Federico Dalla Nora: a Mogliano per lavorare tanto e bene!
Federico Dalla Nora, 47 anni a novembre, trevigiano di Motta di Livenza, sulla panchina del Mogliano in Eccellenza dopo tre stagioni abbondanti trascorse a seminare e a raccogliere frutti ovali in Friuli. “Quella friulana nelle vesti di tecnico regionale è stata un’esperienza senz’altro positva” assicura. “Coronata da successi significativi come l’ aumento di tesserati, che sono raddoppiati, e di volume di attività. Oggi, a fianco di Udine che rappresenta il vertice agonistico della regione, stanno maturando realtà importanti nelle province di Trieste, Gorizia e Pordenone e il rugby di base è, in molti centri del territorio, una consolidata e solida realtà”.
- E adesso Mogliano, dove tutto risulterà nuovo e tutto è da scoprire…
- Alcune certezze le ho già acquisite. In primo luogo l’alto livello di organizzazione del club. Un dato che per chi assume la responsabilità tecnica della conduzione di una squadra è un dato tutt’altro che secondario.
- E nello spogliatoio, che ambiente ha trovato?
- Un gruppo di ragazzi in qualche maniera scosso dalle vicissitudini dell’ultima stagione. Penalizzato dalle numerose partite perse malamente o a causa di una sequenza di infortuni praticamente infinita. In una parola: fragile sul piano emozionale. Ed è dalle emozioni che sono ripartito. Ho cominciato a lavorare a Mogliano in luglio, e la parola d’ordine, il tema ricorrente, il faro di ogni nostra attività comune è stato: riconquistare fiducia. Con quella nella testa potremmo fare grandi cose, ne sono convinto. E lo sono anche i ragazzi, lo sento, lo vedo.
- Una sorta di sfida, dunque…
- Di quelle che sarebbe un delitto non accettare, non raccogliere. Non sono di quelli che amano le difficoltà in maniera acritica. Però la carica che ti dà un’impresa che in tanti giudicano impossibile… è una cosa grande, posso assicurarlo. Ed è questa la ragione di fondo che mi ha convinto ad accettare.
- Dello staff fanno parte molti ex giocatori…
- È stata una mia scelta ponderata. A Filippucci ho delegato l’organizzazione difensiva, a Gatto le fasi statiche di conquista, io mi sono tenuto il movimento difensivo e la titolarità sul piano di gioco. Del fitness si occupano due ragazzi che conosco molto bene e con i quali ho già collaborato nel passato, Giacomo Sala e Mauro Di Maggio. Da questo punto di vista mi sento sicuro e garantito.
- Il Mogliano ha disputato un pre campionato al risparmio. Per scelta tecnica?
- Per decisione ponderata e condivisa. La prima uscita ufficiale è stata domenica a Udine al torneo degli Angeli, con il Petrarca, che al momento ci è superiore e lo ha dimostrato sul campo. Abbiamo perso nettamente, ma in qualche maniera era previsto. Grandi carichi di lavoro e poco recupero. Ora ci aspetta Viadana, confido che cominceremo a far vedere qualcosa del nostro rugby.
- E dopo è subito campionato…
- A Roma contro le Fiamme Oro che in tanti vedono come candidata al titolo. Che dire? Via il dente via il dolore. Nella speranza che nessuno si faccia troppo male.
- Nella rosa a disposizione c’è la sua mano?
- Ho dato qualche parere su alcuni giocatori ma il grosso del lavoro di allestimento l’ho trovato già fatto. E fatto bene, secondo me. Il gruppo è giovane, ma con presenze di peso e di qualità capaci di elevarne gli standard. Ho fiducia in gente come Giazzon, Padrò, De Masi, Mornas e Connelly. Sapranno darci ciò di cui abbiamo bisogno.
- Sarà un campionato strano, senza retrocessioni. Vedremo un rugby migliore o… no?
- Mi auguro di sì. Ma non per l’assenza di retrocessioni. In campo ci vanno i giocatori e, in settimana, i tecnici. Non sono le formule a fare bello o meno bello un campionato. Occorre che tutti gli attori si convincano che migliorare si può, e che per farlo esiste solo un modo: lavorare, tanto e bene! Ci vuole entusiasmo per cambiare le cose, e tanta voglia di fare. Io ne ho parecchia, e con me i miei ragazzi e il mio club. Confido che anche altri…
- Buttiamo là un pronostico?
- Perché no? Secondo me ci sarà grande equilibrio. Con Calvisano e Petrarca un gradino sopra la media delle concorrenti. Ma San Donà, Viadana, Fiamme Oro, Reggio e Rovigo hanno le carte in regola per puntare alla semifinale.
- Ha scordato Mogliano…
- Vero! C’è anche Mogliano, garantito.
- Oggi alla presentazione del campionato a Milano il presidente Gavazzi ha definito l’Eccellenza l’ultimo stadio della formazione dei giocatori italiani. Concorda?
- Nel senso che così dovrebbe essere. Ma perché ciò sia possibile occorrerebbe intervenire profondamente sulla struttura e sui contenuti.
- In che modo?
- Rendendo il gioco omogeneo e simile a quello dell’alto livello. E questa è una responsabilità degli allenatori prima di tutto. Io ho in rosa Zanon, che farà il permit in Pro 14. Lui ha diritto di ricevere una formazione adeguata per poter competere a livello internazionale. Io e il suo club abbiamo il dovere di soddisfare una tale esigenza. E potendo sognare a occhi aperti, io che sono un innamorato della fase offensiva, dico che mi piacerebbe fossero introdotti incentivi e premialità nei confronti di chi attacca. Segni 4 mete? Di punti di bonus te ne assegno 2. E se ne segni 5…
- Allarghiamo l’orizzonte. Italia 14esima nel ranking, un po’ distante dall’Olimpo dei primi 10 che per anni abbiamo frequentato, sognato e lambito…
- Voglio pensare positivo. Nei primi 10 arriveremo se alzeremo gli standard tecnici delle nostre formazioni. Un aspetto che mi fa ben sperare è l’alto numero di ragazzi reduci dalle esperienza in Accademia approdato in Eccellenza. È gente che è abituata a lavorare e sa farlo mediamente bene. Meritano fiducia, spazio sul campo e di essere seguiti da persone competenti. Sono loro la nostra risorsa per il futuro. Il problema è che quanto a professionalità…
- Quanto a professionalità?
- Ammettiamolo: quello che molti chiamano e definiscono professionismo, professionismo non è. Fatemi vedere la posizione Inps di un allenatore di rugby italiano dove risultino i contributi versati nel corso delle stagioni passate a guidare una squadra! Solo allora crederò che il nostro fare rugby sia da considerarsi a pieno titolo un lavoro, una professione. E non una folle e travolgente passione, quando non una seconda attività. Dopo la prima che ci serve per pagare le bollette e i conti della spesa al supermercato.
Il calendario di Eccellenza 2017/18
La rosa giocatori del Rugby Mogliano 2017/18
Foto Alfio Guarise