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Erano in tanti al Plebiscito (in maggioranza da Rovigo) per assistere a una partita presentata come la più importante dell’anno che però, di fatto, si è chiusa dopo meno di 40’ "grazie" al tallonatore bianconero Ferraro, colto dal Tmo nel meno comprensibile e giustificabile dei falli di anti gioco: pugno a gioco fermo a un avversario da dietro. Il peggio del peggio. Prima, tante belle intenzioni ma quasi nessuna sostanza. Nella ripresa, dopo il 5-10 firmato Conforti, solo rugby dal profilo incerto e di rango molto vicino allo zero. E Rovigo, che giustamente si prepara a un’altra finale, a fare festa.

PAGELLE

Arbitro Schipani: la gestione della mischia chiusa non è il suo forte. Soprattutto se è vero che le direttive arbitrali invitano a non incentivare la ricerca del calcio di punizione. Anzi, imporrebbero di reprimere una tale pratica. Gli capita di assegnare un calcio con la palla già in mano al n.8. E’ un emergente formato dall’Accademia CNAr, non ha le misure (l’altezza, soprattutto) per ambire a una grande carriera internazionale ma nella gestione complessiva della partita si rivela attento, rigoroso e collaborativo con i suoi assistenti. Forse eccessiva la richiesta del Tmo per un rucking di Su’a che manca la palla centrando il corpo di un avversario illegalmente sopra l’ovale. In conferenza stampa il tecnico del Petrarca definisce la sua designazione poco meno che scandalosa. Dissentiamo. Voto: 7 –

Pubblico di Padova: tracce. Come in certi referti medici che definiscono la presenza di sangue nelle urine. La tifoseria rossoblu arriva per tempo allo stadio, occupa tutta la parte centrale dell’unica tribuna agibile per poi espandersi ai lati di essa e nella parte bassa. Al momento dell’entrata in campo delle due squadre pare di essere al Battaglini. Manca la fanfara dei Bersaglieri, forse perché l’impianto di amplificazione risulta fuori uso. Bandiere bianconere: non pervenute. Voto: 4

Organizzazione: detto della partita muta, disputata senza impianto voce, quindi niente formazioni, autori dei punti, sostituzioni, minuti di gioco. Tribuna stampa (8 sedie) pulita con mezzi propri (Kleenex) dai primi colleghi giunti in zona. Sala stampa ricavata dallo sgabuzzino delle pulizie a arredata con: 7 scope, 4 spazzoloni, 2 mocho, una coda di rondine, una canna da irrigazione in gomma da 18 metri, un maxi shopper bianco appeso a uno stender e vuoto, un paradenti usato, una raccolta di calzini anch’essi molto vissuti, un tavolo tovagliato (buffet della finale Benetton – Viadana Eccellenza 2010), una sedia. Giornalisti: ovviamente in piedi. Fortunatamente non era in servizio il grande Saverio Girotto. Il quale, una volta verificata l’assoluta assenza di Press – lunch, avrebbe fatto intervenire, come minimo, il II Celere in assetto anti sommossa. Voto: 4

Rovigo

Basson: gioca sul serio il primo tempo, nel corso del quale si esibisce anche in un paio di placcaggi risolutivi e usa il piede con la nota perizia. Nella ripresa, a risultato acquisito, vede solo la finale e evita di arrivarci acciaccato. La meta di Fadalti (90 metri di corsa solitaria) è in parte colpa sua. Si riabilita con il drop del definitivo 28-12. Voto: 7

Barion: partita di sostanza ma lontana dalle luci della ribalta. Di lui sul taccuino restano due ottime chiusure difensive e un’accelerazione da fermo che ne testimonia la cilindrata. Errori però non ne commette. Voto: 7

Majstorovich: è sua la meta di forza che spezza l’equilibrio e che sposta l’inerzia della semifinale verso Rovigo. Si salva da un giallo (e anche da un calcio) che pareva dovuto quando (33’) commette quello che a molti è sembrato un in avanti volontario. Nel prosieguo del match riaffiorano certe… ruvidità nel controllo della palla. Niente di nuovo. Voto: 6+

