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All'Uslenghi di Tradate, Busto gioca la sua partita casalinga in casa del Tradate per evitare polemiche che già si erano paventate (per la precedente trasferta anch'essa “casalinga” a Novara), sotto la buona direzione arbitrale di Galante, anch'egli fortemente “desiderato” dal vulcanico Silvio Repossini.

Inizia bene l'esperta compagine gialloblù, al 10' circa una prevedibile cassaforte da Touche (un marchio di fabbrica delle formazioni allenate dal parabiaghese) che il tentativo di sacking mal riuscito non può fermare, porta alla meta che premia tutto il pacchetto di mischia oggi con una prima linea possente (manca Zecchin, Duvia al tallonaggio permette a Tradate di combattere con la forza alla superiore capacità tecnica dell'ottimo Vitale).
Le fenici hanno un attimo di smarrimento quando l'esperienza dei muccaleoni si fa sentire  
(eccome!) e due tre quarti del Busto già al 20' sono “out” per colpi (forti o fortuiti non importa) subiti ma stoicamente restano in campo.

L'”esperienza” si fa sentire soprattutto sui punti di incontro dove almeno un Tradatese arriva sempre prima e la capacità di rallentare il gioco, derivante da anni in cui le interpretazione delle regole erano un po' più permissive di quelle odierne, mette in difficoltà i Bustocchi troppo ingenui in questa fase di gioco (difetto costante di tutto il campionato).

Per ovviare alla manifesta superiorità dei muccaleoni, troppe fenici convergono sul punto e lasciano varchi all'attacco come sempre magistralmente diretto dalla miglior coppia di mediani del campionato.
Busto gioca con due tre quarti menomati, ma vogliosi di rimanere in campo, e Tradate con le abilità di cui sopra, la seconda e la terza meta sono quindi questione di tempo, per due volte gli incroci e le combinazioni dei tre quarti, la sapiente mano di Marco Bianchi, inopinatamente lasciato libero dal Varese quest'anno si fa sentire, portano i tre quarti gialloblù a varcare la linea.

Da questo momento Busto dopo aver sostituito i due “eroi” e Cattaneo con Mandelli, Schuitemaker e Cassia, (troppo inesperto per non farsi distrarre delle continue provocazioni verbali che gli arrivano, forse sintomo del timore che incutono la sua potenza e la sua capacità di corsa), mette a posto la fase difensiva e prova ad arrivare alla linea di meta agognata.

Non ci riesce per tanti motivi, ma soprattutto per la difesa arcigna dei muccaleoni, facilitata dalla voglia di tutte le fenici di voler essere protagonisti solitari di fronte a cotanto avversario.
Un'ennesimo fallo in ruck fa perdere la calma fino a quel momento sopita dal piacevole ricordo dei trascorsi anni a Tradate anche a Moro, e l'incitamento a punire i continui falli viene forse compreso male dal pilone Pennestrì che colpisce duro, ma senza chiudere il placcaggio,  un pilone in posizione non corretta tecnicamente (giallo meritato).

Purtroppo ne fa le spese uno dei pochi, unitamente al Capitano Riva (esemplare la correttezza di un giocatore che dovrebbe giocare sempre fino ai fatidici 42 anni sia per le capacità tecniche che per l'esempio positivo che dà a tutti i suoi compagni), ai mediani, all'estremo ad un centro ed a un'ala realmente corretti di Tradate, mentre le scorrettezze soprattutto in mischia chiusa sono appannaggio dei più esperti con ginocchia e mani che vagano in modo un po' anarchico, alla fine finalmente almeno uno dei Flanker gialloblù viene  mandato dietro ai pali per calmarsi per 10'.
Con questo clima di combattimento, la precisione lascia a desiderare, la pressione difensiva di entrambe le squadre ha la meglio e la partita non ha sussulti che possano far pensare alla realizzazione meta bonus.

Tradate mette “fieno in cascina” e piazza due calci di punizione in tutto il secondo tempo, fino alla buona azione che porta ad un attacco in seconda fase con l'ala Clerici che placcato a terra quasi sui cinque metri, magicamente arriva fino alla linea di meta “senza secondi movimenti” (d'altronde non c'è TMO), il bonus, realizzato da Clerici e non dal solito DeVita è raggiunto al 78', allora Giancarlo “la volpe” De Vita prova a mostrare tutto il suo talento e la sua inventiva con un gioco di prestigio che quasi va a buon fine (il regolamento parlerebbe in altro modo, ma le cose difficili tentate si devono sempre apprezzare, anche se sembrano uno sfregio).
Forse l'orgoglio dei Bustocchi si risente e l'azione successiva porta a realizzare la meta con una delle solite corse (o camminate veloci) di traverso del Capitano Casnaghi.

Miglior giocatore fra i Bustocchi? Difficile, menzioni per Matteoli, Vitale, Panizzolo, Casnaghi, Contarato Pietro, ma al commentatore è molto piaciuto Pinton, passi da gigante nelle ultime partite per il “riccio” Rubens, che deve continuare così.

Fotografia : Busto Rugby

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