Conor O’Shea “ voglio lasciare il rugby italiano migliore di come l'ho trovato”
Sabato dopo pranzo allo Stadio Olimpico di Roma l’Italia scenderà in campo per giocare la partita numero 100 nel 6 Nazioni. Da quando nel 2000 il rugby Azzurro è stato invitato a sedersi al tavolo delle Grandi Nazioni del rugby europeo abbiamo purtroppo raccolto solo 12 vittorie e un pareggio. L’Italrugby sta attraversando il momento più difficile della sua storia, nel 6 Nazioni dopo l’insuccesso di Twickenham di sabato scorso siamo saliti a 21 sconfitte consecutive, la 14° con alla guida Conor O’Shea che sino ad oggi non ha mai vinto una partita nel Torneo dei Tornei.
L’Irlandese Conor O’Shea, da Giugno 2016 Responsabile Tecnico della Nazionale, ha 48 anni e da estremo in carriera ha guadagnato 35 caps con l’Irlanda dal 1993 al 2000. Alla guida tecnica della nostra Nazionale ha fatto registrare 6 Vittorie in 32 partite, nessuna nel 6 Nazioni.
Il tempo vola si dice, O’Shea sembra essere arrivato l’altro ieri ma tra un anno esatto scadrà il suo contratto con la Federazione italiana.
Il CT è stato intervistato da Paolo Ricci Bitti del Messaggero; la Francia, la sua valutazione del lavoro sin qui svolto e il futuro tra le tematiche sul tavolo di oggi.
Sono passati quasi tre anni dal suo arrivo, la nazionale oggi è dove sperava?
“Naturalmente no, sono deluso: amo vincere, come tutti i ragazzi. E mi prendo tutte le colpe di questa situazione. Al tempo stesso sono convinto che anno dopo anno la nazionale sia cresciuta tanto. E dietro di lei si irrobustisce la filiera club, accademie, franchigie allestita per la prima volta: il percorso è ancora lungo e duro, gli avversari mica ti aspettano, ma, pur con assai meno risorse economiche dei rivali, si vedono miglioramenti, emergono giovani interessanti”.
Qualcosa è migliorato nonostante le 26 sconfitte in 32 partite?
“La tenuta fisica per 80 minuti, il mio primo obbiettivo. E poi anche la qualità del gioco: con Allan abbiamo fatto meta all'Inghilterra in 20a fase. Poi nello stesso match concediamo almeno due mete per errori banali, solo nostri. Stiamo lavorando per eliminare questi "regali", letali nel Sei Nazioni.”
Uno sguardo alla Francia, prossimo avversario dell’Italia.
“Resta una squadra con individualità enormi ma il rugby è "il" gioco di squadra. E' per questo che ho fiducia in un gruppo che riparte con entusiasmo formidabile dopo ogni sconfitta: guardate veterani "centurioni" (oltre 100 presenze) come Parisse, Ghiraldini e Zanni, probabilmente alla loro ultima partita a Roma. Potrebbero aver mollato da anni la maglia azzurra, pensare solo al club, ma continuano a lottare come leoni.”
“Sono sicuro di poter battere la Francia se riusciremo a giocare con continuità come abbiamo fatto per molti tratti in questo torneo, compreso il match contro l'inavvicinabile Inghilterra”.
O’Shea ha il contratto in scadenza alla fine del 6 Nazioni 2020, sarà ancora alla guida dell’Italrugby tra un anno?
“Adesso penso alla Francia, poi al Mondiale in settembre e poi al prossimo Sei Nazioni. Tutto è possibile, anche la mia famiglia sarà coinvolta nella decisione, ma soprattutto voglio assolutamente mantenere fede alla promessa di lasciare il rugby italiano migliore di come l'ho trovato”.
Foto Pino Fama
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