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Era nell’aria…si attendeva solo l’ufficialità da parte della Federazione che finalmente è arrivata. La prima squadra del Venjulia Rugby Trieste, in virtù del terzo posto conquistato al termine del campionato di Serie C2, conquista una storica promozione in C1.

Questo splendido risultato, sognato da anni, premia il grande lavoro svolto dal duo Del Frate-Moradei, allenatori che con le loro grandi capacità tecniche e umane sono riusciti a creare una vera squadra partendo da un gruppo molto eterogeneo sia in termini anagrafici che in quelli tecnici.

Per la società giuliana la soddisfazione è ancor maggiore se si considera che gran parte parte dei giocatori proviene dal vivaio o fa parte di quel gruppo che circa 7 anni fa ha rifondato il rugby a Trieste e che il capo allenatore (Mauro Del Frate) ha indossato la maglia n.10 del Venjulia per molti stagioni (fino al ritiro avvenuto per motivi anagrafici due anni fa).

Anche se la C1 appare ben più impegnativa e dura, in casa triestina non c’è motivo per non essere fiduciosi nel futuro. La squadra infatti si arricchirà di alcuni giovani molto interessanti provenienti dall’under18 e l’entusiasmo del gruppo per questa promozione sarà la miglior motivazione per giocare sempre al massimo e tenersi stretta la categoria appena conquistata.

Il lavoro fatto sull’affiatamento del gruppo è stato notevole e la compagine giuliana ora appare solida e unita sia fuori che dentro il campo.

L’agognata promozione è giunta al termine di un campionato duro, fatto di alti e bassi, dove la giovane formazione triestina, perennemente in emergenza infortuni, è stata capace di grossi exploit (vedi la larga vittoria con Oderzo o quella in casa del Portogruaro) ma anche di alcuni  inaspettati passi falsi (Piave ma soprattutto Montereale). Di certo però, esclusa la capolista Leonorso Udine apparsa tecnicamente superiore, la formazione triestina, con un po’ più di continuità avrebbe potuto portare via al Lemene Portogruaro il secondo posto in classifica. Inoltre il gioco è notevolmente migliorato e quest'anno a Prosecco si è visto spesso un bel rugby grazie anche al ritrovato equilibrio fra il reparto degli avanti e quello dei trequarti.

Doveroso quindi lasciare la parola al tecnico del Venjulia, Mauro Del Frate.

 

Coach, innanzitutto complimenti. Non facile raggiungere la promozione al primo anno da capo allenatore

Grazie. E' veramente una grande gioia e soddisfazione aver raggiunto questo importante traguardo che la società rincorreva da varie stagioni. Ci tengo a ringraziare la società per il sostegno e la fiducia concessami, Piero Moradei, mio assistente, per il prezioso aiuto ed i ragazzi, soprattutto coloro che ci hanno creduto fino alla fine. Inoltre volevo ringraziare alcuni ex giocatori del Venjulia come Maurizio Pribaz e Marco Berengo che si sono riavvicinati alla prima squadra mettendoci a disposizione la loro preziosa esperienza.

 

Nella tua carriera da giocatore hai vissuto sicuramente  momenti belli ed importanti. Qual è la differenza tra il rugby vissuto da giocatore o da allenatore?

Le emozioni vissute da giocatore sono abbastanza simili a quelle vissute da allenatore; forse da giocatore ti senti un pò più protagonista ma da allenatore, riuscire a trasmettere la propria mentalità e idea di gioco e vederla applicata in campo è una grossa soddisfazione.

 

Momento più bello e momento più brutto della stagione appena trascorsa.

Il nostro campionato è stato altalenante. Ci è mancata la continuità ma questa è una caratteristica delle squadre molto giovani dove "genio e sregolatezza" possono farti vincere partite difficilissime e magari perdere altre in cui parti decisamente favorito. Inoltre i molti infortuni hanno condizionato pesantemente il nostro cammino. I momenti più belli dell'anno sono legati sicuramente alle vittorie con Oderzo e con Portogruaro in trasferta e quelli più brutti le sconfitte con Montereale e Rugby Piave.
 

Quando ti sei reso conto che la tua squadra poteva ambire a qualcosa di più di una bella figura in campionato?

Probabilmente nella seconda parte del campionato quando i ragazzi hanno interiorizzato il mio modo di giocare fatto di punti di incontro veloci e conseguenti repentine ripartenze con la linea dei trequarti. Grazie anche alla buona preparazione atletica a metà campionato sono uscite le nostre potenzialità ed abbiamo capito di poter puntare in alto. La mentalità vincente ed i sacrifici di alcuni miei ragazzi che hanno giocato fuori ruolo o infortunati ci hanno portato alla promozione. L'obiettivo iniziale, perfettamente centrato, era quello di arrivare nelle prime tre posizioni e secondo me, il secondo posto,  mancato di poco, era assolutamente alla nostra portata.
 

Progetti per il futuro?
Per il prossimo anno sono molto fiducioso in quanto l'esperienza che i giovani hanno accumulato in questa stagione rappresenta sicuramente un valore aggiunto per il loro processo di crescita. La promozione, oltre a rappresentare un altro pezzo di storia importante dopo la nascita di questa società, offre ai giovani che saliranno in prima squadra la possibilità di giocare in un campionato, che seppur più faticoso, appare certamente più tecnico e pulito. Il futuro quindi non può che essere roseo se sapremo migliorare l'impegno in allenamento , la qualità del gioco e e la continuità nei risultati.

 

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