McCann: tocca pochi palloni ma dà l’impressione di essere lui il metronomo delle salite difensive dei suoi. Impatta un paio di petrarchini di forza e di potenza, non spreca quel poco che gli passa per le mani e corre come un forsennato in ogni angolo del campo. Tanto fumo, ma anche qualche bel pezzo di arrosto. Voto: 7

Torres: lo si nota per la capigliatura extra long e, dopo l’uscita per sospetta concussion, anche per la banda bianca alla fronte. Non combina niente che meriti l’onore del taccuino, ma presidia con il giusto acume tattico il suo canale. Più Travet che Stakanov. Voto: 6

Rodriguez: Esce dopo essersi fatto 80 metri palla in mano in occasione della meta che sancisce la fine delle ostilità. In avvio (11’) si inventa un calcetto sconsiderato appena fuori dai suoi 22 che finisce nelle mani di Favaro. Amministra con sicurezza i molti possessi generati dai suoi avanti. E soprattutto, non spreca (quasi) niente. Al 53’ lascia il posto a Mantelli (nc), ma la partita è già da torneo dei bar. Voto: 7

Chillon: vince il duello con Su’a, dimostrandosi più aggressivo e propositivo del collega neozelandese. Usa le mani, attacca la linea e quando serve ci mette anche il piede. Nello stretto accetta le prove di forza e un paio di volte rischia il colpo del Ko. Ma ha coraggio e mentalità vincente. Un punto in meno per la badilata al largo dopo il buco di Ruffolo in avvio di partita. Voto: 8

De Marchi: in chiusa gioca in sicurezza cercando i calci quando i suoi avanzano. Rischia poco dalla base della mischia ma in giro per il campo fa sentire la sua presenza. E non solo con la palla in mano. Voto: 7

Lubian: A livelli altissimi per qualità, intensità e volume. Al 66’ merita la standing ovation per una controruck vincente che esegue DA SOLO contro tre in maglia nera. È vero che la partita era finita, ma una controruck da solo… Il suo passaggio in occasione della meta di Momberg annullata era in avanti per colpa di un errato uso degli appoggi al momento della trasmissione. Voto: 8+

Ruffolo: comincia alla grande, con una fuga fra le maglie (larghissime) dello schieramento del Petrarca in rimessa laterale, si segnala per altri superamenti del vantaggio e per l’ottimo lavoro svolto in rimessa laterale. Oltre a un buon  numero di placcaggi efficaci. Voto: 8

Parker – Boggiani: coppia solida, ordinata e puntuale nel gioco nella zona di impatto. Boggiani manca un paio di prese in rimessa laterale, il suo collega (fuori per HIA) nessuna. Da applausi il recupero a terra in tuffo al 36’ sui 5 metri difensivi. Contro Cavalieri – Andreotti in finale sarà spettacolo puro. Voto: 8

Iacob-Momberg-Muccignat e poi Bordonaro-Cadorin-Baldoni: dominio quasi assoluto e poco contrastato in chiusa. Basta questo per un 8 collettivo. Bravi!

 

Petrarca

Menniti: non replica le nefandezze del Battaglini, anche perché Rovigo calcia poco. All’8’ si lancia in soprannumero lungo l’out di destra ma a fargli difetto è la punta di velocità, Basson lo ferma e lo sbatte fuori. Ciabatta male anche un calcio di liberazione ma si riabilita con un paio di pedate di sostanza. Non arriva alla sufficienza, la lambisce. Voto 5

Fadalti: meta a parte, disputa una partita con il sacro fuoco dell’entusiasmo addosso. Prende iniziative, si rende disponibile per i compagni, è sempre nel cuore dell’azione. A volte la voglia di fare è troppa rispetto alla lucidità e il risultato finale ne risente. Ma almeno ci prova! Voto: 6+

