x

x

Riparte da Mogliano la carriera di uno dei tecnici simbolo del movimento italiano

Rieccolo, pronto alla nuova sfida, dopo una stagione in C2 che non esita a definire “sportivamente e umanamente illuminante”. Il campionato di Eccellenza ritrova Andrea Cavinato, un tecnico di grande esperienza e qualità che nella sua lunga carriera ha portato due volte allo scudetto il Calvisano (2005 e 2012), ricoprendo il ruolo di capo allenatore anche nelle principali Nazionali giovanili (Under 17, Under 19, Under 20, Under 21 ed Emergenti) e con le Zebre in Celtic League, esperienza quest’ultima interrotta bruscamente e con strascichi legali. Poi due anni importanti con il Petrarca (2015-2017), riportandolo in semifinale dopo quattro anni fuori dai playoff ma senza mai arrivare fino in fondo. Dopo il cambio di rotta della società patavina, che un anno fa decise di affidare la conduzione tecnica al suo vice Marcato, nella stagione appena conclusa Cavinato è tornato ad occuparsi principalmente della sua professione (è architetto) senza però rinunciare alla palla ovale, mettendosi a disposizione del Montebelluna come director of rugby per curare la linea tecnica della società e rilevando a campionato in corso anche la conduzione della prima squadra in C2.

Il futuro, che è già presente, si chiama invece Mogliano. Sarà lui, trevigiano doc, a dover plasmare i Leoni biancoblu che hanno chiuso l’ultima stagione in fondo alla classifica di Eccellenza, con 12 punti, raggranellando una sola vittoria in 18 partite.

“Senza scendere nei dettagli e senza dare giudizi di merito, direi che quello appena concluso è stato un anno particolare per l’Eccellenza. Si giocava senza la prospettiva di una retrocessione e penso che sarebbe stato diverso per tutti se ci fosse stata da guadagnare la salvezza”, sottolinea Cavinato, stuzzicato sull’impegnativo compito di riportare in auge Mogliano dopo una stagione particolarmente travagliata, tra risultati agonistici scarsi e difficoltà economiche.

“Credo che Mogliano sia una delle società che negli ultimi 15 anni ha avuto un ruolo di primo piano nel panorama nazionale. L’andamento dello scorso probabilmente rimarrà un’eccezione”, ribadisce, “Ricordiamo che è un club con un vivaio di primo livello, che ha dato e sta dando tantissimo alle nazionali e alle accademie. E c’è tanta voglia di tornare protagonisti anche con la prima squadra. Ci proveremo con una società rinnovata, con un nuovo direttivo e un nuovo staff tecnico”.

Chi la affiancherà come assistente?

“Ho voluto per la mischia Salvatore Costanzo, che dopo un anno in Argentina (lavorando nel campo della ristorazione e giocando con l’Olivos di Buenos Aires, ndr) incomincerà questa carriera di allenatore a Mogliano. Per tecnica individuale e skills il responsabile sarà Darrel Eigner, mentre come preparatore atletico ho voluto Filippo Nason, un giovane laureando con una tesi sul rugby, che credo farà un ottimo lavoro perché ha una esperienza specifica importante in questo sport. Sono certo che ci troveremo bene e che faremo di tutto per trasmettere competenza, fiducia ed entusiasmo ai ragazzi”.

Per quanto riguarda la campagna acquisti, siete a posto?

“Le scelte della società in questo senso sono state ottime e direi che al momento abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. La squadra insomma è fatta”, assicura il tecnico trevigiano, “Ci siamo assicurati molti giocatori validi davanti, che ci permetteranno di allestire un pacchetto di mischia competitivo. In prima linea, ai confermati Buonfiglio, Ferraro ed Enrico Ceccato si aggiungeranno Cincotto (dal Rovigo), Di Roberto (dalla Lazio), Michelini (dal San Donà) e Mattiazzi (dal Tarvisium). Tra seconda e terza linea gli arrivi degli italo-argentini Caila (dal Viadana) e Delorenzi (dal Perugia) si aggiungono alle importanti conferme di Baldino, Bocchi, Carraretto, Corazzi e Finotto. E poi abbiamo trovato un giocatore di classe ed esperienza come Mark Jackman in regia, un All Blacks Seven’s con grandi doti di realizzatore al piede. Ci serviva un rinforzo straniero che potesse dare sostanza e qualità alla linea di trequarti, facendo anche da tutor ai compagni più giovani, come fu l’australiano Shaun Berne a Calvisano nel 2012”.

Che valutazione di partenza dà a questo gruppo?

“Ringrazio sentitamente Dalla Nora, che mi ha preceduto, perché ritengo abbia fatto un ottimo lavoro con un gruppo estremamente giovane e con poca esperienza. Quest’anno molti di quei ragazzi avranno un anno in più di crescita da far pesare in campo e nuovi stimoli da seguire”.

Che obiettivo vi siete posti?

“Pensiamo a migliorare quanto fatto di buono l’hanno scorso, a livello di gioco, gruppo e attitudine. Penso che nessuno potrà sottovalutarci, dal punto di vista agonistico, anche se il nostro obiettivo primario resta la salvezza. Ho già parlato con molti di loro, sottolineando che le difficoltà della scorsa stagione sono state una parentesi e che c’è voglia di tornare subito ad essere protagonisti nel massimo campionato italiano”.

Che significato ha avuto la sua stagione in C2 a Montebelluna?

“Un senso profondo. Avevo deciso di prendermi un anno sabbatico, per dedicarmi a tempo pieno alla mia professione di architetto. Invece degli amici dirigenti del Montebelluna mi hanno convinto a rimettermi in gioco. È stata un’esperienza straordinaria a livello umano, che mi ha fatto capire che il rugby italiano non è quello di chi pensa a farci una carriera ma essenzialmente un mondo di persone che giocano senza prendere soldi, solo per la passione e l’impegno volontario nei confronti di amici, compagni e sostenitori. E’ stato insomma un anno importante, umanamente e sportivamente, che mi ha rimesso in sintonia con il mondo della palla ovale”.