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Abbiamo fatto 4 chiacchiere con Paolo Dartora dallo scorso anno, con sua sorpresa, Direttore Sportivo del Rugby San Donà. Paolo, 54 anni, appassionato di sport, ha praticato agonisticamente pallavolo, calcio, sci ma non rugby al quale si è avvicinato 18 anni fa, come genitore, seguendo il figlio. Da subito accompagnatore delle giovanili, poi dirigente accompagnatore in serie A, promosso team manager con la salita della squadra in Eccellenza, svolge l'incarico di D.S. con la passione e le conoscenze su cosa vuol dire "squadra" maturate in tanti anni a contatto diretto con allenatori e giocatori.

 

Come è andato il mercato giocatori? Sei soddisfatto o sei in cerca di qualche aggiustamento?

"L'organico è praticamente definito, c'è stato un bel cambiamento ma sono pienamente soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto. Se ne sono andati giocatori di una certa importanza come Matt Cornwell, Dotta e Pilla sono andati a studiare a Londra, Giovanchelli e Bernini sono andati rispettivamente a Calvisano e Rovigo. Abbiamo trovato dei buoni giocatori: Amar Kudin, rientrante dopo una stagione sfortunata con il Benetton, va a sostituire Giovanchelli e con Borsi, Bortolussi, Mortali, Santillo, Costa e Padrò  e gli altri nuovi giocatori contiamo di aver coperto le partenze e speriamo tutti facciano la differenza. Lo scorso anno eravamo molto forti in mischia ma non eravamo molto coperti fuori, quest’anno abbiamo cercato di equilibrare i due reparti”.

"Cerchiamo di iniziare un nuovo ciclo con dei giovani interessanti , alcuni provengono dal vivaio di San Donà, altri da fuori. Questo per mettere le basi per la squadra del futuro".

Quanti cambiamenti hai fatto quindi?

“Abbiamo 15 giocatori nuovi e ridotto la rosa da 40 a 33 giocatori, avremo metà squadra nuova compreso l'allenatore di mischia che sarà Zane Ansell al posto di Dal Sie, insomma inizia proprio un nuovo ciclo. Quest’anno abbiamo deciso di allenarci al pomeriggio alle 16.30, quindi alcuni giocatori che erano in rosa lo scorso anno hanno deciso e/o dovuto rinunciare. Ci siamo avvicinati alle altre squadre di Eccellenza dal momento che eravamo rimasti l’unica squadra ad allenarci la sera. Abbiamo constatato che allenarsi alle 19.30 era un grosso limite per noi, dal momento che non ci permetteva di fare tutte le cose fatte bene".

“Allenarci il pomeriggio permetterà anche a giocatori ed allenatori, secondo il progetto della società, di essere coinvolti negli staff delle squadre giovanili che si alleneranno dopo la prima squadra.”

 

Quali sono le aspettative per la prossima stagione?

"Come sempre cerchiamo di fare meglio ogni stagione, da anni riusciamo a fare qualcosina in più. Dato che l’anno scorso siamo arrivati a 2 punti dai playoff l’aspettativa è di migliorare. Quindi vogliamo arrivare ai playoff ma siamo perfettamente consapevoli che sarà difficilissimo, tutte le squadre si sono rafforzate a partire da quelle che sono rimaste fuori l'anno scorso tipo Petrarca e Viadana che faranno di tutto per accedervi. Insomma ci sarà ancora più equilibrio  e ne trarranno beneficio il campionato e lo spettacolo".

 

Pensi che 10 squadre in Eccellenza siano troppe al giorno d’oggi?

"Non credo che sia un problema di numero di squadre, per alzare il livello bisogna cercare di portare più soldi a queste squadre in modo da permettere ai giocatori di potersi allenare con maggior tranquillità e dedicarsi solo al rugby. Attualmente è più un problema economico, tutte le squadre hanno risentito della crisi e i budget si sono ridotti o si stanno ancora riducendo, questo crea la difficoltà. Non credo che ridurre il numero porterebbe alla soluzione".

“Il rugby Italiano, e non solo l’Eccellenza, secondo me, per fare sì che i progetti tecnici non restino sterili deve aprirsi e affidarsi a competenze e professionalità anche “extra rugbystiche” per curare e dare valore al prodotto Rugby che non credo sia meno meritevole di altri sport che in Italia ce l’hanno fatta.”

 

"Razza Piave" fucina di talenti, solo mischia o anche trequarti? Come si innesta il progetto Rugby Piave?

"E' vero che negli anni se si pensa a giocatori di San Donà che hanno avuto successo alla fine sono praticamente quasi tutti piloni, al massimo Sgorlon in terza linea. Insomma si è creato un circolo vizioso per il quale inevitabilemte si cercava di creare piloni. Cambiando l'orario di allenamento abbiamo anche coinvolto tutti i giocatori della prima squadra per cercare di trasmettere valori e competenze tecniche ai ragazzini delle giovanili in prospettiva futura. E' anche un problema nel trovare allenatori validi per i trequarti dal momento che gran parte di loro provengono dalla mischia ma stiamo lavorando proprio in questa direzione".

 

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