Benettin: trova molte porte chiuse davanti a sé, cerca intervalli che non coglie e usa le mani con la nota perizia, poco comunque raccogliendo al termine di una prestazione priva di acuti. Voto: 5

Favaro: replica il match del suo compagno di ruolo. Tante buone intenzioni, gambe fresche e reattive ma palloni di qualità: praticamente nessuno. Voto: 5

Rossi: è l’ala petrarchina dotata della maggiore potenza di fuoco. Illude su un cross servitogli da Nikora (35’) e in un paio di progressioni  che però Rovigo blocca in tempo utile. Diligente, collaborativo e disponibile. Ma di suo ci mette poco. Voto 6

Nikora: banalizzando (ma solo fino a un certo punto): tutte le aperture sono capaci di buone prestazioni giocando dietro a mischie dominanti. Quelle di categoria (veramente) superiore lo fanno anche nelle giornate in cui il loro pack non esce vittorioso dal confronto “là davanti”. Impalpabile. Voto: 5

Afualo: già il fatto che sia un amante del passaggio piuttosto che della ricerca dell’avanzamento aveva alimentato qualche dubbio al suo arrivo. Che non fosse il clone del grande Sisa Koyamaibole lo si era capito dopo i primi cinque minuti in maglia Petrarca. Chiude con una prestazione di poco costrutto, condita da errori indegni di un giocatore di alto profilo (l’offload in avanti per Su’a al 38’ è da fucilazione), alimentando i tanti dubbi che hanno accompagnato la sua esperienza padovana. Voto: 5

Nostran: grosso punto di domanda sul calcio di punizione che Schipani gli fischia contro al 38’. Per il resto: sola furia agonistica e voglia di invertire la tendenza di una squadra ben presto apparsa giù di tono e in evidente crisi di identità. Ci mette tutto quel che ha, ma stavolta non basta. Voto: 6+

Conforti: Momberg lo sradica da terra in occasione della meta. Firma la prima marcatura dei suoi con un tuffo a pelo d’erba assolutamente implaccabile. Corre e si danna l’anima, sopperendo con il dinamismo a una massa d’urto che purtroppo non possiede. Meno ben del solito in rimessa laterale. Voto: 6+

Salvetti-Michieletto-Saccardo: male in chiusa, malino anche in rimessa laterale. Due su 3 escono per HIA, Michiletto si segnala per un paio di buone iniziative ma è fantozziana la palla (43’) che gli cade dalle mani senza che nessuno lo tocchi. Saccardo appena entrato buca lo schieramento di Rovigo e penetra nella difesa avversaria. Placcato esce per sospetta concussion. Voto collettivo: 5

Rossetto-Scarsini, Irving e Delfino: prima linea da dietro la lavagna. Le buone prime linee pareggiano il conto, quelle forti davvero si impongono sugli avversari. Quelle stellari asfaltano. O come dicono a Padova: ingrumano canotiere (copyright di Vittorio Munari). Quella di Rovigo, con tutto il rispetto, stellare non è. Ma di canotiere ne ha ingrumate assai. Quindi… Voto: 4

Ferraro: conclude nel peggiore dei modi una carriera lunga e per niente banale, impreziosita da successi importanti e da partite giocate con il cuore e con la testa. Ieri al Plebiscito la testa l’ha lasciata negli spogliatoi. Peccato. Per lui e per tutti noi. Voto: 3

 

Prof. Vincenzo Ieracitano (medico nominato da Fir per le procedure HIA): stavolta segue la partita dai bordi del campo che percorre una dozzina di volte per accompagnare fuori, valutare e riaccompagnare dentro giocatori in odore di concussion. Belin, che fatica! A fine gara, negli spogliatoi, stanco ma non affannato. Complimenti professore! Voto: 8

 

Tabellino formazioni e statistiche di Petrarca - Rovigo 

Foto Alfio Guarise