
- Con 200 mila euro saremmo in grado di produrre e trasmettere il match clou di giornata con 6 telecamere, regia e grafica dedicata, più le altre 4 partite con 2 telecamere e in settimana produrre anche una trasmissione promozionale di approfondimento.
- E la Rai?
- Mi par di capire che alla televisione pubblica il rugby non interessi, e forse neanche lo sport se non è calcio. Credo sarebbe giusto e vantaggioso per tutti prenderne atto e puntare in altre direzioni. La nostra, mi permetto di suggerire.
- Partite tutte di sabato?
- Il sabato è il giorno ideale, l’unico con qualche possibilità di generare interesse e seguito.
- Trasmetterete anche donne, giovanili e serie A?
- Questa è la nostra intenzione. Nel senso che è un’operazione che ci piacerebbe poter offrire agli appassionati.