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In Sardegna, dopo tanto girare e tanto giocare. Con mamma e papà al seguito, alla guida di una squadra che in trasferta non vince mai. Marco Aversa, classe 1979, la stessa di Mauro Bergamasco con il quale ha condiviso pezzi importanti di carriera in Azzurro fra Coppa del Mondo e Sei Nazioni di categoria. Nativo di Viadana, dove si è formato diventando un’apertura di ottimo livello e da dove è partito, da grande, alla volta di Brescia (la Leonessa di Matt Vaea), Roma, Parma, Noceto, Capoterra e Alghero. Città dove attualmente risiede con l’incarico di giocatore e allenatore della squadra che disputa il girone lombardo-piemontese della serie B. “Dal 2014 faccio anche lo psicologo” confessa convinto e apparentemente divertito. “Esperto in sindromi correlate a viaggi ripetuti”.

ï         Nel senso?
-          Nel senso che Alghero è una squadra che una partita in trasferta è destinata a non vincerla mai.

ï         Addirittura?
-          Provare per credere: noi quando giochiamo fuori casa, in continente, ci alziamo alle 5 della domenica. E non in albergo, ognuno nel letto di casa propria. L’albergo costa, non ce lo possiamo permettere.

ï         Sveglia alle 5 e…
-          In aeroporto alle 6, volo su Milano alle 6:50. Atterraggio prima delle 8. Pullman per lo stadio ad attenderci e tutti a bordo in direzione della città dove è programmata la partita. Da Sondrio a Torino, passando per Biella, Milano, Piacenza, Lecco, Rovato, Genova. Arrivo previsto allo stadio: dalle 4 alle cinque ore prima del fischio d’inizio. Fortuna che ci sono i grill in autostrada, dove sostiamo in attesa che il tempo passi. Per qualcuno sono l’occasione per recuperare un po’ di ore di sonno.

ï         Perso la notte prima?
-          Impiegato. Usato per lavorare. In squadra abbiamo gente che si occupa di security in discoteca, un paio che gestiscono locali, pizzaioli, barman. Qualcuno smonta dal turno e arriva direttamente al ceck in. E così ogni domenica! A entrare in crisi sono gli equilibri individuali e del gruppo. Andare in campo e vincere in queste condizioni diventa veramente un’impresa impossibile. E in fatti…

ï         La classifica dice che siete quarti con 10 vittorie e…
-          Nove sconfitte! Tutte in trasferta. Quando è in programma il derby regionale con Capoterra (Cagliari, ndr) per tutti noi è una festa. Sveglia alle 9 e solo 250 km di pullman.

ï         Invece quando giocate in casa…
-          La squadra si trasforma. Scattano meccanismi di appartenenza e di identità al limite della ferocia. Permettere a uno che viene da fuori di vincere sulla terra che gli permettiamo, al massimo, di calpestare, è fuori da ogni possibilità di comprensione. In casa, Alghero è davvero un’altra squadra. Abbiamo perso l’imbattibilità interna che durava da due stagioni solo contro la capolista Cus Torino, che per essere forte è forte, ma l’abbiamo persa per colpa di Francia – Galles…

ï         Per colpa di cosa?
-          Di Francia – Galles dell’ultimo Sei Nazioni, quella che è finita al 93’. L’arbitro della nostra partita con il Cus ne è stato evidentemente folgorato e ha voluto replicare quanto visto in televisione il giorno prima. Ha concesso 13’ di recupero, gli stessi di Parigi, e Torino ha fatto come i Galletti…

ï         Di quanti elementi è composta la rosa dell’Alghero?
-          Siamo in tutto 28, basta un accenno di epidemia di influenza o i soliti infortuni di routine e ci tocca mettere in lista gara e in panchina i dirigenti. Non tutti…

ï         Solo i più preparati?
-          No, solo quelli che hanno meno di 42 anni. Il patto è che si spoglino e che indossino la divisa da gioco solo per fare numero, per stare seduti. Ma prima della fine dell’anno io uno scherzetto glielo faccio, una ventina di minuti, non di più, ma glieli farò disputare. Spero non si arrabbino!

ï         Tutti sardi in squadra?
-          Quasi. La nostra legione straniera è composta da 7 elementi. Gente che è con noi perché, evidentemente, apprezza la qualità complessiva della vita a queste latitudini, non certo per gli ingaggi.

ï         Un clima, che si dice, sia davvero eccezionale. O no?
-          Beh, ci mancherebbero solo le nebbie e le gelate! Da qui scapperebbero tutti. Un aspetto veramente positivo è che non piove praticamente mai, e il campo si mantiene in condizioni perfette per tutto l’anno. Ne abbiamo uno molto ben tenuto e discretamente sfruttato.

ï         Dalle giovanili, giusto?
-          Giusto. Alghero schiera squadre in tutte le categorie, dal minirugby all’under 18, solo che…

ï         Solo che?
-          Formare ragazzi da immettere in prima squadra è oggettivamente impossibile. In Sardegna ci sono in tutto 4 under 18, che giocano fra di loro per 12 giornate di campionato. Il livello del quale è, sinceramente, molto prossimo allo zero. Ed è un peccato, perché i buoni elementi, in potenza, non mancano. Ma non si migliora se a salire non è il livello della competizione. E un campionato di 4 squadre è davvero poco, pochissimo. Praticamente: niente.

ï         E la serie B, com’è?
-          Tanto fisico, grandi impatti, massima cura alle fasi di conquista. Squadre costruite sulla possanza atletica dei primi 8 uomini e poco altro. L’80% dell’inerzia delle partite passa per mischie ordinate e rimesse laterali. Nel complesso: un rugby povero di contenuti ma di grande ardore agonistico. Non bellissimo da vedere ma interessante da giocare.

ï         In Sardegna c’è anche un girone di serie C…
-          Due squadre di Sassari, una di Olbia e una di Sinnai. Anche in questo caso: tutti contro tutti a ripetizione. Per certi versi: un dramma. Ma se la Regione non aiuta… chi li mette i soldi per i biglietti aerei e i pernottamenti?

ï         Un mantovano in Sardegna, dalla pianura Padana al nord di questa splendida isola. Per amore, ovviamente, non certo per interessi materiali. Ma per amore di chi?
-          Non di una donna. Avevo una relazione con una ragazza sarda, è vero. Ma il legame si è sciolto quando ho deciso di stabilirmi qui. Stranezze dell’amore.

ï         E delle donne sarde…
-          Probabile. Comunque ad Alghero sto bene, e stanno benissimo anche i miei genitori, che hanno venduto tutto quello che possedevano a Viadana per stabilirsi qui. Ora la mia famiglia è quella del rugby. In verità lo è sempre stata, era scritto nel mio destino, credo.

ï         Concludendo: chi vincerà lo scudetto dell’Eccellenza?
-          Calvisano, che in finale batterà il Petrarca.

ï         E in semifinale?
-          Il Viadana del mio amico Pippo Frati, con il quale ho perso due finali: una a Prato in A2, una con la Lazio e la semifinale scudetto con Rovigo quando giocavo con i Crociati a Parma, ma che è davvero un grande allenatore!

 

Risultati e classifiche di Serie B

Foto Graziella Manca